Come abbiamo già avuto modo di rilevare in occasione delle degustazioni per la guida Vini d'Italia 2024 di Gambero Rosso, in un mondo come quello del vino, in cui nulla si ripete in modo uguale anno dopo anno, il tessuto produttivo della provincia di Bolzano si segnala per la consapevolezza con cui i produttori stanno affrontando le nuove sfide. Sfide che non riguardano solo il cambiamento climatico o l’improvvisa volatilità dei mercati, ma soprattutto la gestione del territorio, lo sviluppo delle sue potenzialità e il passaggio da una produzione che soddisfa le richieste del cliente ad una che valorizza il legame fra i molti vitigni coltivati e le esposizioni che ad essi meglio si adattano.
Questa rinnovata consapevolezza ha portato le aziende più piccole a specializzarsi sulla vocazione dei propri vigneti, come perfettamente evidenziato dalle aziende cittadine o dalle più lontane realtà della Valle Isarco, dove sono protagonisti vitigni quali il sylvaner o il kerner e, parimenti, le strutture cooperative a riservare le selezioni migliori solo ai vitigni che meglio si adattano al loro territorio.
Qui ci concentriamo sui migliori vini ottenuti dal vitigno pinot grigio. Originario della Borgogna, il pinot gris (pinot grigio) è una mutazione genetica del pinot nero e da decenni viene coltivato anche in Italia, soprattutto in alcune regioni del nord, Da questo vitigno, quasi un rosso all’aspetto, bianco di fatto ma spesso vinificato a contatto con bucce fino ad assumere il caratteristico colore “ramato”, nel Collio e nei Colli Orientali del Friuli si ottengono vini dalla grande ricchezza di stoffa, in Alto Adige la maggiore acidità lo rende più longevo. I bianchi fruttati e profumati, aggraziati ma non privi di una certa struttura, sono nati sulla sua scia. Il pinot grigio è molto diffuso anche in Alsazia, in Germania e in Ungheria, dove è chiamato rispettivamente rülander e szürkebarat.
I migliori Pinot Grigio dell'Alto Adige
Ecco i Pinot Grigio dell'Alto Adige che l'anno scorso hanno ottenuto i Tre Bicchieri o i Due Bicchieri Rossi durante le degustazioni per la Guida.
Il vino che più di ogni altro esprime il carattere di questo ampio fondovalle è il Pinot Grigio Giatl '20 di Peter Zemmer, una Riserva che si presenta con intense suggestioni di frutto giallo maturo, con la pera in primo piano e dietro ad essa note di macchia mediterranea, le sfumature affumicate e gli accenni sulfurei. In bocca è pieno, maturo e di grande presenza, accompagnato da un'acidità non evidente ma che assicura tensione e dinamismo al sorso. Peter Zemmer conduce l'azienda di famiglia nella zona della Bassa Atesina, un'ampia piattaforma viticola cui concorrono sia i vigneti di proprietà sia quelli condotti da viticoltori del territorio e che conferiscono il loro raccolto nella cantina di Cortina. I vigneti si estendono non solo nel fondovalle nei pressi della cantina ma esplorano anche le pendici orientali ed occidentale della zona, con le varietà che necessitano di clima più freddo e che risalgono fino a sfiorare i 1000 metri di quota.
Frutto di uve selezionate in Alto Adige, il Pinot Grigio Impronta del Fondatore di Santa Margherita sfodera una prestazione da incorniciare. Complice l'ottima vendemmia 2022 porge al naso intense note di frutto giallo, fiori secchi e una sottile nota affumicata che ritroviamo anche al palato, dove il vino governa la caratteristica ricchezza del vitigno con tensione e sapidità. Spesso si è portati a pensare che solo le piccole aziende a conduzione familiare possano rappresentare il nuovo corso della vitivinicoltura, fatto di attenzione all'ambiente e alla qualità. Santa Margherita invece interpreta alla perfezione questo ruolo, forte di capacità d'innovazione, di presenza sul territorio e di un impegno mai venuto meno nei confronti della sostenibilità.
Ricco, pieno e appagante il Pinot Grigio '21 Sanct Valentin di Cantina Produttori San Michele Appiano. Nata per volontà di 27 viticoltori all'inizio del secolo scorso, oggi la grande cooperativa di San Michele Appiano può contare sulla partecipazione 330 famiglie che seguono con amorevoli cure un vigneto che si estende per quasi 400 ettari. Nel corso degli anni la viticoltura si è sempre più specializzata e oggi ogni vitigno è coltivato nel suo luogo d'elezione, per fornire uve che in cantina, sotto la guida di Hans Terzer, sono trasformate in una gamma ampia di etichette dove ai vini più semplici e immediati fanno eco espressioni di stretto legame con il territorio.
L'Unterebner '21 di Cantina Tramin è ricco e di beva armoniosa. L'odierna Cantina Tramin nasce dalla fusione avvenuta cinquant'anni fa fra le storiche cooperative di Termeno e Egna ed oggi può contare sull'opera di 160 famiglie che coltivano vigneti che si estendono interamente sul territorio della Bassa Atesina, dalle zone più basse di Ora dove il lagrein acquisisce ricchezza e tensione acida a quelle più alte di Glen e Mazzon, dove è il pinot nero a maturare profumato e elegante. Sul versante occidentale della valle sono invece i territori più bassi di Söll a esaltare il gewürztraminer e quelli più alti invece riservati agli Chardonnay più ambiziosi.
Dalla vigna Maso Reiner di Kettmeir giunge un Pinot Grigio di rara profondità aromatica, dotato di un palato ricco e grintoso. La cantina Kettmeir si staglia nitida e perfettamente inserita nell'altopiano di Mezza, un'ampia piattaforma vitata che costituisce una sorta di terrazza affacciata sul lago di Caldaro. Le vigne, in parte di proprietà e in parte condotte da viticoltori della zona, si distribuiscono fra Pochi di Salorno, Renon e intorno all'azienda. La storica cantina è stata nel corso degli anni ristrutturata e dotata di tutta la tecnologia necessaria alla produzione di grandi vini e spumanti. Difficile decretare quale sia il miglior vino presentato quest'anno, con ben due spumanti e un Pinot Grigio contendersi il primato.
Frutto della vendemmia 2021 il Pinot Grigio dell'azienda Garlider Christian Kerschbaumer si presenta con una spiccata nota minerale sulfurea che sembra tenere nascosto il frutto. Lentamente la pera emerge matura e succosa, contornata da note di erbe officinali e macchia mediterranea. Il sorso è di carattere, ricco, deciso e di una inaspettata grinta. Risalendo la valle Isarco, poco dopo l'abitato di Chiusa troviamo il piccolo paese di Velturno, un migliaio di abitanti per un territorio aspro dove la viticoltura nel corso degli anni ha strappato piccoli appezzamenti di terra alla montagna. Qui opera Christian Kerschbaumer che, assieme alla moglie Veronika, gestisce una manciata di ettari che risalgono i pendii in direzione del cielo, quasi a catturarne la luminosità e e la freschezza. Le varietà coltivate sono quelle classiche della valle, cui va aggiunta una piccola produzione di Pinot Nero.