“Con il Codice di Salvini a rischio la figura del sommelier”. L'allarme di un grande ristoratore

3 Gen 2025, 15:09 | a cura di
"Si sta penalizzando l'intera categoria, specie quella che ha investito nei paesi di provincia". Antonello Magistà, stimato ristoratore pugliese, ha scritto una lettera al governo

Antonello Magistà, oltre a essere patron e sommelier del Pashà di Conversano, è coordinatore Fiepet Confesercenti (Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici) del Levante. In questa veste ha firmato una lettera aperta indirizzata al Governo per criticare il nuovo codice della strada entrato in vigore il 14 dicembre scorso.

La lettera al governo

«Mi permetto di scrivere e dedicarvi qualche riga per condividere delle considerazioni, dei quesiti, delle perplessità, dopo qualche giorno dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada e esattamente sui nuovi limiti del tasso alcolemico e conseguenti sanzioni». Inizia così la lettera firmata da Antonello Magistà, nel corso della quale il patron del Pashà parla principalmente a nome di quei ristoratori che hanno voluto investire nei piccoli paesi di provincia, dove non c'è un trasporto pubblico che copra tutte le ore della giornata e nei quali le alternative (taxi, ncc..) praticamente non esistono.

«Dopo l’entrata in vigore del nuovo codice della strada, la totalità delle attività dei piccoli centri sono state fortemente danneggiate per via di disdette e crollo sensibile dei consumi del vino. Sono le stesse attività che non navigano in acque serene già da qualche anno per diversi motivi, dalla pressione fiscale alle politiche dei governi precedenti durante il periodo Covid e post Covid, durante i quali il grande aiuto ricevuto è stato l’aiuto a indebitarsi ulteriormente per salvare le proprie attività», scrive Magistà, che arriva presto al dunque: «Queste misure così come sono, così restrittive per le soglie consentite e così punitive per i trasgressori, decreteranno la morte commerciale della stragrande maggioranza degli esercizi. Il nostro è un settore tradito dal “proprio governo” che con una vera e propria azione di terrorismo psicologico, priva la parte sana della società anche di bere un calice di vino o una birra alla fine di una giornata di lavoro. La conseguenza - conclude - è che le grandi città, nelle quali c’è utenza sufficiente, oltre ai minimi standard di servizi di trasporto garantiti, non soffriranno o addirittura beneficeranno degli effetti di questa norma. Mentre gli esercizi delle province, con già tutti i loro limiti, saranno condannate senza ulteriori appelli e possibilità».

pasha-ristorante-conversano

Intervista ad Antonello Magistà

Facciamo chiarezza: il nuovo codice della strada non tocca le soglie sul tasso alcolemico, a cambiare sono le multe e le sanzioni per chi si mette alla guida con un tasso alcolemico superiore a quello consentito (0,5 g/l) se si tratta di soggetto recidivo.

Sì corretto, ma è innegabile ci sia stata una comunicazione tale da aver indotto le persone a pensare che il limite dovesse essere pari a zero. Già dal primo giorno dell'entrata in vigore del nuovo codice della strada abbiamo ricevuto parecchie cancellazioni. E non di persone che vengono al Pashà per “sbronzarsi” ma per fare un'esperienza enogastronomica.

Si spieghi.

I nostri clienti – ma il discorso si può estendere alla maggior parte dei cittadini - sono responsabili, hanno un lavoro per il quale necessitano di prendere la macchina quotidianamente, sono prudenti, viene da sé che le attuali sanzioni colpiscano principalmente questa categoria di persone, non certo i delinquenti che bevono per ubriacarsi e poi si mettono alla guida, questi ultimi continueranno a farlo.

Premettendo che dal punto di vista statistico 20 giorni (quelli passati dall'entrata in vigore del nuovo codice della strada) sono irrilevanti, a oggi quali sono stati i danni economici per il Pashà?

Vero, è prematuro darvi delle percentuali (così come è inutile dire che con il nuovo codice della strada si è ridotto il numero di morti del 25%, come fatto dal ministro dei trasporti Salvini) ma rispetto allo stesso periodo dello scorso anno abbiamo registrato il 35% in meno di prenotazioni. Dal cliente che ogni anno festeggia il suo compleanno al Pashà, bevendo vini importanti, e che non se l'è sentita di venire, all'azienda che ha disdetto la cena aziendale. Senza contare chi rinuncia al calice di vino in più o al distillato finale. Chiedo al ministro Salvini di darci, tra un po' di mesi, anche i dati delle attività chiuse a causa del nuovo codice della strada.

È una provocazione o crede davvero che chiuderanno molte attività enogastronomiche?

Lo credo davvero. Facciamo i funamboli, tra uno dei sistemi fiscali meno competitivi e il costo del lavoro tra i più alti d'Europa, dovendo stare attenti a non andare fuori mercato perché attualmente le persone scelgono un ristorante piuttosto che un altro anche in base ai dieci euro di differenza sul conto finale. Provate a immaginare quanto può fare la differenza, nell'economia di una famiglia, spendere altri soldi per un taxi o per alloggiare vicino al ristorante: sempre meno persone ci andranno, al ristorante. E questo è un discorso che vale per le città che possono contare sui taxi o su un sistema di ospitalità, figuriamoci nei paesini di provincia.

Ritorniamo al punto uno: ricordiamoci che il tasso alcolemico rimane invariato.

Ritorno alla prima risposta: il problema qui è l'inasprimento delle pene per fare terrorismo psicologico. È vero che negli ultimi giorni Salvini ha cambiato strategia comunicativa, ma ormai il danno è fatto.

L'inasprimento delle pene è un po' il modus operandi dei governi di destra. Lei l'ha votato questo governo.

Come me, lo ha votato gran parte dei colleghi perché la nostra è stata la categoria più penalizzata durante il periodo Covid, prima con il governo Conte e poi con quello Draghi, tra chiusure forzate e fondi di garanzia che in pratica erano incentivi ad accedere a ulteriori mutui (per restare in vita ho chiesto un mutuo di 170mila euro). Eravamo arrabbiati. Ma mai avrei immaginato che bere una bottiglia di vino potesse costituire reato. In queste condizioni il wine pairing non ha più senso di esistere e con lui la figura del sommelier, per un ristoratore non sarà più sostenibile economicamente e sarà una figura destinata a scomparire.

Cosa chiede al Governo?

Prima di arrivare a un provvedimento su un tema così delicato, avrebbe dovuto interpellare in maniera preventiva le parti coinvolte. Ora chiedo di rivedere le pene previste. Vanno bene quelle che riguardano l'utilizzo del cellulare alla guida ma siamo certi che non sarebbe stato sufficiente far rispettare il limite di tasso alcolemico, mantenendo pene più idonee per chi beve uno o due calici di vino?

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