Dal 13 maggio è in vigore il nuovo regolamento sulle Indicazioni geografiche (Ig), dopo la pubblicazione del testo nella Gazzetta ufficiale europea lo scorso 23 aprile. Per vino, bevande alcoliche e prodotti agricoli, il regolamento prevede lo stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di Dop e Igp. Tra queste, il Prosek croato o l'aceto balsamico cipriota che, a questo punto, non potranno essere indicati in etichetta con nomi che evochino analoghi prodotti a Ig già registrati in Unione europea.
Le principali novità della Riforma
La Riforma sottolinea il ruolo centrale della Commissione europea in materia di sviluppo economico del sistema Ig, limitando il ruolo dell’Euipo (l'ufficio brevetti dell'Ue) e rafforza la protezione delle Ig anche online e sui nomi di dominio, ma anche quando le Ig sono utilizzate come ingredienti, attraverso l’obbligo per i trasformatori di informare i gruppi di produttori riconosciuti quando utilizzano il nome registrato nei prodotti trasformati. Prevista la possibilità per gli Stati membri di rafforzare tale procedura, come già avviene in Italia. Tra le altre disposizioni, il nuovo regolamento aumenta la protezione anche nel caso di prodotti che sfruttino indebitamente la reputazione delle Ig: è il caso del Prosek o dell’aceto balsamico e cipriota. Il rafforzamento dei gruppi di produttori è perseguito, invece, attraverso l’introduzione di numerosi poteri e responsabilità, lasciando però alla sussidiarietà degli Stati la definizione di alcune disposizioni, come quelle sui contributi obbligatori per tutti gli operatori, anche se non aderenti. Infine, la sostenibilità, intesa nelle sue dimensioni sociali, ambientali, economiche e di benessere e salute degli animali, i cui relativi impegni da rispettare nella produzione saranno concordati dai Consorzi di tutela ed evidenziati in un rapporto di sostenibilità.
Origin Italia chiede un tavolo governativo
Origin Italia (l'Associazione italiana che rappresenta i Consorzi delle Ig, che riunisce 79 enti di tutela, pari al 95% delle Ig italiane) chiede con l'entrata in vigore del regolamento un «tavolo governativo per l'attuazione del nuovo regolamento delle Ig in Italia». Dal 2020, come ha ricordato il presidente Cesare Baldrighi, Origin ha contribuito alla stesura del regolamento portando sui tavoli di consultazione le esigenze dei Consorzi italiani: «Le stesse che in gran parte sono state recepite dal testo unico ma ora - sottolinea - è fondamentale che il Masaf recepisca le priorità del mondo dei Consorzi di tutela nel trasferire le direttive della riforma nel nostro Paese, dove il Sistema delle Ig rappresenta una importante voce economica, oltre che sociale e rappresentativa del made in Italy».
Parola fine sul caso Prosek
Il Prosek è «un dossier chiuso», ha sottolineato Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. «Questo nome è nostro e nessuno potrà mai utilizzalo in Europa come "menzione tradizionale", per indicare un vino che vuole solamente evocare le nostre bollicine, ma non ha nulla di Veneto». Il governatore ha ricordato che Prosek è un nome che appartiene all'Italia: «C’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero ministro delle Politiche agricole, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene». La motivazione è anche storica: «Le prime citazioni del nome "Prosecco" con riferimento al vino - ricorda - risalgono infatti al XIV secolo. Ed esiste una cartina geografica storica in cui la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico».
Primato italiano
Se è vero che l'impianto legislativo europeo protegge meglio i prodotti di qualità, la strada per una reale tutela delle Ig resta una sfida per il futuro. Soprattutto per l'Italia che, all'interno dell'Ue, vanta il primato per numero di Ig, con 892 prodotti riconosciuti (tra alimentari, vini e liquori) per un valore di oltre 20 miliardi di euro e 890mila persone impegnate nelle filiere, come ha ricordato la Coldiretti. Ma va anche detto che dalla difesa del sistema delle Ig europee dipende la lotta al falso made in Italy agroalimentare, che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro.