"Per Report i produttori di vino sono tutti truffatori, mistifica la realtà". Lamberto Frescobaldi replica a Ranucci

23 Dic 2024, 18:08 | a cura di
Dopo essere stato tirato dentro con Tenuta Ornellaia, il produttore toscano racconta la sua versione dei fatti: "Un'inchiesta basata su un'unica partita di vino legalmente utilizzata per un'Igt di dieci anni fa"

È amareggiato ma sicuro del fatto suo Lamberto Frescobaldi, quando lo raggiungiamo al telefono il giorno dopo l’inchiesta di Report. Stavolta nel mirino di Ranucci&C. son finite le grandi cantine toscane, accusate di comprare vino sfuso anche da fuori regione. Di mezzo ci sarebbe la società toscana Cantine Borghi, che si occupa di compravendita di vino. Ma in questo “pacco regalo” di Natale, l’inchiesta di Raitre mescola ad arte pratiche illecite come la vendita di vino su carta, prodotti realizzati in laboratorio e cantine blasonate. Tra queste c’è anche Ornellaia, la tenuta di Supertuscan del gruppo Frescobaldi. Gruppo che però in trasmissione non ha neanche avuto l’opportunità di raccontare la propria versione dei fatti. Lamberto Frescobaldi lo fa al Gambero Rosso in questa intervista esclusiva.

Vineyard Ornellaia

Domanda retorica: come ha passato la serata di ieri?

Ho guardato un film molto bello su Netflix.

Davvero non ha guardato Report, neppure per curiosità?

Assolutamente no. Report lo guardavo una volta, poi ho visto la poca serietà con cui affrontano l’argomento vino e ho detto basta. La loro è una mistificazione della realtà che fa veramente arrabbiare.

In un anno ben tre inchieste del vino. C’è davvero così tanto materiale torbido da svelare?

La verità mi sembra più semplice: hanno scoperto che il vino fa audience e, quindi, si son divertiti. Tre puntate in 12 mesi è un vero attacco mediatico ad un settore tra i più controllati in Italia.

Tra l’altro non è la prima volta che la mettono in mezzo: stavolta come produttore, la volta scorsa in quanto presidente di Unione italiana vini…

La volta scorsa ho dato loro spago e sono stati davvero sgradevoli, perché hanno tagliato varie frasi qua e là, facendo venire fuori una narrazione sciocca e ricostruita secondo il loro fine. In quel caso si parlava di lieviti nel vino come fossero il male assoluto. L’obiettivo che hanno è dipingere tutti gli altri come truffatori, mistificatori e banditi. Lo schema è sempre lo stesso: vincono sempre loro e tu passi per cretino.

Entriamo nel merito delle cose che vengono mostrate nell’ultima puntata. Nello specifico, per quel che riguarda Tenuta Ornellaia, una partita di vino sfuso da 300 hl del 2015 comprata dall’azienda Borghi. Come risponde?

Parliamo di un’unica fattura del 2015 che, a dire la verità, neanche ricordavo personalmente. Ma che da quel che abbiamo ricostruito fa riferimento ad una partita di vino Igt Toscana usato per una delle nostre Igt aziendali a prezzi più competitivi. Non ce ne sono altre.

Niente a che vedere con i vini top di gamma, come ad esempio Doc Bolgheri?
Non scherziamo.

Ad ogni modo, c’è l’obbligo di rinunciare alla dicitura “imbottigliato all'origine” se dentro c'è vino non aziendale, così come ha detto Report?

Assolutamente no. Fino al 49% del vino può venire da altre cantine senza l’obbligo di scriverlo. Chiaramente non si può dire “integralmente da”.

Nessuno illecito, dunque?

Nessuno. Altrimenti avrei ricevuto notizie dalle autorità competenti. Che poi, se posso permettermi, sarebbe da stupidi fare una cosa del genere con una legislazione così chiara. Come dire vado in autostrada a 200 all’ora e poi mi faccio la foto e la posto. Conviene sempre scrivere solo quel che è vero. Altrimenti sì che ti meriti lo scettro di scemo.

Invece dello scettro, però è arrivato Report che va oltre, insinuando che perfino le autorità competenti facciano finta di nulla per non far crollare il sistema…

Questa è una cosa molto grave. Non viene messa in discussione solo la correttezza delle aziende, ma anche quella degli organi di controllo. Allora, sa che c’è? Buttiamo via questo Paese.

Visto che non ha visto la puntata, le dico che c’è anche dell’altro. Tra il serio e il faceto, ad un certo punto il giornalista Emanuele Bellano mostra come ricreare un vino in laboratorio. È davvero un prodotto così riproducibile?

Se tutto fosse semplice, e i vini si potessero fare in laboratorio come fa credere Report, allora cosa ce ne facciamo dei vigneti che costano un milione di euro? Siamo mica tutti scemi?

Viene, poi, sollevata, una questione legata al prezzo. Se le grandi cantine toscane, come sostiene il servizio, comprano anche vino a basso prezzo, è corretto venderlo a certe cifre?

Il prezzo non lo fa il produttore, ma lo fa il mercato. Se prendi una Fiat 500 e la metti a 500 mila euro non la vendi. È una questione molto banale, altrimenti tutti proverebbero a vendere il loro vino a cento euro.

Farete causa a Report per il danno d'immagine?

Non so. Vedremo.

Dopo il terremoto mediatico che la trasmissione ha generato, cosa si sente di dire ai consumatori per tranquillizzarli?

Il consumatore può stare tranquillo perché quello del vino è uno dei settori più controllati. Che bisogno c’è di mettere sempre tutto in dubbio? Allora, mettiamo in dubbio anche il vigile urbano che fa la multa per divieto di sosta. I giornalisti di Report non sono i salvatori della patria. La loro narrazione è superficiale e pretestuosa.

A Ranucci, invece, cosa vorrebbe dire?

La dico alla Totò: ma mi faccia il piacere!

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