Il vino rosato in Calabria ha una tradizione così radicata da non aver mai conosciuto momenti di crisi, neanche quando nel resto d’Italia il suo consumo era sceso a livelli così bassi da essere quasi scomparso. Paradossalmente, prima della rinascita enologica segnata dall’ultimo decennio, il rosato invece è stato l’unico vino su cui i produttori calabresi hanno più sperimentato: dallo sposare uve autoctone e internazionali, all’uso di uve surmature e financo a improbabili maturazioni in barrique.
Persino nella tradizionalista Cirò, ancor oggi sono poche le cantine che insieme a un Cirò non propongono un rosato innovativo. “Producevamo già un rosato tradizionale” ci dicono all’unisono Stefania Carè e il marito Enzo Sestito dell’azienda Brigante “nel pensare quello che sarebbe diventato il nostro rosato alternativo, immaginavano sì un vino diverso, ma senza discostarci troppo dalla tradizione e dal territorio. Facile quindi la scelta del gaglioppo, varietà che si presta benissimo, abbiamo quindi scelto un packaging e un formato da un litro certamente controcorrente, ma da vignaioli, sapevano benissimo che da sola l’immagine non basta. È nato così il progetto Zero, dove per zero si intende senza solfiti, lieviti e filtrazioni”
La linea Zero comprende un rosso e un rosato elaborati come un cru, partendo da una singola vigna, la più alta dell’azienda, quella che arriva a maturazione un po’ più tardi, ma che grazie alle brezze marine e una buona escursione termica, tiene bene l’acidità, mentre il frutto matura perfettamente. Per lo Zero Rosato, utilizzando l’antico metodo “pista e mutta”, quello usato dai loro nonni, si riducono al minimo le pratiche di cantina, limitate alla pigiatura soffice e una breve macerazione sulle bucce, tanto quanto basta a raggiungere il colore voluto. Ottenuto solo dal mosto fiore, dopo la fermentazione spontanea, la svinatura, il vino affina un paio di mesi in acciaio e viene imbottigliato senza filtrazioni e solfiti aggiunti. Eredi di una lunga tradizione di famiglia Stefania ed Enzo, che è anche l’agronomo dell’azienda, gestiscono in prima persona i loro dieci ettari di vigna in zona collinare, coltivati biologicamente, per una produzione di poche migliaia di bottiglie che ben si identificano con il territorio cirotano e la sua tradizione vitivinicola.
Di un bel rosa antico brillante lo Zero rosato ’20 è nitido ed elegante al naso, profumato di frutta e bacche rosse, fragoline, agrumi, violetta selvatica, mentuccia e pepe bianco. Appena tannico il sorso, sapido e fruttato, perfettamente in equilibrio con l’acidità, lunghissime persistenza aromatica e chiusura. Un gran bel vino naturale. che merita i Tre Bicchieri, e conquista il Premio Vino Rosato dell’Anno
Az. Agr. Brigante – Cirò (KR) – Via Sant’Elia, 31 – 333 4135843 – vinocirobrigante.it
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a cura di Massimo Lanza
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