Tempi duri per il vino europeo e trend decrescente per le vendite estere dell'Ue. Lo prevede la Direzione generale agricoltura della Commissione che, per la campagna 2023/24, stima un decremento a due cifre. Se, infatti, il 2022/23 si è chiuso con un export di vino in calo del 3% in quantità (dovuto soprattutto alla flessione dei Dop verso Uk e Usa) ma con un +4% nei valori, sotto la spinta dell'inflazione e grazie alla tenuta delle fasce premium e, infine, grazie al recupero della Russia nella seconda metà del 2023, per la campagna attuale, invece, il quadro è più complicato.
Quadro complicato per l'export
I volumi di vino esportati nel 2023/24, secondo le informazioni contenute nelle documento previsionale sull'agricoltura nel breve termine, diffuse dalla Dg Agri, sono previsti in calo dell'11% a quota 28 milioni di ettolitri, con un conseguente calo anche per il giro d'affari, che diminuirà dell'8 per cento. Principalmente, perché i grandi clienti del vino europeo stanno mostrando, come fanno notare gli analisti degli uffici di Bruxelles, segnali di saturazione del mercato, ed è molto probabile che andranno a consumare le scorte di vino importato negli anni precedenti e rimasto finora invenduto.
Scorte sotto la media quinquennale
Considerando le importazioni, in un mercato europeo in cui all'alta disponibilità di vino si affianca una riduzione della domanda, il trend decrescente degli acquisti di vino dall'estero dovrebbe proseguire anche nel 2023/24 con un -14% a 5 milioni di ettolitri complessivi. Pertanto, le scorte totali di vino nell'Unione europea dovrebbero essere al di sotto della media degli ultimi cinque anni (170 mln/hl), soprattutto alla luce dell'applicazione di misure d'emergenza, come la distillazione sui vini rossi e sui rosati.
Produzione più bassa dal 2017
Sul fronte della produzione, nella campagna 2023/24, la Commissione Ue sottolinea la perdita del 10% dei volumi, l'8% al di sotto della media quinquennale, a quota 143 milioni di ettolitri (cifra più bassa dal 2017/18, come certificato anche dall'Oiv nell'ultimo report congiunturale). Alcuni dei top producer, come Italia (-23%) e Spagna (-21%), trascinano al ribasso le quantità di vino prodotte nell'Europa a 27, nonostante l'aumento registrato in Francia (+8% e primo nella classifica europea, e anche mondiale) e in Portogallo (+11 per cento) nella scorsa vendemmia.
Giovani verso il no-low alcol
Infine, i consumi. Secondo un trend di lungo periodo, il consumo di vino nell’Ue diminuirà leggermente (-1,5%) a 96 milioni di hl, in particolare per i vini rossi: «Le generazioni più giovani - scrive la Dg Agri nel suo rapporto trimestrale - preferiranno altre bevande alcoliche (birre e cocktail) e richiederanno vini analcolici e a basso contenuto di alcol, più facili da bere». Infine, i prezzi alla produzione del vino nell’Ue sono rimasti stabili nella seconda metà del 2023, con dinamiche diverse a seconda del Paese considerato: aumenti moderati in Italia e Spagna, diminuzioni in Francia. La quantità di vino destinato ai cosiddetti altri usi aumenterà fino a circa 33 milioni di ettolitri, dopo le misure di distillazione di crisi messe in atto da diversi paesi membri dell’Unione europea: Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Germania e Ungheria.