Ancora nubi all’orizzonte per il vino. Dopo il Cancer Plan dello scorso febbraio, si torna a parlare delle conseguenze dell’alcol sulla salute. Stavolta il pericolo viene dall’Organizzazione Mondiale della Sanità - Regione Europa, con l’iniziativa denominata European framework for action on alcohol (2022-2025). Si tratta di un documento programmatico discusso e votato in occasione del 72esimo Comitato regionale dell’Oms Ue, dal 12 al 14 settembre a Tel Aviv .
I punti salienti del programma e l'allerta sul consumo di vino
Come spiega Unione Italiana Vini “a differenza del recente documento adottato dall’Assemblea dell’Oms a maggio 2022 'Global Alcohol Action Plan 2022 – 2030', il nuovo testo, proposto da WHO Europe, prende di mira il consumo di alcol tout court (senza distinzione rispetto al consumo dannoso; ndr), proponendo una riduzione del 10% pro-capite entro il 2025”. Inoltre, questa nuova bozza non tiene conto dei commenti presentati a marzo dal settore vitivinicolo e ignora il ruolo che gli operatori del settore potrebbero svolgere in merito all’informazione al consumatore. Al contrario, le proposte per ottenere l’obiettivo del -10% sono le cosiddette “best buys”: aumento della tassazione; divieto di pubblicità/promozione/marketing in qualsiasi forma; diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche; obbligo di health warning in etichetta.
Uiv: “Ormai il tema antialcol è all’ordine del giorno”
Insomma, per il vino un vero attacco frontale che si inserisce in un clima di neo proibizionismo già diffuso in Europa, che nell’ultimo anno - dal Cancer Plan alle proposte di Nutriscore e alert in etichetta – continua a puntare il dito contro il vino.
Non a caso il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, dichiara al Gambero Rosso che, al di là dei singoli casi, una cosa è certa: “Nell’agenda che stiamo costruendo pensiamo che la politica antialcol, purtroppo, sarà il tema principale che ci accompagnerà nei prossimi anni”. E sul nuovo documento Oms non usa mezzi termini: “Ci lascia straniti il fatto che sia proprio la sezione europea dell’Oms a fare questo cambio di passo, tornando a non fare distinzione tra consumo e abuso di alcol, né tra diffusione di casi di alcolismo nei diversi Paesi. In particolare, quello che ci mette in allarme è che un documento del genere - pur non avendo una valenza giuridica, ma solo di indirizzo - possa diventare un viatico per rimettere in discussione i finanziamenti alla promozione del vino”.
Ricordiamo a tal proposito, che, dopo la pubblicazione del Cancer Plan e nonostante si fosse ottenuta la distinzione tra abuso e consumo di alcol, la Commissione ci ha messo poche settimane a penalizzare vino, insaccati e carni rosse all’interno dei bandi per la cosiddetta promozione orizzontale. “Il timore” conclude il segretario generale “è che succeda la stessa cosa con la promozione nei Paesi Terzi”.
La lettera al Mipaaf
Timore che ha portato Unione Italiana Vini a scrivere immediatamente una lettera - che Tre Bicchieri ha potuto visionare - al ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, al sottosegretario Gian Marco Centinaio, al ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e a quello della Salute Andrea Costa, illustrando la situazione e chiedendo di intervenire subito. “Le politiche suggerite dall’Oms indiscriminate verso tutte le bevande alcoliche, rischiano di mettere in crisi un settore che nel nostro Paese genera oltre un milione di posti lavoro: il vino non è soltanto una bevanda alcolica, ma un ambasciatore nel mondo dell’unicità dei territori e patrimonio culturale italiano”, si legge nella missiva, in cui viene anche ricordato come il consumo moderato di vino durante i pasti abbia da sempre contraddistinto l’Italia. Lo dimostra anche una recente indagine Eurostat che indica il nostro Paese come l’ultimo in Europa, dopo Cipro, per episodi di consumo eccessivo di alcol.
Cosa si propone al Governo italiano
Le proposte del presidente Uiv Lamberto Frescobaldi al Governo italiano sono, quindi, semplici e chiare: promuovere una posizione di equilibrio, il cui obiettivo sia di contrastare solo l’abuso di alcol (e non i consumi pro-capite); evidenziare la differenziazione negli approcci alle politiche di lotta all’abuso di alcol nei singoli Paesi; rimarcare il coinvolgimento degli operatori economici nell’impegno alla corretta informazione al consumatore.
a cura di Loredana Sottile
L’articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri dell’8 settembre
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