Quando si parla di vino toscano, subito si pensa al sangiovese, vero e proprio dominatore del vigneto regionale, dove dà vita ad alcune delle più prestigiose denominazioni del nostro Paese.
Le sue origini però sono incerte: nella sua ipotetica carta d'identità, alla voce "luogo di nascita" troveremmo scritto Appennino tosco-romagnolo; da qui l'uva sarebbe "scesa" da una parte e dall'altra delle alture per prendere possesso del vigneto romagnolo e di quello toscano, per poi diffondersi nel resto del centro-Italia. Secondo altri studiosi invece le radici genetiche del vitigno andrebbero ricercate in alcune connessioni con varietà del Meridione, nel mare magnum genetico delle uve calabresi.
Sia come sia, in Toscana se ne parla chiaramente già nel 1590: Giovan Vettorio Soderini, nel suo trattato "Coltivazione toscana delle viti e d'alcuni alberi", cita "il sangiocheto o sangioveto...un vitigno rimarchevole per la sua produttività regolare". Il sangiovese in Toscana ricopre attualmente 38mila dei 60mila ettari dell'intero vigneto regionale. Del resto è l'uva centrale di alcune delle più importanti denominazioni di questa regione: Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Chianti, Nobile di Montepulciano, Morellino di Scansano e via dicendo.
I Morellino di Scansano, Rosso di Montalcino e Rosso di Montepulciano dal migliore rapporto qualità-prezzo
Dopo i Chianti Classico dal migliore rapporto qualità-prezzo, ci rivolgiamo alle altre denominazioni regionali: aver alzato la fascia di prezzo a 20 euro sulla guida Berebene 2024 di Gambero Rosso, ci ha permesso di poter recensire anche qualche interessante Rosso di Montalcino; li troverete in compagnia di alcuni Rosso di Montepulciano e del sangiovese maremmano per antonomasia, il Morellino di Scansano.
Il Morellino di Scansano 2022 di Col di Bacche è un vino assolutamente godibile, ma non è la prima volta, quello dell'azienda di Alberto Carnasciali, che nella sua versione "base" non esita a esprimere tratti intriganti, ben al di là della sua collocazione tipologica. Il naso della versione 2022 è ben registrato e gioca su note di frutta rossa matura e sentori speziati di pepe nero. La bocca possiede una struttura compatta, un frutto croccante e non banali caratteri balsamici nel finale.
Il Morellino di Scansano A' Luciano 2022 è vino ben a fuoco, a partire dal suo definito bagaglio olfattivo fruttato e balsamico, i suoi profumi sono definiti e tendenzialmente fragranti a richiamare i frutti rossi e le erbe aromatiche. In bocca il sorso non è da meno: fine e fragrante, è spigliato e beverino. L'azienda della famiglia Scotto produce vini ben eseguiti e dallo stile aziendale mediterraneo, ma capaci sempre di mantenere un buon bilanciamento.
Il Morellino Roggiano 2022 propone al naso caldi profumi di marasca uniti a una speziatura dolce. In bocca è pieno e sapido, dalla gradevole tannicità e con un lungo finale di ciliegia. Nata negli anni '70 del secolo scorso come risposta alla crisi del settore minerario, questa cantina sociale è ormai un punto di riferimento della Maremma enoica e, specie nel recente passato, ha imboccato la strada della qualità, con vini sempre ben centrati.
Vino particolare nella sua tipologia, il Rosé Scuro 2022 di Val delle Corti appare, da qui il suo nome, di color buccia di ciliegia scura. I profumi giocano tra la polposità del frutto rosso maturo e la croccantezza del melograno. In bocca, il sorso è succoso, pieno e vivace, capace di richiamarne subito un altro. Sulla guida Berebene 2024 del Gambero Rosso ha ottenuto il premio per il migliore rapporto qualità-prezzo della Toscana. I vini di Roberto Bianchi rappresentano davvero Radda nel bicchiere e la loro bontà è ormai un fatto consolidato.
Il Rosso di Montalcino 2021 di Tenute Silvio Nardi è limpido e fragrante al naso con frutto rosso rigoglioso, macchia mediterranea, fiori di campo e una leggera speziatura da legno a nobilitarlo. Delizioso al palato, fresco, giustamente tannico e dalla bella progressione gustativa che ne esalta la gradevolissima beva. Fondata nel 1950 da Silvio Nardi e adesso guidata con grinta e competenza dalla figlia Emilia, questa bella, dinamica e grande azienda, tra le più conosciute di Montalcino, può contare su un vasto parco vigne di 80 ettari divisi in due diverse tenute, Casale del Bosco sul quadrante ovest e Manachiara su quello est. Un composito mosaico di 36 parcelle dai suoli, altezze ed esposizioni differenti, a loro volta sparsi su otto differenti sottozone, tutte vinificate separatamente per esaltare al meglio le differenze tra i diversi territori.
Il Rosso di Montepulciano 2022 di Podere Le Bèrne è vino piacevole fin dai suoi profumi che incrociano note floreali, aromi di frutti di bosco e cenni di cannella, insieme a rimandi balsamici. In bocca, il vino è vivace, dal sorso quasi incalzante, saporito e succoso e non manca anche di slancio ulteriore nel finale. Dal 1995 Podere Le Bèrne è condotto da Andrea Natalini, figlio di Giuliano, che piantò i primi vigneti negli anni '60 del secolo scorso, parte dei quali ancora in produzione. Una piccola cantina familiare, che ha interpretato al meglio la sottozona di Cervognano, posizionandosi, almeno da tre lustri, tra le migliori realtà enoiche di Montepulciano. I vini hanno un'impronta stilistica leggiadra e verticale, che risulta ben leggibile nelle annate più regolari, ma che ha anche il merito di "difendere", in quelle più calde, il frutto da impreviste impennate di maturità.
Da una delle aziende simbolo del Nobile di Montepulciano, quale è Boscarelli, è facile aspettarsi vini di costanza qualitativa ormai consolidata, ma il Rosso di Montepulciano Prugnolo 2022, peraltro cosa non rara, riesce ancora a stupire, offrendosi in una versione decisamente intrigante. Profumi di piccoli frutti rossi maturi, sottobosco e pietra focaia introducono a un sorso a dir poco saporito e continuo, che rende il vino veramente delizioso e irresistibile.