«L’obiettivo e? quello di raggiungere una nuova fascia di clienti, quelli più giovani che ancora faticano a rapportarsi al mondo del vino ma che in realtà già lo consumano, ad esempio, come ingrediente della mixology e che quindi hanno tutto il diritto di sapere cosa stanno bevendo». Sono queste le prime parole che ci dice Giovanna Prandini, titolare di Perla del Garda, quando le chiediamo i motivi della scelta di utilizzare la lattina come contenitore di uno dei suoi vini (su cui Garda Doc nei mesi scorsi ha mostrato un’apertura). «E? un bianco di territorio, certificato, realizzato comunque con vitigno Turbiana ma non a denominazione in quanto il disciplinare del Lugana non contempla al momento questo formato. Il packaging è stato studiato e disegnato da mia nipote Alessia Prandini, il formato è da 25 cl. che si ricollega al quartino consumato un tempo nelle osterie in un mix fra tradizione e contemporaneità».
Ed è proprio questo che ci sorprende mentre ascoltiamo Giovanna parlare: il vino, a livello qualitativo, è posizionato in linea con gli altri prodotti della cantina. Parliamo di vini molto buoni, rispettosi dei vitigni e dei diversi areali in cui vengono impiantati. Vini molto legati al territorio di appartenenza, tanto che alcuni suoi vini aziendali hanno conquistato negli ultimi anni l’ambito Tre Bicchieri.
Fresco, di grande beva, molto sapido e dotato di un’energia che arriva da un’acidità perfettamente dosata al corpo del vino. Un corpo esile, senza dubbio, ma mai banale o ancor più evanescente. Piuttosto un vino semplice ma dotato di un carattere che lo avvicina senza dubbio ai fratelli imbottigliati e non tradisce le sue origini, quelle di un vino nato in una zona collinare su terreni di origine morenica, a Lonato del Garda.
«L’idea e? quella di accettare senza snobismi le sfide poste da nuovi target che si affacciano sul mondo del vino – prosegue Giovanna Prandini. Da noi il business della lattina e? sicuramente ancora agli albori, ma altrove rappresenta già una risposta ad occasioni di consumo differenti da quelle tradizionali. L’auspicio e? che il prodotto possa essere inserito nel disciplinare Garda Doc, ma crediamo che già il piccolo formato e la confezione in alluminio possano veicolare un nuovo messaggio di freschezza, di praticità e di sostenibilità, dato che la lattina e? riciclabile al 100%».
Prima cantina del Garda ad avere una certificazione di sostenibilità, Perla del Garda ha da tempo sposato i valori che rispettano l’ambiente, ma anche le buone pratiche sociali ed economiche dell’azienda. Dopo aver già conseguito la SQPNI e MakeIt Sustainable, entra ufficialmente anche nell’autorevole mondo Equalitas, la più complessa certificazione da ottenere, il cui promotore, anni fa, è stata anche il Gambero Rosso. «Intraprendere questo percorso e? stata una scelta culturale, poiché ho acquisito la profonda convinzione che tutto ciò sia un importante valore aggiunto non solo per il nostro lavoro oggi, ma soprattutto per il futuro» afferma la titolare.
La sua azienda, in biologico dal 2013, può contare su 45 ettari vitati per una produzione complessiva di 300mila bottiglie che si basa fermamente sulle denominazioni di origine. «Siamo l’unica azienda in Lugana che interpreta l’intero disciplinare e produce, non solo una versione giovane e fresca, ma anche Riserva, Superiore, Vendemmia Tardiva e Spumante. Crediamo nel valore delle Doc e nella capacita? del territorio di offrire vini di alta qualità e sicuramente di grande longevità.»
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