Le 11 migliori Malvasia del Collio e dei Colli Orientali del Friuli sotto i 20 euro scelte dal Gambero Rosso

23 Mar 2025, 10:02 | a cura di
Tra i tanti vitigni coltivati in Italia, quello che probabilmente ha la storia più affascinante è la malvasia. O meglio, le malvasia, perché non si tratta di una storia, ma di tante storie diverse. Qui ci concentriamo su quella del Friuli Venezia Giulia, la malvasia istriana.

Insieme al moscato, la malvasia è una delle uve dalla storia più antica e movimentata. Nell'antica Grecia, dove era giunta dall'Asia Minore, prese il nome del porto di Monemvasia. Da qui, grazie al talento marinaro (ed enologico) dei greci prima, e dei veneziani poi, nel giro di qualche secolo si diffuse per tutto il bacino del Mediterraneo e nella zona continentale. Oltrepassate le Colonne d'Ercole, l'antico nome dello Stretto di Gibilterra, la troviamo anche a Madera e addirittura nelle Canarie.

Malvasia. Un solo nome per tante varietà

Inutile dire che le varietà di malvasia sono molto numerose: ciò è dovuto non tanto alle parentele genetiche che si sono create nei secoli, quanto piuttosto al fatto che il vino ottenuto da quest'uva ebbe così tanto successo, soprattutto nel Medioevo e in età Moderna, che a un certo punto, per essere venduti più facilmente, molti vini presero il nome di "Malvasia".

Una ricostruzione puntuale del lungo e affascinante percorso del vitigno (ma sarebbe meglio dire dei vitigni) è quella fornita da Attilio Scienza e Serena Imazio nel libro "La Stirpe del Vino" (Sperling & Kupfer, 2018), dove si fa un racconto che intreccia la storia di quest'uva con la più recente ricerca genetica. Difficile riassumerlo in poche parole, ma possiamo evidenziarne alcuni punti.

La stirpe della malvasia

Tra le tante malvasie, quella che, molto probabilmente, sembra avere maggiori somiglianze con l’antica malvasia greca di Monemvasia è la malvasia delle Lipari; ma la cosa curiosa è che il profilo genetico di quest'ultima è lo stesso della malvasia di Bosa (coltivata in Sardegna) e del greco di Bianco (coltivato in Calabria).

Si tratta inoltre dello stesso vitigno che troviamo nella punta meridionale della Dalmazia col nome di malvasia di Dubrovnik, ma anche nelle Baleari (malvasia de Banyalbufar), nella Catalogna meridionale (malvasia de Sitges), nelle Canarie (malvasia de Tenerife) e a Madera.

Malvasie aromatiche e non

Le altre malvasie coltivate in Italia sembrerebbero avere diversi corredi genetici. Le versioni aromatiche (malvasia di Candia aromatica, quella di Castelnuovo Don Bosco, la malvasia odorosissima, la malvasia nera lunga) hanno intrecciato il loro corso con quello del moscato, da cui deriva la caratteristica fragranza.

Ma non tutte le malvasie sono aromatiche; quelle che non lo sono hanno una storia genealogica completamente differente: è il caso della malvasia bianca di Candia, della malvasia puntinata, della malvasia bianca lunga.

La malvasia istriana, un unicum

Ma è anche il caso della malvasia istriana (detta anche friulana o del Carso). Si tratta di una varietà condivisa tra Friuli Venezia Giulia e Croazia e rappresenta una specie di unicum. Infatti, le ricerche condotte finora non sono state in grado di stabilire legami di parentela con altre varietà e anche la sua storia e la sua diffusione rappresentano una sorta di mistero di cui ancora non si è venuti a capo.

Quello che sappiamo per certo però è che si tratta di un vitigno in grado di regalare dei grandi bianchi, che riescono ad amalgamare e a tenere in equilibrio struttura, calore, pienezza e finezza, caratteristica che si riverbera nella bottiglia ancor di più quando i vini vengono stappati a qualche anno dalla vendemmia.

Le Malvasia del Friuli Venezia Giulia dal migliore rapporto qualità-prezzo

Abbiamo realizzato una lista di quelli che sono stati i nostri migliori assaggi di Malvasia del Friuli, recensite nelle guide Berebene Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso, provenienti da diverse zone della regione, Collio e Colli Orientali soprattutto, concentrandoci su quelle che offrono un grande rapporto qualità prezzo: si tratta di vini che, in enoteca e negli shop on-line, costano meno di 20 euro.

foto di www.facebook.com/p/Azienda-Agricola-Buzzinelli-Maurizio

La Malvasia '23 di Maurizio Buzzinelli per il quarto anno consecutivo guida la graduatoria di una serie di vini impeccabili, si conferma tra le migliori della categoria e approda alle selezioni finali. La complessità del profumo riporta a una macedonia di frutta fragrante, a un bouquet di fiori di campo, alla fienagione dei prati d'altura. L'assaggio è avvolgente, soddisfacente e molto lungo.

