Dopo la pausa del 2021 a causa del Covid-19 e un’edizione 2022 ancora condizionata dalla pandemia e dall’assenza di buyer e operatori provenienti dall’Oriente, finalmente Wine Paris & Vinexpo Paris ha ripreso il suo cammino.
Wine Paris & Vinexpo Paris 2023
La quarta edizione, che si è tenuta a Porte de Versailles dal 13 al 15 febbraio, si chiude con un bilancio molto positivo. Gli espositori presenti sono stati 3.387, con un incremento del 25% rispetto al 2022, in rappresentanza di 42 Paesi produttori. Nei tre giorni di apertura i visitatori sono stati 36.334 (+41% rispetto al 2022), provenienti da 149 Paesi, con un incremento di presenze internazionali dell’85%. Quest’anno l’area dedicata all’Italia occupava un intero padiglione, particolarmente importante perché situato all’ingresso alla fiera e quindi di grande visibilità. Se i numeri danno ragione all’evento parigino, ormai entrato nel calendario degli appuntamenti internazionali irrinunciabili del mondo del vino, abbiamo voluto sentire anche il parere di alcuni espositori italiani, per avere una valutazione su Wine Paris & Vinexpo Paris 2023 da parte di chi ha vissuto la manifestazione dagli stand e si è confrontato con buyer, operatori del settore e giornalisti.
Voci da Wine Paris & Vinexpo Paris 2023. Il parere dei Consorzi
Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha partecipato a WineParis con un grande stand istituzionale, con 13 postazioni di aziende e un’area tasting con circa un centinaio etichette di cantine che non erano fisicamente presenti in fiera. Con la collaborazione de La Revue du Vin de France, ha inoltre organizzato una Masterclass sul Montepulciano d’Abruzzo, condotta dal Master Of Wine Jérémy Cukierman. Abbiano sentito il parere sull’evento parigino di Alessandro Nicodemi, Presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. “Sentendo anche i nostri associati presenti, siamo soddisfatti di quest’edizione di Wine Paris, sia per la buona affluenza, sia per la partecipazione di operatori provenienti da tutte le parti del mondo. Tra i vini abruzzesi sicuramente il Montepulciano riscuote il maggior interesse, ma anche i vini bianchi si fanno strada, in particolare il Trebbiano d’Abruzzo e il Pecorino. Il mercato francese” continua “non è tra i nostri più importanti, ma nel 2022 è cresciuto del 57% in valore. Il Montepulciano, inoltre, è particolarmente apprezzato sul mercato parigino. Sul mercato internazionale c’è sempre più desiderio di novità, di scoprire vitigni autoctoni e vini territoriali. Noi in Abruzzo siamo avvantaggiati perché abbiamo sempre puntato sugli autoctoni anche quando erano di moda gli internazionali; una scelta che ora ci sta premiando. WineParis si chiude molto positivamente per l’Abruzzo e anche l’anno prossimo saremo presenti”.
Voci da Wine Paris & Vinexpo Paris 2023. Il parere dell'export manager
Dopo un importante Consorzio abbiamo sentito il parere di Giorgio Scarsella, export manager per il mercato europeo di un grande gruppo come Tommasi Wines. “Per Tommasi è la seconda partecipazione a WineParis. Eravamo presenti l’anno scorso e abbiamo deciso di tornare. Quest’anno è andata ancora meglio. La fiera sta crescendo e si sta ampliando. Abbiamo un padiglione interamente dedicato all’Italia. La fiera è un’occasione per vedere i nostri clienti francesi e per contatti commerciali interessanti. La Valpolicella è abbastanza famosa in Francia, negli ultimi tre anni abbiamo aumentato molto la nostra visibilità, soprattutto con l’Amarone e il Ripasso, ma anche il Lugana è sempre più richiesto per un crescente interesse verso i vitigni autoctoni. Lo stesso interesse lo riscontriamo nei confronti dell’Aglianico del Vulture della nostra tenuta Paternoster e del Primitivo della Masseria Surani. In generale sta crescendo a livello internazionale l’attenzione verso l’Italia e i suoi vini di qualità. La fiera è ben organizzata, l’afflusso e costante, ma senza sovraffollamenti, si ha sempre il tempo di parlare con calma e in modo proficuo. Parigi sta diventando un appuntamento imprescindibile per i professionisti del mondo del vino. Noi ci saremo anche l’anno prossimo”.
