Sulle colline del Monferrato si produce un vino ancora poco conosciuto. Ecco qual è e le etichette da provare

29 Mag 2024, 18:58 | a cura di
Nebbiolo non significa solo Langhe e Roero, come dimostrano i vini della piccola Doc piemontese ancora poco conosciuta che vi presentiamo qui con sei ottimi vini da provare.

Lo chiamano "il balcone del Monferrato" perché dall'alto dei suoi 549 metri sul livello del mare offre un panorama incredibile su boschi, vigneti e montagne. Stiamo parlando di Albugnano, un piccolissimo comune dell'Astigiano che dal 1997 può fregiarsi anche di una piccola Denominazione di Origine Controllata ancora poco conosciuta.

Albugnano. Il territorio

Uno dei problemi di cui vi parlavamo qualche anno fa, ovvero la nebbiolizzazione del vigneto Langa, è diventato addirittura una bella opportunità per territori nuovi che, approfittando del successo raccolto dal vitigno, hanno pigiato sul pedale dell’acceleratore, incrementando gli ettari ad esso dedicati. Pensiamo in particolar modo a denominazioni meno note o addirittura a territori di recentissimo riconoscimento. Il nebbiolo storicamente era presente anche nel Torinese e nel Monferrato, ma oggi con la nascita di nuove denominazioni o con la modifica di altre preesistenti, il nebbiolo acquista peso. Nel Monferrato, in buona parte della provincia di Asti e Alessandria, numerosi viticoltori lo hanno messo a dimora, riuscendo anche ad ottenere vini di interesse crescente, con qualche punta veramente notevole.

È  il caso dell'Albugnano Doc, la cui area di produzione è piuttosto ristretta e coinvolge quattro comuni del Monferrato nord-occidentale: Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito, Pino d'Asti e ovviamente Albugnano. È una zona di colline piuttosto elevate, composte da marne di colore chiaro, di medio impasto, con i livelli superficiali in cui talvolta affiorano sezioni tufacee e sabbiose. Ai vigneti spesso si intervallano i boschi, elemento che insieme all'altitudine, fa sì che la zona sia piuttosto fresca. I vigneti partono da quote altimetriche che si aggirano intorno ai 200 metri per poi innalzarsi fino ai 540: ovviamente tutto ciò contribuisce a differenziare le produzioni delle aziende che lavorano e custodiscono il territorio.

La Denominazione Albugnano e i vini prodotti

La storia dei vini di Albugnano è antica e i primi documenti scritti che parlano di produzione vinicola ci riportano alla metà del XII secolo d. C. Ma il cambio di passo si ha nel 1997 quando viene riconosciuta in Gazzetta Ufficiale la Denominazione di Origine Controllata. Sono previste tre tipologie di vino della Doc Albugnano: Albugnano, Albugnano Rosato e Albugnano Superiore (se permane in cantina almeno 12 mesi con affinamento in botti di rovere).

Il vitigno principale con cui sono prodotti i vini di questo piccola denominazione (siamo intorno ai 44 ettari) è il nebbiolo, che deve essere presente minimo all'85% (ma non di rado i produttori decidono di lasciarlo in purezza). A contribuire alla base ampelografica ci sono freisa, barbera e bonarda, che da soli o congiuntamente, posso essere presenti al massimo con un 15%. Per tutelare e diffondere il nome e i vini di questa piccola denominazione, nel 2017, alcuni produttori della zona hanno deciso di fondare l'associazione Albugnano 549, di cui oggi fanno parte 14 produttori.

Al momento la produzione dell'Albugnano Doc è nelle mani di pochi agricoltori e di qualche illuminato imprenditore, ma appena si sarà sparsa la voce, potremmo assistere a una nuova corsa all’oro non dissimile da quella che ha visto il Tortonese, al centro delle attenzioni di numerosi viticoltori di zone viticole piemontesi ben più famose. L’unico blocco potrebbe essere la limitata estensione dell’areale dell’Albugnano.

I migliori vini Albugnano DOC

Ecco le migliori espressioni di Albugnano Doc con i vini che quest'anno hanno ottenuto i Due Bicchieri Rossi o i Due Bicchieri sulla guidaVini d'Italia di Gambero Rosso 2024.

È decisamente ben strutturato il progetto enologico di Marco Negro e Carlo Quaglia: un centro produttivo ad Agliano dedicato al barbera e uno ad Albugnano per sua maestà il nebbiolo. Naso di estrema finezza per il Berenices 2021 (frutta rossa, pepe e violetta) e bocca dai tannini setosi.

L'Albugnano Superiore Notturno 2021 ha un naso complesso di frutta rossa e zenzero, bocca polposa e di bella morbidezza, ma con un finale lungo e fresco. Paolo Vergnano, figlio di Gianni, fondatore della cantina Cascina Gilli, prosegue il lavoro di riscoperta di terroir poco noti ma di grande interesse, aiutato da Giovanni Matteis e Gianpiero Gerbi. L'azienda si trova a Castelnuovo Don Bosco, dove il terreno ricco di marne argillose grigio-azzurre, che donano volume e mineralità alla produzione, è coltivato soprattutto a freisa, specie sulla collina di Cornareto. Sulla vicina collina di Schierano, a Passerano Marmorito, sono invece protagoniste malvasia, bonarda e barbera.

Di ottimo livello i vini presentati quest'anno da Tenuta Tamburnin che dal 2004 è di proprietà delle sorelle Gaidano e a a conduzione biologica certificata. Della ventina di ettari di proprietà sono nove quelli coltivati a vigneto, situati tutt'attorno alla cantina, su terreni argilloso-ferrosi con presenza di argilla rosse. L'Albugnano Carlin 2021 offre toni di lampone e tabacco, armonico e tutto da bere, il Superiore 2019 è più austero, grintoso e tannico.

Due eleganti Albugnano 2018 per la cantina Terre dei Santi: il raffinato e corposo Ultimum, ricco di aromi fruttati (lampone) e speziati (pepe bianco) e dalla tannicità progressiva e armoniosa. Rimane appena più delicato il Finibus Terrae. Tutti di ottima qualità i vini della linea Finibus Terrae.

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