"Il biologico una trappola? Con la viticoltura di sintesi beviamo veleno". L'enologo Luca D'Attoma va al contrattacco

26 Set 2024, 18:36 | a cura di
Il consulente toscano interviene nel dibattitto innescato dalle parole del professor Molio. Ma ne ha anche per i produttori bio: "In troppi si convertono per soldi e non per convinzione"

ยซFare biologico non รจ una trappola. Non so perchรฉ il professor Moio, di cui ho stima come insegnante e produttore, abbia sparato a zero contro tutto il settore bio, magari perchรฉ stressato o provato da unโ€™annata difficile. Ad ogni modo, รจ un attacco che non condivido, soprattutto lรฌ dove si parla di mancanza di basi scientificheยป. Va subito al punto lโ€™enologo Luca Dโ€™Attoma, che sin dagli anni โ€™90 โ€“quando nessuno ancora ne considerava le potenzialitร  - ha creduto e praticato viticoltura biologica con forte convinzione. Ed รจ proprio la parola convinzione quella su cui si sofferma piรน volte, in questa intervista al Gambero Rosso, in seguito alle parole del presidente dellโ€™Oiv che hanno scosso il mondo biologico.

Secondo lei, cosa vuol dire fare biologico con convinzione?

Crederci. Purtroppo, il mondo biologico รจ stato vittima di una cattiva interpretazione e in molti hanno iniziato a farlo per altri motivi, ovvero ottenere i contributi europei. In questo modo, si รจ cominciato a trattare con rame e zolfo in modo eccessivamente invasivo per lโ€™ambiente. Quello che dico io รจ che non bisogna andare a calendario, ma intervenire al bisogno, quindi, trattare meno in annate normali e di piรน in quelle caratterizzate da tante piogge.

Sono in tanti a fare biologico per soldi e non per etica?

Purtroppo, parecchi. Diciamo che, invece di interpretare i contributi come un aiuto per risarcire le perdite, hanno pensato solo alla convenienza economica. Ma questo non รจ biologico fatto bene.

Invece chi fa biologico per vocazione รจ destinato a perdere competitivitร , soprattutto in annate come queste ultime?

Chi fa bio deve essere disposto anche a perdere ma, estremizzando le parole di Rudolf Steiner (il padre della biodinamica; ndr), al centro cโ€™รจ comunque lโ€™uomo: lโ€™azienda deve essere sostenibile anche da un punto di vista economico.

Ma non ci sono proprio alternative a zolfo e rame?

Esistono altri interventi, penso ad esempio gli induttori di resistenza, ma cosรฌ aumentano i costi. Ad ogni modo, anche nellโ€™utilizzo di rame e zolfo si puรฒ essere oculati: รจ tutto un percorso e una questione di equilibrio.

Come ne esce la viticoltura convenzionale rispetto a quella biologica?

Oggi si parla tanto di nutrirci nel modo piรน salutistico possibile, ma cerchiamo di essere realisti: abbiamo visto le analisi dei vini nati da viticoltura di sintesi? Con tutti quei residui, cโ€™รจ da avere paura: รจ veleno. Tutto nei parametri di legge, ma resta comunque veleno che noi ci beviamo. Questo รจ la filosofia della viticoltura industriale, dove vale il concetto di minimo sforzo, massima resa.

Pesticidi in campo

Quindi la viticoltura convenzionale รจ il male?

Attenzione, io non sono contrario alla viticoltura convenzionale tout court, ma tutti โ€“ da chi fa biologico certificato a chi fa convenzionale โ€“ dovrebbero avere lโ€™obiettivo di essere meno invasivi possibile rispetto allโ€™ambiente. La veritร  รจ che abbiamo esagerato, senza pensare alla natura.

La certificazione biologica รจ indispensabile?

รˆ importante, ma non รจ indispensabile. Diciamo dร  maggiore credibilitร  e serve a comunicare meglio.

Il professor Moio sostiene che oggi le piante siano piรน deboli e, di conseguenza, non si riesca ad avere uva sana. รˆ davvero cosรฌ?

La causa รจ da ricercarsi nella viticoltura di sintesi, non nel biologico. Dโ€™altra parte, รจ vero che le malattie sono diventate piรน violente. E questo non solo perchรฉ รจ cambiato il clima, ma anche perchรฉ si son creati ceppi piรน resistenti a causa della chimica. Alla pianta succede quel che avviene a noi con gli antibiotici: va bene prenderli se stiamo male, ma a lungo andare ci indeboliscono.

Oggi si puรฒ praticare viticoltura biologica dappertutto?

Su questo ha ragione il professor Moio: il bio non si puรฒ fare dappertutto, ma โ€“ aggiungerei - neppure la viticoltura. Piantare vigneti in ogni dove รจ stato un errore, di cui oggi paghiamo le conseguenze. E, infatti, ora si torna a parlare di espianti. La veritร  รจ che non si puรฒ produrre oltre i limiti, decidere di piantare le vigne sulla spiaggia o in zone dove sarebbe stato meglio avere grano o altre colture: bisogna essere morigerati.

Domanda a bruciapelo: i vini naturali sono solo una moda, come sostiene Moio?

Non si possono fare vini che sono frutto del caso. I vini devono essere vini. Cosa vuol dire naturali?

Quindi a suo avviso i vini naturali non esistono?

Io li chiamerei proprio "vini frutto del caso". La veritร  รจ che non si capisce piรน cosa stiamo bevendo. Cโ€™รจ troppo appiattimento. Al di lร  delle discussioni sui limiti dellโ€™aciditร  volatile, credo che il vero limite sia organolettico: se un vino puzza non va bene. Ed รจ anche una questione di salute, perchรฉ potrebbero esserci componenti che fanno male. Siamo in un paese democratico, ma ci sarebbe bisogno di piรน controlli: iniziamo a usare le regole, la buona forma e la buona educazione.

Vale la stessa cosa per i vini in anfora?

Direi di no. I vini fatti in anfora, coccio o terracotta sanno comunque di vino e non presentano difetti. Questo per me รจ il criterio. Come dicevo allโ€™inizio, anche in chi decide di provare questo approccio, รจ indispensabile che ci sia convinzione, altrimenti non si va da nessuna parte.

 

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