Si chiama Alberto Massucco, vive a Castellamonte, nel Canavese. Ovvero in Piemonte, terra di grandi vini. Ma lui, imprenditore da generazioni nel settore della metalmeccanica, ha da sempre una passione totale per lo champagne. Fin da ragazzo, racconta.
“Ho sempre amato lo champagne. Poi cinque anni fa conosco Alberto Lupetti, uno dei cinque più grandi esperti di champagne, e riprendo a viaggiare in Francia, questa volta alla ricerca di piccole maison da far conoscere in Italia”.
Così è diventato prima importatore e poi produttore di champagne: già, perché oggi Massucco è unico italiano a possedere una propria vigna nella regione della Champagne (e ne sta già opzionando una seconda), ed è registrato ufficialmente in Francia come produttore di champagne. La prima annata uscirà dalla sua vigna nel 2024, ma intanto porta in Italia le bottiglie di quattro maison selezionate e ricercate con cura: Rochet-Bocart e Trousset-Guillemart nella zona della Montagne de Reims, Gallois-Bouché nella mitica Côte des Blancs, ed Eric Taillet nella Vallée de la Marne. Maison indipendenti, niente a che vedere con i grandi nomi, che appartengono alla categoria dei “récoltants-manipulants “, vignaioli eroici che raccolgono le proprie uve e pazientemente le trasformano nel “vino dei re”. Un esempio fortemente emblematico, racconta Massucco, è Rochet-Bocart, azienda guidata da “una donna fantastica, Mathilde Devarenne, che resiste alle lusinghiere offerte di grandi maison per continuare a produrre in proprio”.
Uno champagne “italiano”. Con Erik De Sousa
Il passaggio da importatore a produttore è stato quasi naturale, benché niente affatto scontato. Anzi, anche un po’ folle e visionario, se vogliamo. Obiettivo: creare una linea di champagne tutta francese nella forma e nella sostanza, con un tocco di estro italiano. Idea nata dall’amicizia, ora divenuta collaborazione, fra Massucco ed Erick De Sousa (cognome che rivela l’origine portoghese della famiglia), riconosciuto come uno dei migliori produttori di champagne, sede ad Avize, nella Marne. Ed è proprio Erick De Sousa a seguire in cantina la linea Alberto Massucco Champagne e a creare il Millesimato Alberto Massucco Champagne Grand Cru, 100% Chardonnay, con le prime due vendemmie 2018 e 2019, e la Cuvée Mirede, dedicata alla moglie, purtroppo scomparsa. Un'altra firma dello champagne, Jean-Philippe Trousset, sta realizzando per lui un altro prodotto, Mavi, dedicato questa volta alla nipotina Maria Vittoria. E c’è sempre De Sousa dietro allo champagne che sarà prodotto con le uve della vigna francese di Massucco, il primo champagne di un piemontese in terra di Francia. Accolto bene? “Direi molto bene: i francesi hanno apprezzato la mia passione… E hanno persino accettato il mio suggerimento di cambiare i calici per le degustazioni!”
Champagne en liberté & Les Fa’Buleuses
Lo Champagne Alberto Massucco dalla vigna new entry si sta prendendo il suo tempo in cantina, fino al 2024, come s’è detto. Lui per ora porta in giro per l’Italia il suo progetto-format Champagne en liberté, per far conoscere sempre di più le bulles di produttori importanti, ma meno conosciuti da noi. Particolarmente interessante uno dei prossimi appuntamenti in programma: portare da noi Les Fa’Buleuses, un’associazione nata 5 anni fa di 7 donne produttrici di champagne, tutte anche vigneronnes (fra le più attive, proprio Mathilde Devarenne), che coltivano direttamente le proprie vigne e utilizzano le proprie uve (fabulleusesdechampagne.com), e hanno realizzato uno champagne al femminile mixando le uve di tutte.
Alberto Massucco comincerà con l’importare il loro champagne, e conta – emergenze sanitarie permettendo – di far arrivare in Italia proprio le “magnifiche 7” dello champagne. Bella sfida e bel modo di raccontare una passione autentica, per lo champagne e per la creatività femminile: non a caso sono donne la gran parte delle sue collaboratrici, a cominciare dalla responsabile commerciale Cinzia Zanellato, chapeau!
a cura di Rosalba Graglia