"Hoyos" e "zanias": guida alla viticoltura eroica delle Canarie

1 Lug 2024, 16:37 | a cura di
Tra i terreni neri e sabbiosi di Lanzarote, con precipitazioni medie annuali che oscillano tra i 200 e i 400 millimetri, sorgono vigneti unici, piantati in "hoyos". Le quattro zone vocate alla viticoltura - La Geria, Tinajo, San Bartolomé e Teguise - offrono microclimi straordinari

Il paesaggio è quasi surreale: visti dall’alto, i vigneti di Lanzarote sembrano le squame giganti di un pesce mostruoso. La vite viene piantata in grandi crateri di sabbia nera (hoyos), circondata da muretti a mezzaluna di pietra lavica, per proteggere ogni pianta dalla calima, un vento secco e caldo proveniente dal deserto africano, e dai venti freddi e incessanti che soffiano da nord-est, gli alisios. La vite è alimentata da un terreno vulcanico, ricco di minerali, che trattiene acqua e funge da pacciamatura naturale, bloccando l'umidità all’interno degli hoyos e rilasciandola lentamente alle radici. Così l’isola ha saputo trasformare le sue asperità in qualcosa di unico e prezioso per la viticoltura. Purtroppo, la piccola produzione e l’isolamento geografico limitano le esportazioni di vino, e la mancanza di conoscenza sui mercati internazionali frena il loro potenziale.

La vite, una storia di adattamento

Lanzarote è un'isola forgiata dal fuoco. Le eruzioni che sconvolsero l’isola tra il 1730 e il 1736 ebbero origine da un complesso vulcanico chiamato Timanfaya (un vulcano ancora attivo e profondo 13 metri), situato nella parte sud-occidentale dell'isola. Prima delle eruzioni vulcaniche del 1730, Lanzarote era una terra fertile dove si coltivavano cereali, ortaggi e frutta. L'agricoltura era un'attività fondamentale per l'economia locale e rappresentava la principale fonte di sostentamento per la popolazione. Dopo l’esplosione, le colate di lava e la cenere vulcanica, da molti considerata una maledizione, si rivelarono in realtà una preziosa risorsa. Il "rofe" – così viene chiamata la cenere vulcanica - ricoprì gran parte dell'isola, creando un nuovo suolo. Durante i lavori per dissodare il terreno e raggiungere lo strato fertile sottostante, gli agricoltori scoprirono una proprietà inaspettata del rofe: la sua capacità di trattenere l'umidità.

Hoyos e Zanjas

Con un paesaggio lunare che si estende a perdita d'occhio, le vigne, piantate in crateri di sabbia nera, sono il frutto di una lotta costante tra l'uomo e la natura. Qui, i vignaioli hanno dovuto inventare tecniche uniche per coltivare la vite: ogni pianta viene protetta da piccoli muri semicircolari di pietra vulcanica, chiamati "zocos", che servono a difenderle dal vento e a conservare l'umidità del terreno. Il metodo di viticoltura tradizionale, chiamato "hoyos", prevede la piantumazione di almeno tre viti in una buca conica scavata nella sabbia vulcanica e contornata da rocce, posizionate a mezzaluna intorno alle viti, spesso alte fino a tre metri e larghe cinque. Il metodo moderno, invece, noto come "zanias", vede impianti più fitti e protezioni lineari, adattandosi meglio alle esigenze di viticoltura e richiedendo meno lavoro di costruzione e manutenzione.

 

I vitigni prefillossera

Le zone produttive dell'isola sono quattro: La Geria, Tinajo, San Bartolomé e Teguise, con alcune viti che superano i 200 anni di vita (chiaramente prefillossera). Inoltre, il substrato sabbioso non consente l'impiego di mezzi meccanici, potendola definire così una viticoltura eroica a tutti gli effetti. La vendemmia, a Lanzarote, avviene nel mese di luglio, per permettere ai vini di mantenere la loro acidità e freschezza, caratteristiche distintive dei bianchi dell’isola. Il vitigno più coltivato è la malvasia vulcanica (malvasía volcánica), una varietà che ha trovato in queste terre la sua espressione più autentica. Ma Lanzarote non è solo malvasia: tra le vigne si possono trovare anche Listán Blanco, Listán Negro, Diego e Moscatel, che contribuiscono alla varietà della produzione vinicola dell'isola e producono vini di grande carattere e complessità aromatica.

Le Bodegas

Le bodegas di Lanzarote, così vengono chiamate le aziende vinicole, si integrano perfettamente con il paesaggio vulcanico dell'isola. Molte di esse sono costruite in pietra vulcanica e presentano un design minimalista che si ispira all'architettura tradizionale delle Canarie. Bodega El Grifo, nell'area naturale di La Geria, racconta la storia di Lanzarote. Fondata nel 1775, è l’azienda vinicola più antica dell’isola. La cantina, situata nella tenuta El Grifo, appartiene all'attuale famiglia Otamendi Rodríguez Betancourt dal 1880, ed essendo la più antica delle Isole Canarie (e una delle 10 più antiche della Spagna), ha all’interno un museo del vino, dove osservare l’affascinante storia della viticoltura canaria. Bodegas Stratvs, nata nel 2008, è nota per il suo design architettonico unico ed affascinante, perfettamente in sintonia con il paesaggio circostante. Bodeguita Vega Volcán è invece una piccola cantina a conduzione familiare, e rappresenta l'anima della viticoltura artigianale di Lanzarote. Gestita dalla famiglia Vega, il proprietario è un avvocato e vignaiolo appassionato. Nonostante il fascino casalingo, Vega Volcan prende sul serio il suo vino, mostrandosi come luogo ideale per un’esperienza intima e locale.

 

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