«Non è a rischio la produzione della cooperativa Terre Cortesi Moncaro». Lo dice in modo chiaro al Gambero Rosso la presidente della cooperativa marchigiana Donatella Manetti, dopo i diversi articoli allarmistici usciti nei giorni scorsi sulla stampa locale, soprattutto in seguito ad un’ondata di nuove dimissioni per giusta causa da parte dei dipendenti. Manetti parla di «una nuova era per la Moncaro, iniziata lo scorso 27 febbraio». Data storica per l’azienda a causa di un infuocato Cda che ha visto l’ex presidente Doriano Marchetti costretto ad abbondonare l’azienda, con Manetti a sostituirlo. Con lei abbiamo cercato di ripercorrere tutte le tappe, a partire da quel 27 febbraio fino ad arrivare al presente e al futuro della più grande cooperativa del territorio.
Presidente, possiamo, quindi, rassicurare tutti: la Moncaro continuerà a produrre?
Noi stiamo andando avanti. Confermo che ci stiamo preparando alla vendemmia 2024 che non è a rischio. Tutte le problematiche che ci portiamo dietro sono frutto di quello che è stato l’operato del vecchio presidente e che noi abbiamo cercato di gestire in tutte le sue forme e con tutte le difficoltà.
Come mai, allora, tutti queste fuoriuscite da parte dei dipendenti?
Noi non abbiamo fatto nessun licenziamento. Si tratta di dimissioni volontarie su cui sicuramente ha agito una regia particolare. Ad ogni modo, queste dimissioni hanno dato la possibilità all’azienda di snellire la forza lavoro, soprattutto per quel che riguarda persone con poche competenze. La Moncaro era un’azienda sovradimensionata. Noi stiamo puntando su personale di qualità superiore che possa dare insieme a noi una svolta smart e più innovativa. C’erano troppi privilegi acquisiti che andavano rivisti.
Cosa intende per privilegi acquisiti?
Retribuzioni spropositate, benefit, auto aziendali. Troppe cose che non andavo nella vecchia Moncaro.
Ma quando parla della vecchia Moncaro a chi si riferisce? Perché di fatto anche lei c’era dentro come vicepresidente…
È vero, io sono stata vicepresidente dal 2021 ma all'interno di una cooperativa dove per anni c’è stato un uomo solo al comando. Una gestione individualistica dove le altre cariche non venivano informate. Se non hai conoscenza delle cose non puoi intervenire. Quando da giugno del 2023 abbiamo creato un comitato esecutivo, abbiamo iniziato a verificare tutte le problematiche.
Per esempio, cosa ne è stata dell’acquisizione di Villa Medoro? Operazione da 8,7 milioni di euro annunciata in pompa magna a Vinitaly con Ismea che ci ha messo anche dei fondi pubblici?
In quella fase l’operazione era stata sostenuta da tutto il Cda perché ritenuta interessante per la crescita del fatturato di Moncaro. Oggi la proprietaria – Federica Morricone - fa parte del board come socia finanziatrice, ma l’acquisizione non è stata conclusa.
E come mai?
Bisognerebbe chiederlo all’ex presidente. I finanziamenti di scopo, che erano stati approvati esclusivamente per quell’operazione, sono stati usati per altri tipi di pagamenti all’insaputa del Cda. Per questo ci stiamo muovendo in tutti i luoghi preposti a tutela della cooperativa.
Cosa avete trovato nei conti della Moncaro?
Abbiamo trovato diverse zone d’ombra su cui abbiamo iniziato delle verifiche. Da lì è iniziato un cammino che ci ha portato alla scelta di febbraio.
Ovvero defenestrare l’ex presidente…
Di fatto è stato espulso da 12 consiglieri su 13, con solo il suo voto contrario, ed è iniziata una nuova era per la Moncaro. Eravamo stati per 25 anni sotto una falsa democrazia. Ora abbiamo messo i soci al centro del progetto, con una visione completamente diversa, basata sulla legalità e sulla trasparenza.
Una nuova era che però preoccupa molti…
Di certo la trasparenza può aver infastidito qualcuno. Ecco il motivo delle tante notizie negative che appaiono sempre più spesso sui giornali locali. C'è una guerra in corso contro la Moncaro, anche a mezzo stampa, messa in atto da alcuni che fino a qualche mese fa erano condottiere, stratega o braccio operativo nella cooperativa, nel tentativo di distogliere l'attenzione dalle loro responsabilità e far credere che siano di altri, o nel tentativo di disorientare la base associativa a favore di nascenti cooperative appena costituite.
Però qualche difficoltà c’è ed è innegabile.
Vi è una lettura distorta dei debiti della Moncaro ascrivibili tutti alla passata gestione.
Qual è la situazione di Moderna, il braccio agricolo della Moncaro?
Si tratta di una cooperativa partecipata da Moncaro. E anche lì, la gestione del rapporto è tutta in capo all’ex presidente. Moderna è in difficoltà finanziaria da molti anni e, nonostante la situazione finanziaria precaria - con un debito nei confronti di Moncaro di 6 milioni di euro e 1,8 milioni di euro nei confronti dell'erario - ha respinto inspiegabilmente le offerte di Moncaro per risolvere le problematiche in modo costruttivo: i pagamenti degli stipendi arretrati dei dipendenti, degli affitti dei terreni dei soci, l'assunzione dei lavoratori, la restituzione dei vigneti di Moncaro dati in affitto e in scadenza a gennaio 2025.
Quindi quella parte di vigneti – 120 ettari - non andrà in produzione quest’anno?
C’è una causa in corso con Moderna, quindi dobbiamo vedere e capire cosa accadrà.
Con gli altri conferitori, però, si continua a lavorare?
Noi stiamo continuando a lavorare. Oltretutto, non è facile trovare altri luoghi dove conferire le uve.
Stessa cosa sul lato vendite e contratti con importatori e buyer?
Noi i nostri contatti li abbiamo e con loro continuiamo a lavorare. Se poi l’ex presidente si sta muovendo con altre società e cerca di prendere clientela per fare un danno alla Moncaro, vedremo.
Diciamo che, al di là di tutto il resto, c’è in primis un danno di immagine…
Sicuramente sì, ma dal canto nostro abbiamo un mercato sicuro, quello delle private label. Inoltre, uno dei nostri componenti del Cda è anche un importatore svedese e uno dei nostri maggiori clienti (la società quotata in borsa Morningstarbrands; ndr). Poi chiaramente quattro mesi sono pochi per vedere i frutti dei cambiamenti in corso.
Quale sarà, quindi, il nuovo corso della Moncaro, di cui probabilmente si parlerà nell'assemblea dei soci convocata per il prossimo 9 luglio?
Al momento quello su cui vogliamo concentrarci sono le cose positive: territorio, agricoltori, viticoltura. Eppure, son tutti preoccupati ma nessuno sostiene la cooperativa sotto questo aspetto, men che mai i giornali locali. Ad ogni modo, la cooperativa si è già attivata per trovare i fondi per sostenere i soci e dare loro quella fiducia e quel sostegno che sono mancati negli ultimi anni. Il nostro obiettivo è rimettere insieme i cocci di un bellissimo vaso che qualcuno ha rotto e che oggi, piano piano, ricostruiamo.