Basta discussioni. Lollobrigida presenta il decreto sui vini dealcolati: via libera entro Natale

26 Nov 2024, 17:38 | a cura di
Anche i no alcol saranno chiamati vini, ma rimangono fuori Dop e Igp. Soddisfatte le associazioni che propongono solo piccole modifiche prima dell'approvazione: Uiv cerca compromesso sulle accise, mentre Cia chiede risorse ad hoc

Lollobrigida accelera sui vini dealcolati e fa un passo indietro rispetto alle ultime dichiarazioni (fino all'ultimo mi batterรฒ per nn chiamarli vini). Dopo mesi di stallo โ€“ compreso il giallo del doppio decreto conteso tra Masaf e Mef - il ministro dellโ€™Agricoltura ha finalmente convocato la filiera a via XX Settembre per presentare lo schema del decreto che dovrebbe dare il via libera alla produzione di vino no e low alcol anche in Italia.

la filiera vino riunita al Masaf dal ministro Francesco Lollobrigida

Ok alla dealcolizzazione ma non per Dop e Igp

Il testo riprende in larga parte le linee tracciate dalla normativa europea, a partire dalla definizione e classificazione dei vini dealcolizzati (titolo alcolometrico non superiore a 0,5%) e parzialmente dealcolizzati (titolo alcolometrico superiore a 0,5% ma inferiore al minimo della categoria originale). E specifica che la delacolizzazione non sarร  consentita ai prodotti Dop e Igp. Per quanto riguarda le modalitร  di dealcolizzazione si fa riferimento ai processi stabiliti dallโ€™Ue, ovvero parziale evaporazione sottovuoto, tecniche a membrana e distillazione. Sarร  vietato di aumentare il tenore zuccherino del mosto e aggiungere acqua o aromi esogeni al prodotto, mentre sarร  consentito il recupero e riutilizzo dell'acqua e degli aromi endogeni dalla soluzione idroalcolica derivante dal processo, a condizione che avvenga in un circuito chiuso e automatico.

I paletti del Masaf

ยซIl provvedimento - dice il Masaf con una nota ufficiale - nasce a seguito del regolamento (Ue) 2021/2117 che ha introdotto la possibilitร  di effettuare la pratica enologica della dealcolizzazione per ridurre, parzialmente o totalmente, il tenore alcolico nei vini. Attraverso un prezioso lavoro di mediazione tra le diverse istanze del mondo associativo, il Ministero ha lavorato per formulare un decreto che mira a fornire un quadro normativo chiaro e conforme alle disposizioni europeeยป. Lollobrigida ci tiene, perรฒ, a precisare che il decretoย mira a rispondere alle nuove esigenze mantenendo al contempo l'eccellenza e la tradizione del settore vitivinicolo italiano. Ed elenca tre elementi principali del provvedimento: il divieto di dealcolazione per i vini Dop e Igp; la produzione in struttureย dedicate, fisicamente separate da quelle utilizzate per la produzione vitivinicola, con registri digitalizzati e licenze autorizzative; l'obbligo di etichettare prodotto attraverso la dicitura dealcolizzato o parzialmente dealcolizzato.

Infine, ribadisce che in questo modo ยซle aziende italiane potranno competere con gli altri produttori europei giร  presenti sul mercato del dealcolizzato, senza diminuire le azioni di tutela nei confronti del comparto vitivinicolo di qualitร  nรฉ nella promozione del suo valore culturale e di rappresentanza del Made in Italyยป.

Il compromesso sulle accise

Unione italiana vini, da sempre in prima linea nella spinta ai dealcolati, parla di un ยซbuon decretoยป e auspica che lโ€™approvazione avvenga entro Natale e parla di un ยซimportante cambio di marciaยป, convinta che ยซl'introduzione di queste nuove categorie di prodotti da una parte possa rappresentare per il settore un allineamento con i competitor europei a tre anni di distanza dalla pubblicazione del regolamento comunitario, dallโ€™altra offrire nuove opportunitร  per il settore vitivinicolo italiano, aprendo a nuovi mercati e target di consumatoriยป. In questo modo, si potrebbe trovare un compromesso sulle accise: via libera dove l'alcol venga utilizzato per latri scopi, niente niente tariffe aggiuntive lรฌ dove lโ€™alcol venga eliminato. Ci sono, poi, altri aspetti migliorabili, secondo l'associazione guidata da Lamberto Frescobaldi, che si legano, in particolare, alla possibilitร  di consentire che le operazioni di dealcolizzazione possano avvenire nello stesso stabilimento dove avvengono le operazioni di vinificazione/imbottigliamento.ย 

Il dubbio sul nome: dealcolati o dealcolizzati

Anche secondo Cia, ยซil decreto sui dealcolati va nella giusta direzione, ma โ€“ ribadisce lโ€™associazione guidata da Cristiano Fini - sono necessari accorgimenti sostanziali. Bisogna prima di tutto finanziare il decreto e permettere alle imprese vitivinicole, cosรฌ come giร  avviene per lโ€™imbottigliamento del vino, di affidarsi al contoterzismo nazionale anche per arrivare al dealcolato o parzialmente dealcolato tra lo 0,5% e il 9%. Inoltre, stando alle potenzialitร  delle tecnologie attuali, non si puรฒ destinare il sottoprodotto risultato della dealcolazione al solo bioetanolo, ne va ampliata la possibilitร  dโ€™uso a livello industrialeยป. Infine, Cia suggerisce di usare di sostituire lโ€™espressione dealcolizzati con dealcolati.

La paritร  competitiva con gli altri Paesi

ยซIl decreto, frutto di una proficua riflessione convergente tra le diverse componenti della filiera e il Ministero - รจ il parere di Piero Mastroberardino, vice presidente di Federvini - da un lato punta a ristabilire condizioni di paritร  competitiva con gli altri Paesi produttori, per altro verso ha lo scopo di integrare, non sostituire, le tipologie di prodotto che rappresentano gli output della filiera nazionale, che deve proseguire lโ€™opera di consolidamento del proprio ruolo guida nella crescita di valore e nel contempo sostenere il potenziale produttivo e il rapporto con i mercatiยป.

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