Nonostante un’annata dal raccolto più scarso, Laurent Delaunay, presidente della Bivb (L’ufficio interprofessionale dei vini della Borgogna) ha affermato che la Borgogna sia «in una posizione favorevole con una crescita positiva sia nel mercato francese che in quello delle esportazioni», una condizione che deriva anche grazie alla grande qualità che contraddistingue l’annata 2024.
Un'ottima annata
Dopo l'eccellente annata, sia in termini di qualità che di quantità, del 2023, la 2024 ha posto diverse sfide ai viticoltori in ogni fase del ciclo di crescita. Alle precipitazioni molto superiori alla media, distribuite in modo disomogeneo, si sono aggiunti episodi di gelo e grandine localizzati che hanno determinato gravi danni. «Condizioni che hanno creato terreno fertile per le malattie della vite, richiedendo sforzi immensi durante tutta la stagione di crescita per proteggere il raccolto» si legge sul report dell’annata del Bivb. Eppure in un quadro così difficile, non sono mancate le buone notizie a riguardo della qualità dei vini. «Le fluttuazioni climatiche stagionali hanno avuto un impatto significativo sulla vendemmia. Ma un'attenta cernita e un meticoloso lavoro di vinificazione sarà in grado di esprimere tutto il suo potenziale, dando vita a deliziosi vini, sia bianchi che rossi».
Altro punto su cui il Bivb rimane ottimista è sulla previsione che i prezzi rimarranno «abbastanza ragionevoli» con quest’ultima annata, senza che si ripeta l'impennata dei prezzi del 2021, in cui le scorte di vino sono state colpite dalle gelate primaverili. «La 2022 e l’abbondante annata 2023 hanno garantito ampie scorte e prezzi ragionevoli», ha affermato Laurent Delaunay. Una condizione ben diversa dalla 2021 che per via dei danni dovuti alle gelate primaverili ha portato ad avere «prezzi alle stelle e a una crescita negativa. Uno scenario che ha visto le vendite aumentare «del 1,6% nella campagna 2023-2024 rispetto a quella del 2022-2023», ha detto il Bivb.
Export in positivo
Non solo, «le esportazioni nella prima metà del 2024, sono aumentate del 4,6% in volume e del 3,7% nel fatturato rispetto all'anno precedente, superando la soglia dei 900 milioni di euro per la prima volta in un decennio, arrivando a quasi 926 milioni di euro». Un dato che Delauney attribuisce a una richiesta globale per il vino di Borgogna a prezzi ragionevoli. «Una volta che i prezzi sono sotto controllo, i consumatori hanno voglia di assaggiare la Borgogna». Il Bivb ha registrato una crescita positiva negli Stati Uniti, con vendite di valore in aumento del 14,6% e del 7,4% in volume, in Canada un aumento del 9% in volume e dell'8% in valore. Delauney ha ravvisato anche una “rinascita” dei mercati asiatici, con la Cina che ha mostrato un aumento del 35% in volume dall'inizio dell’anno.
Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Svezia e Giappone, attualmente, rappresentano quasi il 60% dei volumi di esportazione della Borgogna e poco più del 50% delle vendite, ma Australia, Corea e Brasile sono stati identificati come i tre nuovi potenziali mercati emergenti.
Una condizione in contrasto con l’altra grande faccia del vino francese. Bordeaux, tra estirpazioni, calo delle vendite, un 2024 contraddistinto da un’epidemia di pernospora e una corsa alle vendite delle proprietà degli imprenditore cinesi sta vivendo un periodo piuttosto complicato. Una crisi di cui ha parlato anche Michel Bettane sul magazine di World of Fine Wine mettendo a nudo ciò che non funziona più nel commercio interno della regione.