Santa Margherita Gruppo Vinicolo pensa a un allargamento dei propri possedimenti a quei territori e a quelle denominazioni attualmente non ancora comprese nel portafoglio della società veneta. In particolare, secondo quanto dichiarato dall'amministratore delegato Andrea Conzonato a Pambianco tv, il Gruppo (che nel 2023 ha fatturato 255,4 milioni di euro, con un -2 per cento) starebbe pensando a un'espansione in Piemonte o in Toscana: «Nell'area inorganica, che riguarda la crescita attraverso acquisizioni - ha spiegato il manager - stiamo pensando di acquisire cantine che possano completare il nostro portafoglio nelle regioni che ci mancano. Ad esempio, il Barolo piuttosto che Bolgheri o Brunello di Montalcino». Attualmente, ha aggiunto Conzonato, non sta accadendo niente in materia di acquisizioni, tuttavia «è qualcosa a cui guardiamo con molta attenzione». Allo stato attuale, il gruppo è presente in Veneto Orientale, Conegliano-Valdobbiadene, Trentino-Alto Adige, Lugana, Franciacorta, Chianti Classico, Maremma, Sardegna e Sicilia.
L'espansione estera
Il gruppo vinicolo con sede a Fossalta di Portogruaro ha registrato nel 2023 una delle migliori performance per quanto riguarda la redditività che, secondo l'ultimo report di Mediobanca, è al 18,5% (rapporto tra risultato netto e fatturato), seconda solo alla toscana Frescobaldi. L'amministratore delegato ha poi illustrato un altro tassello di una possibile crescita inorganica: «Acquisire brand che ci diano la possibilità di avere 'go to market' nei Paesi dove non abbiamo ancora una nostra distribuzione. Quindi, che ci diano una massa critica per creare una Santa Margherita nei mercati che riteniamo rilevanti. Ad esempio, Germania o Regno Unito». Il gruppo, guidato dalla famiglia Marzotto, ha già realizzato nel 2022 una prima acquisizione estera, rilevando a gennaio 2022 la Roco Winery, in Oregon, negli Stati Uniti.
Prospettive 2024 e a medio termine
«L'andamento del 2024 è complicato per il mondo del vino. Noi - ha evidenziato Conzonato - abbiamo una presenza importante negli Stati Uniti, che contano per ben più della metà del nostri ricavi. E il mercato americano è in difficoltà per la riduzione dei consumi, un inasprimento dell'inflazione che negli ultimi anni ha determinato un minor reddito disponibile, e anche una riduzione di tutta la filiera, distributori e retailer, e dei loro magazzini. Ciò è dovuto al fatto che il costo del denaro, che fino a qualche anno fa era diventato risibile, ora è diventato importante. Speriamo che la riduzione dei tassi di sconto della Federal reserve possa aiutare, ma questa condizione è attualmente ancora in essere». In questo contesto, Santa Margherita sta facendo «meglio degli altri», nel senso che sta perdendo meno e, pertanto, sta «acquisendo quote di mercato». Per quanto riguarda le prospettive a medio termine, Conzonato si è detto fiducioso: «Credo che anche l'anno prossimo sarà abbastanza complicato ma ritengo che siamo arrivati alla fine del tunnel. E siamo positivi sull'outlook dei prossimi 3-5 anni».