No alcol, vino in lattina, ready to drink: il futuro del settore vinicolo deve passare anche per queste tipologie di prodotto. Pietro Russo, in un'intervista a Wine Meridian, racconta la sua visione sulle tendenze emergenti e discute anche di altre dinamiche che influenzano il settore vinicolo. Parlando della crescente domanda di vini dealcolati, il terzo Master of Wine ha espresso il suo parere: «Questo trend può rappresentare una grande opportunità per assorbire volumi di vino invenduto», un'opinione molto diversa da quella espressa in un'intervista al Gambero Rosso da Josko Gravner, uno dei padri della Ribolla macerata, secondo cui non possono essere chiamati vini. Tuttavia, spiega Russo, c'è da considerare anche la regolamentazione italiana, che non facilita l'ingresso in questo segmento, al contrario di paesi come Germania e Spagna che sono molto più avanti sia a livello normativo sia tecnologico. Nelle ultime settimane anche il ministro Francesco Lollobrigida, da sempre contrario a questa tipologia di prodotto (qui la nostra intervista), ha aperto un dialogo con le associazioni di settore promettendo un tavolo per stabilire le regole di produzione.
Nuovi trend del settore
A livello internazionale, il mercato dei vini low e no alcol è in crescita e ha registrato al 2023 un giro d’affari di oltre 13 miliardi di dollari (circa 12 miliardi di euro), nonostante l’Italia rappresenti solo una piccola quota di questo mercato emergente (nel nostro paese la produzione è vietata, si può invece dealcolare all'estero), si stima che entro la fine del 2024 i consumi di vino e bevande low e no alcol - secondo i dati Iwsr - cresceranno del 6 per cento. «L’Italia sta guardando, non si sta muovendo da protagonista. Sicuramente il segmento low alcol lo sentiamo più nostro, penso che ci sia una attenzione crescente verso il grado alcolico e nei confronti di vini più beverini e approcciabili. Ci sono diverse tecniche per arrivare a questo obiettivo, in primis a livello agronomico e successivamente in cantina», afferma il Master of Wine. Mentre per quanto riguarda il vino in lattina e RTD (cocktail ready to drink), Russo sostiene che siano una risposta alle esigenze di un mercato sempre più orientate verso la sostenibilità e l'innovazione nel packaging, affermando che questo tipo di prodotto potrebbe attrarre una nuova fascia di consumatori, soprattutto i più giovani.
L'annoso problema delle estirpazioni
Russo ha anche parlato dell'estirpazioni dei vigneti, una misura già in atto in paesi come Francia e California, atti a contrastare la sovrapproduzione. Sul tema l'Italia è sostanzialmente divisa in due: ci sono molte piccole cantine che sono contrarie, mentre i grandi gruppi si lascerebbero tentare. «Dobbiamo chiederci anche se le misure OCM hanno effettivamente aumentato il valore o solo dopato il sistema e spinto le aziende a realizzare impianti in zone non vocate, dove storicamente non esisteva la vite e che necessitano di ingenti risorse idriche», ha risposto a Emanuele Fiorio di Wine Meridian, mettendo in evidenza la necessità di un bilancio tra produzione e consumo. «Soprattutto in alcune zone vocate del Meridione dove la redditività dei vigneti è già bassa, bisogna preoccuparsi di tutelare e preservare la quota di viticultura tradizionale. In questi territori va realizzato un lavoro diverso, di valorizzazione delle produzioni e di implementazione delle opportunità di lavoro per i giovani, se si estirpa ci saranno grossi problemi a livello socioeconomico e di sistema».
I nuovi mercati del vino
Nonostante il calo delle esportazioni nel 2023, il Master of Wine vede una notevole resilienza nel vino italiano, «a fronte di un calo dei volumi vedo un aumento del valore», ha affermato, sottolineando come il comparto stia facendo un buon lavoro. «Penso che il nostro settore abbia un grande potenziale di crescita malgrado i numeri che mettono in luce un momento di transizione». Tra i mercati emergenti per il vino italiano, invece, Russo cita quelli del sud-est asiatico, come India, Vietnam, Thailandia e Corea del Sud, dove il consumo di vino è in costante crescita. Ha menzionato poi anche la Polonia come un mercato interessante con un grande potenziale e «il Brasile è molto attratto dall’italianità e, a prescindere dai dati, questo fattore è rilevante».
Per quanto riguarda le politiche europee sempre più stringenti contro l’alcol, Russo ha manifestato preoccupazione: «È estremamente difficile prevedere come si muoveranno queste lobby», ha detto, evidenziando il rischio che queste politiche possano avere un impatto negativo sulle generazioni future e ha sottolineato l'importanza di un impegno politico per contrastare le pressioni e preservare il ruolo culturale e sociale del vino in Italia. Russo ha anche discusso delle strategie per avvicinare i giovani al consumo di vino, suggerendo che l'industria deve adattarsi ai loro interessi e modi di comunicare, citando positivamente i "wine rave" (ne avevamo parlato qui), e ha suggerito che abbinamenti come vino-musica, vino-arte e vino-cultura potrebbero essere altrettanto metodi efficaci.