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I 6 migliori Nebbiolo della piccola DOC Albugnano scelti dal Gambero Rosso

Nebbiolo non significa solo Langhe e Roero, come dimostrano i vini che vi segnaliamo della DOC Albugnano, ancora poco conosciuta. che comprende un territorio piuttosto ristretto della provincia di Asti,

  • 10 Maggio, 2024

Il momento magico del vino piemontese continua. Ti accorgi che le cose vanno bene quan­do il mercato ti perdona anche eventuali errori, magari dovuti più a qualche scelta maldestra che a indirizzi produttivi sbagliati. Il Piemonte del vino continua a macinare strada anche se a volte lo fa a scapito della massima integrità della macchina; l’importante è andare avanti e non fermarsi mai.

Uno dei problemi di cui vi parlavamo qualche anno fa, ovvero la nebbiolizzazione del vigneto Langa, è diventato addirittura una bella opportunità per territori nuovi che, approfittando del successo raccolto dal vitigno, hanno pigiato sul pedale dell’acceleratore, incrementando gli ettari ad esso dedicati.

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Pensiamo in particolar modo a denominazioni meno note o addirittura a territori di recentissimo riconoscimento. Il nebbiolo storicamente era presente anche nel Torinese e nel Monferrato, ma oggi con la nascita di nuove denominazioni o con la modifica di altre preesistenti, il nebbiolo acquista peso. Nel Monferrato, in buona parte della provincia di Asti e Alessandria, numerosi viticoltori lo hanno messo a dimora, riuscendo anche ad ottenere vini di interesse crescente, con qualche punta veramente notevole.

Da poco, gli appassionati più curiosi hanno scoperto una DOC relativamente nuova e ancora poco conosciuta, foriera di importanti promesse: l’Albugnano. Si tratta di un territorio piuttosto ristretto del Nord della provincia di Asti, al confine con la Collina Torinese e con la provincia omonima. La zona di produzione comprende l’intero territorio dei comuni di Albugnano, Pino d’Asti, Castelnuovo Don Bosco e Passerano-Marmorito.

I vitigni con i quali è consentito produrre i vini della DOC Albugnano sono il nebbiolo (minimo 85%) e, quando presenti, freisa, barbera, bonarda, da soli o insieme (massimo 15%). Le tipologia di vino Albugnano DOC prodotte sono l’Albugnano DOC, l‘Albugnano rosato e Superiore

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Al momento la produzione è nelle mani di pochi agricoltori e di qualche illuminato imprenditore, ma appena si sarà sparsa la voce, potremmo assistere a una nuova corsa all’oro non dissimile da quella che ha visto il Tortonese, al centro delle attenzioni di numerosi viticoltori di zone viticole piemontesi ben più famose. L’unico blocco potrebbe essere la limitata estensione dell’areale dell’Albugnano.

I migliori vini Albugnano DOC

Qui ci concentriamo sulle migliori espressioni di Albugnano DOC valutate quest’anno con Due Bicchieri Rossi o Due Bicchieri sulla guida Vini d’Italia di Gambero Rosso 2024.

È decisamente ben strutturato il progetto enologico di Marco Negro e Carlo Quaglia: un centro produttivo ad Agliano dedicato al barbera e uno ad Albugnano per sua maestà il nebbiolo. Naso di estrema finezza per il Berenices 2021 (frutta rossa, pepe e violetta) e bocca dai tannini setosi.

Di ottimo livello i vini presentati quest’anno da Tenuta Tamburnin che dal 2004 è di proprietà delle sorelle Gaidano e a a conduzione biologica certificata. Della ventina di ettari di proprietà sono nove quelli coltivati a vigneto, situati tutt’attorno alla cantina, su terreni argilloso-ferrosi con presenza di argilla rosse. L’Albugnano Carlin 2021 offre toni di lampone e tabacco, armonico e tutto da bere, il Superiore 2019 è più austero, grintoso e tannico.

Due eleganti Albugnano 2018 per la cantina Terre dei Santi: il raffinato e corposo Ultimum, ricco di aromi fruttati (lampone) e speziati (pepe bianco) e dalla tannicità progressiva e armoniosa. Rimane appena più delicato il Finibus Terrae. Tutti di ottima qualità i vini della linea Finibus Terrae.

L’Albugnano Superiore Notturno 2021 ha un naso complesso di frutta rossa e zenzero, bocca polposa e di bella morbidezza, ma con un finale lungo e fresco. Paolo Vergnano, figlio di Gianni, fondatore della cantina Cascina Gilli, prosegue il lavoro di riscoperta di terroir poco noti ma di grande interesse, aiutato da Giovanni Matteis e Gianpiero Gerbi. L’azienda si trova a Castelnuovo Don Bosco, dove il terreno ricco di marne argillose grigio-azzurre, che donano volume e mineralità alla produzione, è coltivato soprattutto a freisa, specie sulla collina di Cornareto. Sulla vicina collina di Schierano, a Passerano Marmorito, sono invece protagoniste malvasia, bonarda e barbera.

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