Il primo annuncio ufficiale, arrivato nel corso della conferenza stampa tenuta dal governatore Andrew Cuomo nella mattinata del 16 luglio, per aggiornare i cittadini sulle nuove misure restrittive anti-covid, ha generato un certo malcontento, e tanta confusione. Per dire, una volta di più, che tutto il mondo è paese, e le polemiche anti movida con cui anche l’Italia sta facendo i conti da settimane, davanti all’urgenza di riportare la situazione sotto controllo, divampano con una discreta facilità a ogni latitudine del mondo.
Nuove regole per bar e ristoranti di New York
A New York, bar e ristoranti lavorano ancora a mezzo servizio, obbligati a far accomodare e servire i clienti sono negli spazi all’aperto, tra dehors approntati di gran foga (ma nel rispetto di regole ulteriori, che hanno messo molti a dura prova e determinato numerose multe) e interi isolati pedonalizzati, che nel weekend si trasformano in piazze gastronomiche a cielo aperto. Questo, però, non è bastato a scongiurare il rischio di contagio, e anzi ha favorito i famigerati assembramenti: le denunce sono fioccate copiose, insieme ai controlli frequenti operati in città dalle forze dell’ordine, e al momento sono oltre 5mila le attività sanzionate per non aver garantito il rispetto del distanziamento sociale. Dunque, con entrata in vigore immediata, ecco il temuto giro di vite: tra le misure che più fanno discutere, c’è l’obbligo di subordinare la vendita di alcol da asporto a quella di cibo. Sia in modalità take away – come già previsto da una norma anti-covid introdotta nel mese di marzo – sia – e questa è una novità - per quel che riguarda il consumo di alcol negli spazi all’aperto di pertinenza del locale.
Niente alcol, se non ordini cibo
Un provvedimento che, per stessa ammissione del governatore, suona come una “punizione” obbligata a seguito dei ripetuti avvertimenti ai gestori dei locali e alla cittadinanza circa l’opportunità di rispettare le regole del distanziamento sociale, evitando di affollare le strade nelle serate estive, come già visto a Brooklyn, nel Queens, all’East Village: “Se non stai mangiando e stai solo bevendo, allora si tratta solo di un bar all'aperto, e le persone si mescolano, e non restano isolate nei singoli tavoli: è questo quello che stiamo vedendo. Abbiamo detto outdoor dinings, non outdoor bars”, ha spiegato Cuomo per perorare la causa. Ora, in caso di violazione, i locali riceveranno tre richiami prima di essere costretti a chiudere l’attività e vedersi revocare la licenza per la vendita di alcolici. E in casi di particolare gravità l’attività potrebbe essere chiusa con decorrenza immediata. Per non incappare nelle sanzioni, dunque, i gestori dovranno assicurarsi che gli avventori indossino la mascherina dove previsto (cioè quando non sono seduti), e potranno vendere alcol “to go” solo a chi ordina anche del cibo. Implicitamente (ma neanche troppo) questo vuol dire che dehors e spazi outdoor allestiti dai locali di New York devono essere intesi essenzialmente come ritrovi per chi vuole consumare un pasto fuori, in compagnia della famiglia o dei propri amici. “Dining situation”, la ribattezza Cuomo in conferenza: “Si tratta di una questione di salute pubblica. I newyorkesi hanno pagato un caro prezzo al covid, eppure sembrano incuranti di queste violazioni, continuano a reiterarle”.
E quindi, d’ora in poi, fino a data da destinarsi, “No food? No booze”, come titola il New York Times. Gli addetti ai lavori, già provati da una crisi che non sembra dare tregua, sono già in subbuglio. Bisognerà capire quanto saranno strette le maglie dei controlli, e se davvero sarà impossibile ordinare una semplice birra seduti al tavolo di un caffè, o se basterà obbligare la clientela a restare seduta, per non dare adito alle sanzioni.
a cura di Livia Montagnoli