Voci da Wine Paris & Vinexpo Paris 2023. Il parere delle cantine
Prima volta a WineParis per Casa Setaro, che quest’anno si è aggiudicata i Tre Bicchieri della Guida del Gambero Rosso con il Vesuvio Bianco Contrada 61.37 2020. Abbiamo chiesto ad Andrea Giuliano i motivi che hanno spinto una piccola cantina a partecipare a WineParis. “La decisione di partecipare a WineParis è stata soprattutto condivisa con il nostro importatore e con i nostri partner sul territorio. Oggi la Francia rappresenta uno dei primi tre nostri mercati e quindi abbiamo deciso di investire su questa manifestazione e il riscontro è davvero molto interessante. Gli operatori internazionali sono sorpresi dai nostri vitigni, in particolare dal Caprettone, ma anche dal Piedirosso e dall’Aglianico. Molti clienti, anche di importanti ristoranti di Parigi, hanno inserito in carta vini Il Caprettone, sia Metodo Classico sia fermo e quasi tutti sono interessati ai vini campani. Il Vesuvio è un elemento d’attrazione che rende riconoscibile il nostro territorio ed è un valore in più per i nostri vini, che trasmette un’idea di energia e di storia millenaria. Proprio per questi motivi tutti gli operatori internazionali sono incuriositi. Il bilancio è molto positivo, è una fiera che offre interessanti opportunità in un contesto molto professionale. Torneremo sicuramente anche l’anno prossimo”.
Per la cantina piemontese Vajra e stata la prima partecipazione a Wine Paris abbiamo chiesto a Giuseppe Vajra le impressioni sull’evento parigino. “La scelta è nata dall’aver sentito pareri favorevoli su WineParis. In un momento in cui molti operatori scelgono di partecipare solo a una fiera in primavera, volevamo incontrare anche quelli che vengono solo a Parigi. L’impatto con la fiera è stato molto positivo, è ordinata, tranquilla, con possibilità di incontri proficui, che ci fanno già adesso venir voglia di tornare. Oltre che dai buyer abbiamo avuto un bel riscontro dalla ristorazione parigina di qualità, con molto interesse per il vino delle Langhe. I francesi apprezzano particolarmente la vocazione gastronomica dei nostri vini. Nel Nebbiolo e nel Barolo, in particolare, trovano quella trasparenza e quelle sfumature del terroir che fanno parte della loro storia e della loro cultura. La più bella sorpresa è stata il dialogo molto diretto con la ristorazione di una grande città come Parigi, che si è dimostrata molto aperta nei confronti del vino piemontese”.
Stefano Malchiodi, enologo della Tenuta Mazzolino, era presente a WineParis per presentare lo Chardonnay e il Pinot Noir dell’Oltrepò Pavese in terra di Francia, una sfida coraggiosa. “WineParis si colloca in un momento strategico del calendario degli eventi del settore e Parigi rappresenta un luogo speciale per il vino, per la presenza di un'offerta gastronomica molto varia e di qualità. Da un punto di vista del tipo di evento, Prowine e WineParis sono molto simili, ma a Parigi il clima è più rilassato e piacevole. Noi lavoriamo con Chardonnay e Pinot Noir, ma puntiamo più sul territorio che sui vitigni. Abbiamo una buona distribuzione in Francia e anche a Parigi, ma soprattutto in ristoranti italiani. Wine Paris è una buona opportunità per incontrare ristoratori parigini e cerare di entrare nelle carte vini di ristoranti francesi importanti. C'è interesse per il vino italiano e per i territori di produzione, purtroppo l'Oltrepò Pavese non è conosciuto in Francia e c'è ancora molto da lavorare in questo senso. Anche per questo, essere a WineParis è importante: è un'opportunità non solo per far conoscere la qualità dei nostri vini ma anche il nostro territorio”.
Per chiudere abbiano sentito il parere di Luca Cuzziol, titolare dell’azienda di distribuzione Cuzziol Grandi Vini, già più volte presente a WineParis. “Abbiamo partecipato per la prima volta nel 2020. Al tempo la fiera era separata in due: Wine Paris e Vinexpo, ora invece è un evento unico ed è una scelta vincente. Credo che diventerà la fiera più interessante a livello europeo per quanto riguarda i vini francesi e i vini esteri di un certo livello. Noi italiani credo che dovremo ripensare la nostra partecipazione per gestirla in modo diverso. Oggi chi partecipa è principalmente attratto dagli espositori francesi. La partecipazione degli importatori è molto numerosa ma non sempre sono interessati ai vini italiani in questo contesto. Dobbiamo pensare in modo diverso il nostro modello di partecipazione per essere più attrattivi. Oggi forse abbiamo una partecipazione fin troppo numerosa a Prowine per un legame storico con la ristorazione tedesca, se si vuole fare anche WineParis bisogna trovare la chiave giusta. Ieri sera c’era la serata della Confrérie du Medoc, hanno affittato Versailles hanno invitato 650 persone a cena con vini importanti e c’erano quasi esclusivamente importatori. La forza che hanno i francesi in questo contesto è incomparabile. Forse si potrebbe organizzare qualcosa di simile a Parigi per il vino italiano, ma serve un grande sforzo di collaborazione in modo da essere veramente attrattivi. Dobbiamo comunque tenere ben presente che Wine Paris non è una fiera per i francesi ma per i vini francesi. Se vogliamo contare come sistema Italia dovremo prendere più spazi e presentarci con stand più visibili e capaci di comunicare meglio i nostri territori”.
a cura di Alessio Turazza