A guardare le foto sembrerebbe proprio lei, una classica seada sarda pronta a essere ricoperta di miele. Sbagliato: anche se la forma è alquanto somigliante, il ripieno non è lo stesso del dolce più famoso dell’isola. E per di più non si tratta nemmeno di un dolce! Si chiama su pitzudu e non lo troverete in qualsiasi zona della Sardegna.
Cosa sono i pitzudos di Ovodda?
I pitzudos sono originari di Ovodda, un piccolo comune situato fra i monti della Barbagia, nel centro della Sardegna, conosciuto anche come paese dei centenari. L’antica ricetta pastorale si intreccia alla storia primordiale delle seadas, che un tempo non si consumavano come dessert, ma rappresentavano un pasto unico da preparare al termine della transumanza. Il pitzudu ovoddese resta ancora oggi una ricetta salata e si distingue sia per le occasioni di consumo sia perché al suo interno è custodito un mix di formaggio fresco e patate (e quindi non solo di formaggio come nel caso delle seadas).
Per realizzare i pitzudi si utilizza un formaggio acido a pasta cruda ottenuto da latte ovino e/o vaccino, ideale per un risultato filante. Le patate - poco meno della metà del quantitativo di formaggio - sono preferibilmente quelle di montagna, come la patata di Gavoi coltivata proprio in Barbagia. Queste ultime vengono bollite in acqua salata, ridotte in purea e mescolate al formaggio macinato per poi creare le palline che finiranno fra i due dischi di pasta. Una volta realizzato questo grande raviolo, si passa alla cottura e al condimento… e qui si apre un mondo.
Pitzudos: primo o secondo piatto?
Non possiamo negarlo, il modo più goloso per gustare questa specialità è sicuramente attraverso la frittura. I pitzudos fritti si mangiano in genere come secondo piatto, con forchetta e coltello (e contorno di insalata), ma durante le sagre è possibile trovarli anche in versione street food, da addentare mentre le dita si ungono nonostante la barriera della carta oleata. Per questa esperienza mistica non c'è bisogno di aggiungere né miele né zucchero, come si fa con le cugine seadas, così si apprezzerà fino in fondo il gusto delle patate e del formaggio locale.
La versatilità di questa pietanza riserva ulteriori sorprese: i pitzudos sono anche un primo piatto, basta cuocerli in acqua bollente come la pasta. Praticamente un enorme raviolo da condire con sugo di pomodoro o magari burro e salvia. Ma in qualche ristorante c’è chi gioca ancora di più, aggiungendo al ripieno ingredienti extra, ad esempio i carciofi o i funghi.
Dove mangiare i Pitzudos
In giro per l’isola è raro trovare i pitzudos, ma non impossibile. È chiaro che visitare Ovodda sia la scelta migliore per assaporarne l’autenticità e soprattutto la bontà degli ingredienti locali. Fra i momenti più interessanti c’è l’Autunno in Barbagia, anche conosciuto come Cortes Apertas: una grande manifestazione alla scoperta dei borghi della Sardegna centrale e della loro cultura, durante la quale è possibile assaggiare i migliori prodotti del territorio. Chi si troverà nei pressi di Ovodda nel resto dell’anno non dovrà assolutamente rinunciare ai pitzudos del laboratorio di pasta fresca Pasta Margherita e dell’agriturismo Perughe.
Credit foto di copertina: Archivio comunale di Ovodda - Autunno in Barbagia