La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti questa rubrica dedicata alle donne, non tanto perché crediamo nelle quote rosa ma perché è fondamentale parlare e sensibilizzare sulla parità di genere. Ed è altrettanto fondamentale farci portavoce di donne che hanno raggiunto importanti obiettivi nel proprio settore. Qui l’intervista a Elvira Bortolomiol
Intervista a Elvira Bortolomiol
Nella sua esperienza lavorativa quali sono stati – se ce ne sono stati - gli ostacoli che lei ha dovuto affrontare in quanto donna?
Non parlerei esattamente di ostacoli, ma certamente il fatto di aver iniziato il mio percorso professionale in anni in cui il mondo del vino, come altri settori, era ancora saldamente in mani maschili mi ha stimolato a cercare sempre la determinazione e a non demordere di fronte a qualche sguardo scettico. Insomma, ho imparato da subito a credere fortemente e a lavorare con impegno per gli obiettivi che volevo raggiungere. Oggi nel mondo del vino sono molte le donne che si stanno facendo strada, ciononostante capita ancora di trovarmi in alcuni incontri in cui sono l’unica, o una delle pochissime donne.
Nel suo attuale ruolo quali leve gestionali sta utilizzando per facilitare il mondo femminile?
Io ho la fortuna di lavorare con molte donne, partendo dalle mie sorelle fino a tante mie collaboratrici, in azienda e in Consorzio. Penso che dare l’opportunità alle donne di accedere a ruoli diversi sia la vera leva per facilitare l’accesso alle donne nel mondo del lavoro. Penso che una giovane solo vedendo altre donne ricoprire incarichi di rilievo o svolgere compiti una volta considerati maschili, possa veramente sentirsi a suo agio in qualsiasi ruolo e possa dare per scontato di poter ambire a qualsiasi carriera desideri.
Quali proposte o modifiche proporrebbe alle autorità di governo per accelerare il raggiungimento della parità?
Il Governo dovrebbe incentivare concretamente la formazione manageriale delle donne sin dalla scuola superiore e dall’Università. Inoltre, sarebbe importante rendere i prestiti a fondo perduto per l’imprenditoria femminile più facilmente raggiungibili e accessibili, magari già con momenti di formazione specifici in Università e nelle scuole secondarie in particolare quelle che indirizzano specificatamente a una professione.
Quali modalità e quali formule suggerisce per sensibilizzare e rendere consapevole il mondo maschile di questo gap? Un gap che, peraltro, ha conseguenze anche sul Pil.
Credo che il mondo maschile sia consapevole del gap. Il punto è cambiare la mentalità per cui questa differenza è ancora considerata un fatto accettabile. Bisogna cambiare nelle aziende, mettere concretamente sullo stesso piano uomini e donne, dare valore al merito a prescindere da qualsiasi sia l’identità della persona. Considerare le persone una vera e propria risorsa a cui dare opportunità di sviluppare le proprie attitudini al fine di far crescere il proprio business.
Ci vuole raccontare a quale nuovo progetto sta lavorando?
Più che un singolo progetto preferisco ancora una volta mettere l’accento sull’approccio. Con il Consorzio di tutela stiamo sempre più lavorando per far emergere la componente femminile del comparto vino, che è già molto evidente e talvolta pecca solo di eccesso di discrezione. Ad esempio, durante i virtual tasting diamo sempre spazio a figure professionali femminili (enologhe, agronome, oltre che viticoltrici) e in particolare per la Festa della Donna organizziamo un appuntamento solo al femminile.