Lo racconta il New York Times, e anche il Guardian: dagli Stati Uniti al Regno Unito, la pasta di lenticchie, piselli, ceci ma anche di cereali alternativi come riso o avena, ha sbaragliato la concorrenza sugli scaffali del supermercato. Eppure, la classica pasta di grano duro è altrettanto salutare: dopo decenni di demonizzazione dei carboidrati è tempo di eliminare una volta per tutte la paura dei farinacei e godersi un buon primo piatto. Parola di nutrizionista.
Diversificare le fonti proteiche
Per noi italiani magari è scontato, ma all’estero non è sempre così. Che le opzioni in commercio stiano aumentando è un bene per i celiaci e anche per i vegani, che possono diversificare le fonti di proteine integrando i legumi in più modi, ma questo non significa che si debba dimenticare la classica pasta bianca. I carboidrati, in qualsiasi caso, sono fondamentali, come ricorda Rob Hobson, nutrizionista autore del libro Unprocess Your Family Life, in uscita a gennaio 2025: «Quando mangi, il livello di zucchero nel sangue aumenta e il corpo produce insulina per affrontarlo. È un fenomeno perfettamente naturale, diventa un problema solo se si mangia troppo o si fanno spuntini costanti, o se il livello di glicemia a riposo è già alto».
Sugo, l'abbinamento perfetto
Certo, non tutti i carboidrati sono uguali, «quelli a digestione rapida, come la pasta bianca, possono lasciarti un po’ di fame e bisogna mangiarli con moderazione». Ma come sempre tutto dipende dal proprio stile di vita, «io faccio molto sport, per questo tendo a mangiare pasta bianca, importante soprattutto prima delle prove di resistenza». L’abbinamento perfetto? «Un po’ di proteine e verdure, per un pasto perfettamente bilanciato». L’importante è la salsa d’accompagnamento, «sempre meglio una base di sugo al pomodoro rispetto a panna o formaggi: se vi piace il pesto, usatene poco e combinatelo con dello yogurt. E aggiungete sempre gli ortaggi». Consigli forse banali per chi, come noi italiani, è cresciuto a suon di spaghetti, ma che per i consumatori stranieri possono fare la differenza.
Il mercato della pasta di legumi
Ma insomma, mangiare pasta tutti i giorni va bene? «È un prodotto economico e facile da usare, non la mangerei tutti i giorni solo perché è bene variare la dieta il più possibile, ma non c’è niente di male nel farlo. Per gli studenti fuorisede è una manna dal cielo: penso di aver mangiato pasta al tonno ogni giorno da studente!». Il mercato oggi è ampio e si può spaziare tra pasta bianca e integrale, di grano saraceno, farro o avena, oltre a quella di legumi, una categoria che secondo la rete di fornitori e grossisti britannici Grocer, ha superato i 2 miliardi di sterline già cinque anni fa, e ora ne vale 3.9 miliardi. A giovarne di più, secondo Hobson, sono soprattutto vegani e vegetariani, «una porzione di pasta di lenticchie o piselli contiene la stessa quantità di proteine di un piccolo petto di pollo».
Se variare i cereali può essere d’aiuto nella dieta di ognuno, è bene abbandonare l’insensata paura del glutine, come ha ricordato l’epidemiologo Tim Spector in un video andato virale su Instagram. «Per la maggior parte dei consumatori che non sono celiaci» dice il professore «la pasta classica è spesso più economica e altrettanto sana». Insomma, via libera alla pasta di lenticchie, ma anche a quella integrale, di riso, mais, senza però dimenticare il grano duro, «solo, non conditela con troppo formaggio ogni giorno».