Gode da tempo di notevole apprezzamento, grazie alle sue qualità, consistenza e maturazione tardiva: la pesca IGP coltivata in provincia di Enna, a Leonforte e nei territori dei comuni limitrofi. Contrariamente a quella tradizionale che si trova solo in estate, questo particolare frutto, prodotto dalla coltivazione di diversi ecotipi locali di pesco (fra cui il Bianco e il Giallone di Leonforte), matura nei mesi di settembre, ottobre e novembre, per questo conosciuta anche come pesca settembrina o tardiva. La raccolta nel periodo autunnale, quando le altre varietà nazionali hanno già da tempo concluso la loro produzione, è la conseguenza di una particolare tecnica colturale.
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La pratica dell’insacchettamento
Nella seconda metà di giugno, infatti, dopo la potatura avvenuta nei mesi precedenti, e dopo la conseguente fioritura dei caratteristici fiori rosa, avviene uno dei momenti fondamentali della produzione: i frutti piccoli e acerbi, ancora sull’albero, vengono ‘ncuppati’ ovvero insacchettati a mano, uno per uno, in un sacchetto di carta pergamenata semitrasparente, per far passare la luce e l’aria, che resterà fino al momento della raccolta, fissato da un piccolo fil di ferro.
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Il risultato dell’insacchettamento
Questa operazione, svolta manualmente da esperte maestranze locali specializzate, permette al frutto di proteggersi in modo naturale dall'attacco di insetti e parassiti e dalle intemperie climatiche, assicurando così la produzione di frutti privi di difetti o imperfezioni esteriori, senza l’uso di prodotti antiparassitari. La pratica dell’insacchettamento, iniziata negli anni sessanta in sostituzione del potente e diffuso Ddt, è particolarmente impegnativa e faticosa. Il risultato è un frutto sano, che viene raccolto dopo aver raggiunto la completa maturazione, all'interno del ‘coppo’, dalle spiccate proprietà organolettiche, dal sapore dolce e dal profumo unico e inconfondibile, ottenuti anche grazie alle particolari condizioni pedoclimatiche delle colline leonfortesi.
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Aspetto e sapore
Già a partire dai primi di settembre inizia la raccolta dei frutti, che si protrae fino ai primi giorni di novembre. I sacchetti con i frutti dentro vengono staccati con particolare cura dall’albero, per non provocare danni al peduncolo e le pesche, una volta estratte, sono selezionate a mano una per una. Le pesche mature possono avere la buccia di colore bianco con striature rosse non sempre visibili e polpa bianca oppure buccia di colore giallo con striature rosse più o meno evidenti e polpa gialla, entrambe compatte, aromatiche e aderenti al nocciolo. Oltre a essere consumata come frutto, la pesca tardiva si presta bene alla preparazione di confetture e pesche sciroppate. Molte sono le aziende infatti che commerciano anche i trasformati.
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L’economia locale
Il lavoro degli agricoltori, che col tempo si sono specializzati migliorando le tecniche di coltivazione e le altre fasi dell’attività, pur mantenendo inalterata la tradizione, ha permesso che la vendita di questo prodotto portasse a un miglioramento del tenore di vita degli operatori locali, diventando da oltre venti anni un elemento importante per l’economia locale. Inoltre, grazie alla pazienza, all'esperienza e all'amore per le cose sane e buone dei peschicultori leonfortesi, negli anni la fama della bontà e delle qualità della pesca tardiva di Leonforte ha oltrepassato i confini regionali, affermandosi nei mercati dell’intera penisola, tanto da esserle riconosciuta nel 2010 dall’Unione Europea il marchio dell'Indicazione Geografica Protetta.
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Il Consorzio di tutela
Nello stesso anno il metodo di produzione della pesca è stato disciplinato e certificato a norma di legge con la costituzione del Consorzio di tutela della Pesca di Leonforte Igp, che rappresenta gran parte della produzione, i cui soci tra produttori e confezionatori oggi sono 18, così da poter vigilare sull’attività dei produttori. A questo prodotto il primo sabato e la prima domenica del mese di ottobre è dedicata una sagra annuale, nata nel 1982 per favorirne la promozione e la valorizzazione.