Lo spritz salva i conti di Campari. Ma il titolo va giù a Piazza Affari

1 Ago 2024, 15:46 | a cura di
Aperol e bitter restano l'asso della manica del gruppo. Se in Italia e nel Nord Europa il maltempo ha scoraggiato gli aperitivi, in Germania e America la crescita sembra inarrestabile: +7,2% solo negli Stati Uniti

L’aperitivo salva i ricavi di Campari, almeno per ora. Tra consumi sempre più volatili e tonfi in borsa - l’ultimo martedì quando il titolo, già ai minimi da quattro anni, si è tinto di rosso a Piazza Affari - Aperol e bitter rimangono l’asso nella manica della famiglia Garavoglia. Un segmento grazie al quale il gruppo è riuscito a mettere il segno più ai conti del primo semestre, registrando una crescita del 3,8% delle vendite di spirits grazie a un’accelerazione del 6,9% tra aprile e giugno, specie negli Stati Uniti. Eppure sono le incognite sul futuro a pesare su una performance inferiore alle aspettative, malgrado un utile di 219,7 milioni. Un profilo che potrebbe impattare anche sulla seconda parte dell’anno.

Pesano le incognite sul futuro

A mettere in guardia su questo rischio è lo stesso Campari Group, che ha avvertito come alcune condizioni sfavorevoli si rovesceranno sulla crescita nel breve periodo dei margini della società. Certo, nella restante parte del 2024 il gruppo italiano spera di continuare a sovraperformare grazie ai brand che competono in categorie in crescita. Ma, come confermato dallo stesso ceo Matteo Fantacchiotti, salito al comando solo lo scorso aprile, «il settore sta scontando un aumento della pressione competitiva sui prezzi, oltre al meteo avverso che penalizza gli aperitivi con elevata marginalità e all’effetto del rinnovo dei contratti dell’agave». Tradotto: un mix svantaggioso per le vendite che sposterà l’accelerazione del mercato degli alcolici direttamente al prossimo anno. 

Il maltempo blocca la spinta aperitivi in Europa

In effetti, se è vero che la crescita della Davide Campari per la prima parte di quest’anno è stata trainata dalla forza degli aperitivi, è vero anche che il maltempo ha estremamente penalizzato questo stesso business in Europa, Medio Oriente e Africa, la zona Emea per intenderci che rappresenta circa la metà delle vendite dell’azienda di Milano. Basti pensare al fatto che solo in Italia il gruppo Campari al 30 giugno ha registrato una calo del 5,2% a causa del brutto tempo che si è abbattuto soprattutto sul Nord del Paese. La riduzione degli aperitivi, specie dell’Aperol, per via delle condizioni climatiche avverse ha colpito però anche il mercato inglese, con il Regno Unito che ha registrato il -7,2%, e in maniera ridotta anche quello francese con una flessione dello 0,2% lieve ma presente. 

L’eccezione della Germania

Altra musica, invece, per la Germania. La nazione teutonica è infatti l’unico paese del vecchio Continente ad aver fatto registrare a Campari una solida performance del +13,4%, con un'accelerazione nel secondo trimestre che ha portato la crescita al 14,0%. Il merito è di Aperol, che pur essendo lo spirits più impattato dal clima negli altri stati europei, è riuscito a trainare in termini di sell-out i risultati tedeschi, insieme a Sarti Rosa e Ouzo12. Meglio anche gli altri mercati della regione, cresciuti del 13,4% grazie al travel retail globale di Spagna, Grecia e Paesi Bassi

Campari oltreoceano 

Chi invece sembra sempre continuare ad aver voglia di assaporare gli alcolici italiani sono gli Stati Uniti. Guardando ai dati semestrali di Campari, nelle Americhe le vendite sono aumentate del 6,8%, con un +7,2% solo negli Stati Uniti - paese che rappresenta circa il 20% delle vendite del gruppo italiano - grazie alla performance positiva di Espolòn, Grand Marnier e di Aperol. Un risultato che non sorprende, visto che la bevanda della mixology più apprezzata tra gli americani, secondo la classifica stilata da Coffeeness, è proprio l’Aperol spritz. Soprattutto se si pensa al fatto che l’unica categoria di vini italiani che continua ad essere consumata negli Usa sono le bollicine, perfette per essere miscelate all’interno di un cocktail. Ecco perché nonostante il maltempo dell’estate europea, i bitter italiani hanno mostrato ottime performance, con vendite per l’Aperol a +4,7% trainate da Germania e Stati Uniti, accompagnate da quelle del Campari a +9,3% spinte da Brasile, Giamaica, Grecia e Francia. La prova che oltreoceano, e non solo, gli aperitivi italiani sono ancora in ascesa. Un tassello sempre più determinante per il giro d’affari di uno dei leader mondiali delle bevande alcoliche come Campari Group, e ora per la sua inarrestabile corsa al ribasso.

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