Via libera alle sottozone della Valpolicella. Il presidente del Consorzio Marchesini: "Saranno undici"

6 Giu 2024, 13:45 | a cura di
Ci vorrà un anno per definire le aree e poi partirà l’iter burocratico legislativo. Una vittoria per chi ci aveva creduto da sempre come l'associazione Val di Mezzane

La Valpolicella avrà le sue sottozone. Dallo scetticismo iniziale, che riguardava anche il Consorzio, alla fine il percorso è stato attivato e a confermarlo è proprio il presidente dell'ente di tutela Christian Marchesini. «Stiamo lavorando in questo senso per volere del Consiglio – ha detto Marchesini al Gambero Rosso - ci sono tante tappe da attraversare e molte valutazioni da fare, soprattutto in merito alle vallate con studi approfonditi tra cui anche il rilievo ideografico, per definirle bene, affidato al pedologo Giuseppe Benciolini. Saranno 11 in totale e ci saranno delle restrizioni produttive ma è prematuro parlarne ora». Tra queste ci saranno sicuramente Illasi, Valpantena, Val di Mezzane, Val Squaranto, Avesa Quinzano, Negrar. Interesseranno tutte le denominazioni di origine: l’Amarone, il Recioto, Valpolicella e Valpolicella Superiore e il Ripasso.

La dialettica con l'associazione Val di Mezzane

È quindi stata accolta dal Consorzio anche la richiesta di più voci di vignaioli come quelli dell’associazione Val di Mezzane che si era costituita proprio lo scorso febbraio battendosi per questo obiettivo, sollecitando il progetto di zonazione e quindi definizione delle diverse aree (tra cui Valle di Mezzane) in base a criteri che rispecchiano la morfologia del territorio, i differenti climi e suoli.

Anche il Master of Wine e vice presidente del Consorzio Andrea Lonardi si è espresso favorevolmente sull’argomento. «Si tratta di un lavoro molto importante in linea con la volontà dì valorizzazione del territorio e delle tendenze del momento. Il concetto delle Vallate rende la Valpolicella unica. Le caratteristiche da vallata a vallata sono differenti per origine geologica e per vicinanza o meno ai Monti Lessini, per esempio. Non è una questione di identificazione qualitativa, meglio o peggio tra loro, ma di appartenenza. Anche la pedogenesi è molto importante. Il valore di questo lavoro - conclude- sta proprio nel l’identificazione specifica, capire l’elemento di differenziazione e unicità. Un po’ come le Pievi a Montepulciano, se si vuole».

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