Premio Vitivinicoltura Sostenibile
Recitiamo il Mea culpa: avremmo dovuto premiare quest’azienda già anni fa, quando è stato introdotto questo riconoscimento sulla Guida, E sì, perché Marco Caprai non è un parvenu del settore, non è uno di quei soggetti che si pavoneggiano su macchinette elettriche tra le vigne che sanno tanto di greenwashing. In Caprai si applicano protocolli di sostenibilità da ormai vent’anni, e non si tratta di chiacchiere. Ogni anno l’azienda pubblica un bilancio di sostenibilità di oltre 50 pagine a disposizione di tutti. «Nei primi anni 2000 in un viaggio in Usa ho visto che i vignaioli californiani già si ponevano il problema, e non lo affrontavano solo dal punto di vista ambientale: Da allora è stata una continua ricerca, per noi in Caprai, ma abbiamo capito subito che questo cammino non si può fare da soli, e che bisogna coinvolgere tutti: le altre aziende agricole, il territorio, le istituzioni. E se la domanda di sostenibilità nasce inizialmente per un’emergenza ambientale, non ci si può limitare solo a quell’ambito». Marco non è un paladino dell’agricoltura biologica o biodinamica: «Credo nella tecnologia, nella ricerca scientifica, nell’innovazione: se oggi le superfici biologiche sono cresciute a dismisura in viticoltura, registriamo anche una crescita esponenziale delle patologie della vite. Guardiamo il problema troppo da vicino. Non abbiamo bisogno di slogan, ma di dati scientifici…».
Tecnologia e sostenibilità
Così mentre portava avanti studi e sperimentazioni che hanno proiettato il Sagrantino di Montefalco tra i grandi vini italiani e gli hanno dato risonanza internazionale (prima del suo successo il Sagrantino veniva prodotto in quantità esigue ed era più che altro consumato localmente), la Caprai ha coinvolto le università e i ricercatori, ed è diventata un campo di sperimentazione avanzata. Coinvolgendo il territorio, tutte le aziende della filiera, fino ad arrivare alla New Green Revolution di qualche anno fa che ha portato la denominazione Montefalco ad utilizzare il 75% in meno di fitofarmaci grazie agli strumenti scientifici più moderni. «Le nuove tecnologie di raccolta dei dati di campagna ci permettono previsioni esatte sull’insorgenza delle malattie… i Big Data permettono un’agricoltura a bassissimo impatto, ma produttiva e sostenibile, economicamente, per le aziende». Tante buone pratiche insieme fanno la sostenibilità, e in questo Caprai è un modello: pensate che dal 2016 la maggior parte dei lavoratori assunti dall’azienda sono richiedenti asilo che vengono inquadrati come salariati agricoli, e formati attraverso corsi continui. Questo è solo un accenno al perché abbiamo scelto Caprai quest’anno. Quello che fa è molto di più e lasciamo che lo scopriate voi in una visita all’azienda o sul territorio. Non dimenticate però che i suoi Montefalco Sagrantino e Rosso di Montefalco non sono solo belli da pensare ma… anche buonissimi da bere.
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a cura di Marco Sabellico