Una conoscenza pluriennale, per via della quale l'ignaro cliente di fiducia di una pizzeria di Busto Arsizio non avrebbe mai sospettato del titolare. A raccontare la storia di una presunta truffa da ben 6.500 euro è il quotidiano locale La Prealpina, che spiega come il frequentatore della pizzeria fosse solito pagare, ogni venerdì, le sue pizze tramite bancomat o carta di credito. Improvvisamente, però, il titolare avrebbe iniziato a lamentare problemi di linea con il Pos, che rendevano necessari più tentativi perché le transazioni andassero a buon fine. I presunti disagi avrebbero compreso anche l'utilizzo del metodo contactless, che non richiede la digitazione del Pin oltre un certo importo.
Gli importi gonfiati sul conto corrente
Il già citato consolidato rapporto tra i due non avrebbe fatto minimamente insospettire il cliente e, difatti, ad accorgersi degli importi gonfiati è stata la moglie, cointestataria del conto, dopo essere venuta a conoscenza dello sforamento del plafond mensile di cinquemila euro. Già, perché nella pizzeria di Busto Arsizio una Margherita sarebbe arrivata a costare 966 euro e quei tentativi di transazione falliti non sarebbero stati altro che ingenti e ripetuti prelievi ai danni del cliente.
Le accuse ai danni del titolare
I fatti risalgono a marzo del 2021 ma le recenti ricostruzioni dei Carabinieri coordinati dal Pm Susanna Molteni hanno portato il ristoratore a processo con l'accusa di truffa aggravata da abuso di prestazione d'opera. Secondo quanto riporta La Prealpina, l'uomo era già noto alle forze dell'ordine per consumo di stupefacenti, furto, reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione.