La Maremma dei bianchi vede una crescita irresistibile del Vermentino, i prossimi anni ci confermeranno la validità di questa scelta. Sul fronte rossista vive di certezze, e il Morellino di Scansano è una di queste. Un rosso che ha un’immagine approcciabile e di presa presso il grande pubblico, ma che riesce a sfiorare anche vini memorabili dalle vigne migliori. Sono davvero tanti i panorami che si incrociano quando si attraversa la Maremma Toscana. Del resto l'area è piuttosto vasta: 4500 chilometri quadrati che si estendono nel sud della Toscana, in provincia di Grosseto, che vanno dalle colline che si innalzano verso il Monte Amiata fino al tratto di costa compreso all'incirca tra Follonica, a nord, e Capalbio, ai confini meridionali con il Lazio. Un territorio di queste dimensioni ovviamente non può che essere caratterizzato da situazioni pedoclimatiche molto diversificate. Le colline si alternano con ampie zone pianeggianti; l'Amiata, antico vulcano spento, troneggia con la sua mole sulla laguna di Orbetello; il promontorio dell'Argentario e l'isola del Giglio completano il quadro con la loro bellezza mozzafiato.
E in questo vasto territorio, in molte zone ancora aspro e selvaggio, si produce vino praticamente da sempre, con molte testimonianze che risalgono alle popolazioni etrusche. Anche le denominazioni sono tante. La più vasta, quella che comprende tutta la provincia di Grosseto, è la Maremma Toscana Doc: la sua base ampelografica è davvero ampia e si va dal classico sangiovese ai più famosi internazionali, passando per alicante (grenache), ansonica, viognier: ultimamente si sta puntando molto sul vermentino, riguardo il quale vi diamo qualche consiglio.
Nella lista che segue troverete vini provenienti da altre due denominazioni maremmane: la Docg Morellino di Scansano, dove il sangiovese la fa da padrone in un territorio compreso nella fascia collinare che domina i corsi dell'Albegna e dell'Ombrone; e la denominazione Montecucco, dirimpettaia di Montalcino, anch'essa prevalentemente dedicata al sangiovese.
I vini della Maremma Toscana dal migliore rapporto qualità-prezzo
Il Morellino di Scansano Ribeo 2021 è uno dei vini presentati quest'anno da Roccapesta, che nel 2023 ha compiuto 20 anni. Era il 2003, infatti, quando Alberto Tanzini, manager milanese, decise di cambiare vita e dedicarsi alla viticoltura. Oggi questa realtà è ormai un riferimento del territorio, grazie a scelte produttive che trovano le loro radici nella tradizione. Utilizzo dei vigneti più vecchi, come quelli del vigneto Calestaia, legno grande e sosta molto prolungata in bottiglia, restituiscono vini dalla cifra stilistica raffinata, di bella personalità e longevi, solo qualche anno fa addirittura impensabili a Scansano.
Il Manolibera 2020 di Muralia, uvaggio di sangiovese, cabernet sauvignon e merlot, possiede profumi fini, con i piccoli frutti rossi che si alternano a tocchi speziati e affumicati. In bocca il sorso è fragrante e dai tannini saporiti, che conducono a un finale dai piacevoli ritorni fruttati. Stefano e Chiara Casali arrivano in Maremma da Milano nel 2003 e dopo un periodo di analisi del territorio, hanno iniziato il loro progetto enologico. I nuclei principali dei vigneti sono piantati in due appezzamenti dai suoli diversi: Poggiarelli, dai terreni di origine alluvionale, e Sassofortino, in prevalenza argillo-calcarei. Lo stile dei vini è tendenzialmente moderno, ma nelle etichette dell'azienda di Roccastrada non ci sono forzature o eccessi nell'uso dei legni per l'invecchiamento e la loro cifra non è priva di grinta, freschezza e carattere.
