I segnali che il mondo guarda il vino in modo diverso ci sono tutti. Lo si legge nei titoli che parlano di calo dei consumi, nei progetti di espianto delle vigne che ne sono una conseguenza diretta, ma anche sfogliando, casualmente le pagine di un quotidiano e trovano la reclame di una nuova etichetta. «C’è la necessità di un cambiamento» avevamo suggerito in un modo non tanto velato sulla copertina del nostro mensile di aprile con una finta lattina di vino di Bordeaux. Un monito di un possibile futuro, ma anche l’immagine di scelte e gusti che cambiano, a cui troviamo una conferma nella pubblicità di un vino: l’Ice Primitivo dell'azienda Masso Antico, un vino rosso da servire alla temperatura di uno spumante.
Primitivo di ghiaccio
Presentata al Prowein e al Vinitaly, la nuova etichetta di Schenk Italia è prodotta con uve Primitivo raccolte dai vitigni biologici in Salento. La novità? Va ricercata nella temperatura di servizio a cui è consigliata servire il vino. «Il primo rosso da servire freddo ad una temperatura di 8-10°C» si legge sulla retro etichetta. A corredo di questa modalità di servizio viene in aiuto l'etichetta frontale che cambia colore in base alla temperatura. Il rosso vivido del logo, al raggiungimento della giusta temperatura, diventa blu. «Perfetto per le giornate di sole estive» recita la pubblicità. Non è tutto: il vino ha una gradazione alcolica, relativamente bassa, di 12,5 gradi che aggiunge un idea di maggiore bevibilità e leggerezza.
Nuovo volto del Primitivo?
Morbido, avvolgente, fine e caldo. Vitigno bandiera della Puglia, area dove trova il luogo di vocazione, è diffuso nell’Italia meridionale. Il nome è un riferimento alla maturazione precoce delle uve e individua l’uva principale nelle Doc Primitivo di Manduria e Gioia del Colle. I vini rossi prodotti da questo vitigno presentano solitamente un elevato grado alcolico, che insieme alla trama tannica, danno vita ad un vino strutturato, arricchito di profumi di prugna, ciliegia, mora, uva passa, ma anche macchia mediterranea e spezie. Caratteristiche in antitesi con la nuova etichetta dell’azienda Masso Antico. Eppure, in questa nuova veste sembra rispondere a un’esigenza nuova che riguarda le nuove generazioni, ma anche un clima più caldo che chiede vini rinfrescanti e leggeri, piuttosto che sontuosi ed intensi.
Il mondo che cambia
«Negli Usa le vendite di vini rossi nel 2023 sono calate del 9%. Una flessione che riguarda tutte le principali varietà: dal Cabernet Sauvignon (-7%) al Merlot (-12%), per arrivare al -16% del Syrah » ha detto Carlo Flamini, responsabile dell’Osservatorio del vino dell’Unione italiana vini. In Europa non va meglio riguardo al conumo di vino rosso, sia pure quello di una regione rinomata come Bordeaux, ma aumentano invece i consumi dei vini bianchi, rosati e spumanti. Un' inversione di tendenza che si allinea con un clima si fa sempre più caldo, inverni sempre più corti e una voglia di trovare «un vino capace di assolvere al suo compito primo, ovvero essere bevuto senza troppi patemi d'animo» dice Francesco Saverio Russo, autore del sito Wine Blog Roll.
Ma è nel futuro delle nuove generazioni che si vede un cambiamento che sa di “tradimento” e “rivoluzione”. « La Gen Z è molto poco legata al vino e se beve, lo fa in modo molto più “laico” e con un’attenzione maggiore a calorie e grado alcolico» ha detto Flamini, un cambio di rotta dai sapori cercati dai padri orientandosi verso un gusto più consono alla propria, personale, contemporaneità. È qui il punto nodale: sarebbe un errore ignorare le nuove generazioni o chiudere le porte alle novità, tendere l’orecchio al cambiamento in atto, senza rinnegare un passato di tradizioni sembra, per ora, la migliore strada percorribile.