La grande incognita della vendemmia 2022 si chiama siccità. La lunga assenza di precipitazioni, che nel primo semestre ha significato un -45% in media per tutta l’Italia, potrebbe costare cara a un settore vitivinicolo già messo a dura prova dall’impennata dei costi di produzione e dalla carenza di materie prime. La campagna 2021 ha regalato oltre 50 milioni di ettolitri di vino. Quest’anno, l’impatto della crisi climatica, se non ci saranno sensibili miglioramenti nei prossimi mesi, potrebbe determinare una flessione del potenziale produttivo, soprattutto nel Nord Ovest, dove è mancato circa il 65% di piogge tra gennaio e giugno.
Stress idrico. Quasi assenti le gelate
I Consorzi di alcune delle principali Dop del Centro Sud Italia, interpellati dal Settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso nel consueto sondaggio pre-vendemmiale, sono generalmente prudenti: alcuni stimano netti rialzi nei quantitativi di uve ma non nascondono le preoccupazioni per l’impatto negativo di un agosto senza soluzione di continuità coi torridi mesi di giugno e luglio. Siccità a parte, in linea generale, durante l’anno non si sono registrate gelate significative tali da compromettere i raccolti, ma non sono mancate le grandinate che hanno colpito, come spesso accaduto, a macchia di leopardo. Fortunatamente, la situazione italiana appare migliore rispetto a Paesi competitor come la Francia, dove oltre 30mila ettari di vigneto, dall’Alsazia ai Pirenei (su tutti Bordeaux e Cognac), sono stati gravemente colpiti dalla grandine nella seconda decade di giugno, secondo stime delle Camere dell’agricoltura e delle associazioni di settore, preoccupate ora per le alte temperature e la mancanza di precipitazioni.
Uve in salute: poca umidità e poche malattie
Le buone notizie per il vino italiano vengono dal fronte fitosanitario. Perché la carenza d’acqua e la scarsa umidità non hanno favorito la diffusione delle principali malattie della vite, come peronospora e oidio. Inoltre, le temperature miti di primavera hanno consentito un rapido iter vegetativo e, pertanto, la 2022 si presenta come una vendemmia in anticipo per molti distretti.
Prima vendemmia con il protocollo di sostenibilità nazionale
Infine, quella di quest’anno sarà la prima vendemmia sostenibile. L’Italia, attraverso il Mipaaf, ha adottato per il 2022 un disciplinare unico nazionale e un sistema di certificazione (volontario) che, prendendo le mosse del protocollo Sqnpi (di lotta integrata) per poi estendersi alle altre (tra cui lo standard Equlitas), abbraccia la fase agricola fino a quella di post raccolta e trasformazione analizzando i tre pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale ed economico.
I distretti del centro sud Italia
Qualcuno ha cominciato a raccogliere, in Sicilia, ma la gran parte della vendemmia deve ancora cominciare. Abbiamo chiesto ai vari distretti del vino una previsione, raccogliendo stime e testimonianze in tutta Italia. Partendo dal centro per spingerci verso il sud. E poi passare verso il nord (lo troverete nei prossimi giorni).
Toscana
In questa prima parte del sondaggio a campione relativo al Centro-Sud, si parte dalla Toscana e dall’areale del Chianti Docg, dove il tetto degli 800mila ettolitri, che significa una vendemmia piena (dopo un 2020 a 646mila/hl e un 2021 a 613mila/hl), sembra alla portata. Il Consorzio guidato da Giovanni Busi parla di stato delle uve “ottimale in termini sanitari e di quantità" ma la siccità pesa: "auspichiamo si manifestino nelle prossime settimane eventi pluviometrici, altrimenti le viti andranno sotto stress idrico con ripercussioni sulle quantità, le cui stime dovranno essere riviste al ribasso”. Mente nella Docg Chianti Classico la stima sul 2022 è “in linea col 2021” fa sapere il Consorzio del Gallo Nero che aggiunge "la siccità per adesso non ha inciso sullo sviluppo dei grappoli. Le piogge di aprile e dei primissimi giorni di maggio hanno permesso alle viti di attingere a buone riserve di acqua e nutrienti minerali”. L’allegagione è risultata precoce di due settimane e a luglio, l’invaiatura è stata favorita dall’ampia escursione termica. E se le notti di agosto saranno più fresche, la raccolta del Sangiovese è prevista per la seconda decade di settembre.
Lazio
La Dop Frascati potrebbe quest’anno rialzare i livelli produttivi e l'inizio della raccolta si può ipotizzare dopo la metà di settembre "ma se perdura questa siccità la quantità di uve potrebbe avere una notevole diminuzione” spiega il presidente consortile Falice Gasperini.
Abruzzo
Il Consorzio vini d’Abruzzo (33mila ettari, 200 soci, 1,5 mln/hl a Doc e 130 milioni di bottiglie) parla di presupposti ottimali, di ottimo stato fitosanitario e di una situazione siccità non drammatica: “Si è fatta sentire nel 2021 mentre quest’anno è andata meglio. Attorno al 10 giugno, abbiamo avuto un episodio di pioggia che ha favorito lo sviluppo armonico dell’iter vegetativo delle piante. Non c’è alcuna situazione di stress idrico" dice il presidente Valentino Di Campli. Tuttavia manca un mese per i precoci, due per le uve trebbiano e poco più per la varietà Montepulciano.
Campania
In Campania, nella Dop Sannio, il quadro è meno critico sul fronte delle riserve idriche, grazie a un tardo autunno particolarmente piovoso e a un’importante precipitazione registrata a inizio giugno. L'inizio raccolta è in anticipo di qualche giorno rispetto al 2021 (si parte col fiano a fine agosto, poi la falanghina). Leggero deficit pluviometrico per i vini d’Irpinia, dove lo scorso anno sono stati raccolti oltre 150mila quintali di uve tra le Docg Fiano, Greco, Taurasi e la Doc Irpinia, buone le previsioni sulle quantità, dopo le piogge di giugno: “Le stime sono in rialzo” fa sapere il Consorzio, e lo stadio fenologico generale è in anticipo tra gli 8 e i 10 giorni rispetto alle medie.
a cura di Gianluca Atzeni
La versione completa di questo articolo è stata pubblicata sul Settimanale Tre Bicchieri del 21 luglio 2022 dove abbiamo registrato le previsioni delle Dop Nobile di Montepulciano e Doc Maremma Toscana, Dop Montefalco, Consorzio della Doc Salice Salentino, Dop salentina del Primitivo di Manduria, Dop Aglianico del Vulture, Doc Terre di Cosenza, Doc Cirò e Melissa, Doc Etna, Doc Sicilia, e raccontiamo della situazione in Sardegna.
Per riceverlo gratuitamente via e-mail ogni giovedì ed essere sempre aggiornato sui temi legali, istituzionali, economici attorno al vino