La piccola realtà produttiva Fattoria Le Spighe di Giancarlo Francia produce bianchi significativi e capaci spesso di imporsi per esecuzione impeccabile e personalità. E il Vermentino Eraora, probabilmente, è il più riuscito, almeno per la sua costante capacità di rimanere sempre tra i migliori. La versione 2021 possiede aromi di fiori di tiglio, cenni agrumati e frutti gialli maturi. In bocca, il sorso è succoso e dal gusto sapido-salino di bella persistenza terminando in un finale appena iodato.
Il Maremma Syrah Mammeglio 2019 mette in evidenza uno spettro olfattivo dai toni di sottobosco, rimandi ai piccoli frutti rossi in confettura, fiori appassiti, con vaniglia, grafite, liquirizia e incenso a rifinitura. In bocca, il sorso è denso e avvolgente, dalla progressione morbida e rilassata con ritorno del frutto maturo accanto a tannini serrati e dolci, fino a un finale balsamico e ancora su note di vaniglia.
Gustosa l'Ansonica 2022 Costa dell'Argentario, dagli aromi di pietra focaia, iodio ed erba di campo e dalla bocca continua e rilassata, che chiude con un'accentuata nota salina. I Giuntini, banchieri di Firenze, acquistarono la fattoria La Parrina nel 1834. Nel 1905 la Maremma conobbe una profonda trasformazione agraria e La Parrina la assecondò bonificando oltre 2mila ettari. La fattoria passò poi in eredità alla figlia di Guido Giuntini, Maria Concetta, che nel 1943 sposò Gianluca Spinola. A partire dalla metà degli anni '50 del secolo scorso, l'azienda si sviluppò su più fronti e, dal 1971, in concomitanza con il riconoscimento della piccola denominazione omonima, posta tra le colline di Orbetello, iniziarono i primi imbottigliamenti a marchio La Parrina.
Il Montecucco Sangiovese 2018 di Assolati possiede un tratto aromatico sicuro, dal bel carattere ferroso a cui si aggiunge un frutto rosso fragrante e qualche rimando floreale. In bocca, il vino è deciso e nervoso, congedandosi dolce e gustoso. È prodotto dall'azienda familiare Assolati, posta nei pressi di Montenero d'Orcia, che sforna con confortante continuità, dal 1999, Sangiovese di buona personalità, interpreti di un areale, quello del Montecucco, dalle potenzialità ancora non del tutto espresse.
Il Maremma Vermentino Chicca 2022 profuma di fiori di tiglio, rimandi all'anice e tocchi di frutti bianchi maturi, ad anticipare una progressione gustativa agile e fresca, dal sorso saporito e continuo. Il nome di Guido Formilli Fendi ci trasporterebbe direttamente nel mondo della moda (è ceo di Cofedo e figlio della stilista Franca Fendi e di Luigi Formilli a cui, peraltro, è dedicata l'etichetta aziendale "Fendente") e invece ci porta al centro della maremma enoica tra Capalbio, Montemerano e Manciano. È qui che nel 2018, ha fondato la cantina che porta il suo nome, producendo vini già ben eseguiti e centrati, con i bianchi a ricercare fragranza e bevibilità e i rossi a risultare ben bilanciati e saporiti, con un uso misurato dei legni, prevalentemente piccoli.
Il Maremma Vermentino Marmato 2022 è un bianco ben eseguito, dal tratto aromatico floreale e dal sorso diretto. La costola enoica di Terre dell'Etruria, realtà cooperativa particolarmente attiva nella produzione di olio ed ortofrutta, ha sede a Magliano in Toscana e ha iniziato a produrre vino nel 2014. Ancora un "work in progress", ma che già da adesso ha proposto etichette convincenti e in pieno accordo con quanto, anche storicamente, la Maremma enoica ha sempre prodotto. Vini immediatamente piacevoli, quindi, ma non privi di carattere ed eseguiti con autorevolezza, che hanno i loro protagonisti tra i vitigni di antica coltivazione: dal sangiovese al ciliegiolo, dal vermentino all'ansonica.