Le coste frastagliate e irregolari di Ustica racchiudono il profilo dell’isola con una superficie di appena otto chilometri quadrati. L'isola è nota alle cronache per l'incidente aereo - che ha preso il nome di Strage di Ustica - avvenuto il 27 giugno 1980 nel mar Tirreno meridionale. Una storia piena di incognite e di errori che, a decenni di distanza, è ancora avvolta nel mistero. Quella che emerge dal mare è solo la vetta di una montagna subacquea che sorge a 36 miglia a nord di Palermo. Uno spazio di natura incontaminata dove trovano posto i vigneti dell’unica cantina presente sull’isola. «La mia famiglia ha sempre coltivato la terra sull’isola, siamo contadini usticesi», racconta Margherita Longo che, insieme al marito Vito Barbera, porta avanti l’azienda Hibiscus. «Verso gli anni Settanta, mia madre e mio padre hanno avviato l'azienda. Mentre 15 anni fa, io e mio marito, dopo aver fatto altre esperienze siamo tornati a Ustica e abbiamo deciso di prendere le redini dell’azienda andando a modernizzarla a livello tecnologico».
Vigneti che guardano il mare
Non una scelta semplice quella presa da Longo e suo marito. La posizione dei vigneti, come la vicinanza del mare, creano alcuni ostacoli ambientali che vanno messi in conto. «Difficoltà ce ne sono. Con i vigneti a ridosso del mare dobbiamo fare i conti con salsedine e vento. La salsedine brucia i germogli e il vento forte può arrecare danni alle viti. Dobbiamo stare attenti anche alle mareggiate, i vitigni sono distanti appena 20 metri dal mare. Gli ettari sono poi frammentati in un totale di 20 appezzamenti che allungano i tempi di lavorazione. Serve molto più manodopera». A questo si aggiungono scarse precipitazioni e poca disponibilità di acqua. «Coltiviamo uve autoctone che si adattano bene a questi climi, però quest'anno non piove da febbraio e l’assenza di acqua si è sentito parecchio».
Guardarla con gli occhi del turista è una meta che regala scorci bellissimi, terrazze naturali e natura selvaggia, ma vivere e coltivare i vigneti offre sfide sconosciute altrove. «Ci sono i limiti dell’isolamento che comportano difficoltà di accesso ai mercati di vendita. Qui non esistono negozi di ricambi e tutto va programmato in tempo. Bisogna organizzarsi in base ai collegamenti navali che in alcuni periodi possono saltare, con la conseguenza che rimaniamo isolati».
Lenticchie di Ustica
All’attività vinicola, che rimane il cuore dell’azienda, si affianca la coltivazione di un prodotto che sta scomparendo. «Oltre all’agriturismo, siamo una delle aziende che produce la lenticchia di Ustica», una varietà locale dalle caratteristiche uniche e peculiari. «Questo biotipo è il fiore all’occhiello della produzione agricola dell’isola. Difficile da coltivare perché molte operazioni sono manuali. È una varietà che è stata recuperata ed è diventata Presidio SlowFood. Un prodotto a rischio in quanto sotto attacco da conigli selvatici e colombacci che fanno crollare la produzione».
I vini di Ustica
Insolia Cataratto e Grillo sono i vitigni parlano della tradizione vitivinicolo di quest’angolo di Sicilia a cui si aggiunge lo zibibbo. «È una varietà autorizzata ad essere coltivata in provincia di Trapani e Pantelleria. La sua presenza a Ustica, però, è un’eccezione». Vini che sanno di mare e di un luogo di Sicilia dove i vigneti si affacciano sul mare.
Zhabib Passito '23
Vino dolce dell'anno della guida Vini d'Italia 2022, un incantevole zibibbo passito che ci ha affascinati con la raffinata eleganza delle sue note di lavanda, albicocca, agrumi canditi e nuance minerali; in bocca è suadente, dolce, vitale, brioso, lunghissimo, intrigante
Grotta dell'Oro Zibibbo '22
Un vino seducente per la sua delicata aromaticità, che vede rincorrersi frutti tropicali, agrumi, elicriso, anice e lavanda; in bocca è brioso, elegante e chiude con una piacevole nuance di mandorla verde.
L'Isola Bianco '22
Intenso, ampio, raffinato, è un vino che nasce da uve catarratto, grillo e inzolia, coniuga la fragranza delle note di pesca bianca e susina verde con effluvi di menta e pompelmo e un finale raffinato che evoca il quarzo.