L'azienda gestita da Maurizio Buzzinelli contribuisce, assieme ad altre splendide realtà locali, a valorizzare un territorio di vera eccellenza costituito dai dolci declivi dei colli di Pradis, nei pressi di Cormòns. Con collaudata esperienza propone una carrellata di vini bianchi che fanno onore alle rinomate peculiarità del Collio goriziano, mentre per la produzione di vini rossi sfrutta le potenzialità genetiche dei terreni ferrosi che caratterizzano il sottosuolo della spianata del fiume Isonzo.

La Malvasia '23 si presenta con delicati sentori di erbe officinali, soprattutto alloro, ed in bocca è vivace, avvolgente e gustosa. Affacciata sul confine con la Slovenia, la frazione goriziana di Oslavia ospita parecchie aziende vitivinicole prestigiose, frutto del lavoro di operosi contadini orgogliosi della loro terra e dei loro vigneti. Qui vive ed opera da oltre due secoli la famiglia Figelj. Anche la nuova generazione formata da Martin, Robert e Matej ha sposato la filosofia aziendale, che si basa su basse rese ed uso di prodotti eco-compatibili, nel totale rispetto della natura e della sostenibilità ambientale.

La Malvasia '23 di Pighin si è distinta durante le nostre degustazioni per la sua marcata impronta varietale. Pionieri del vino friulano nel mondo. Così ama definirsi la famiglia Pighin che, nel 1963, si insediò a Risano acquistando un vasto territorio, prevalentemente vitato, comprensivo di una villa veneta seicentesca circondata da un meraviglioso parco che ospita la sede aziendale. A distanza di pochi anni ampliarono i loro possedimenti con l'acquisizione di un'altra realtà a Spessa di Capriva, sul Collio goriziano. Ai dinamici Roberto e Raffaela è ora affidato l'onere della continuità.

foto di https://roncodeitassi.it/

La Malvasia '23 di Ronco dei Tassi si presenta con un marcato timbro floreale di mimosa, ginestra e girasole, seguono sentori di pesca gialla e agrumi canditi accompagnati da soffi di maggiorana e menta. In bocca è cremoso ma anche fresco e agile.

Fabio Coser, assieme alla moglie Daniela, fondò Ronco dei Tassi nel 1989, quando decise di acquistare un podere ai limiti di un parco naturale di raro fascino a Cormòns, in località Montona, sul versante del Monte Quarin che guarda verso la Slovenia. Nella scelta del nome si ispirarono alle colonie di tassi che popolano i boschi che cingono le vigne. La nuova generazione composta da Matteo ed Enrico già da tempo è parte integrante dell'azienda.

La Malvasia '23 di Sturm emana un gradevole profumo di caprifoglio, cedro, pesca bianca, origano e alloro, in bocca è ricca di sapore e chiude con netti rintocchi balsamici.

È datata 1850 la fondazione dell'azienda della famiglia Sturm che, per merito di Oscar, si è ritagliata un ruolo da protagonista nel mondo vitivinicolo regionale raggiungendo risultati di eccellenza. Oscar è ancora attivo in azienda, soprattutto tra i filari, ma ora a condurla sono i figli Denis e Patrick che hanno sposato la filosofia "fare vini organici significa fare un passo avanti guardando indietro". Quindi solo trattamenti indispensabili con rame e zolfo e niente diserbo.

foto di https://www.facebook.com/gabrielevosca/

La Malvasia '23 è uno dei pezzi forti dei Vosca, si fa apprezzare soprattutto per il mantenimento delle caratteristiche varietali e spesso approda alle nostre finali. Il ventaglio dei profumi si apre con richiami fruttati di mela golden, pesca, nespola e bergamotto, poi intriganti sbuffi di alloro, incenso, salvia e rosmarino. Avvolgente e strutturato al palato, procede con freschezza balsamica e decisa sapidità sino al finale.

Quella di Francesco Vosca è una delle classiche azienda-famiglia di orgogliose origini contadine che negli ultimi decenni del secolo scorso decisero di abbandonare progressivamente la coltivazione promiscua per dedicarsi esclusivamente alla cura dei vigneti. Un passo importante per Francesco, conscio delle potenzialità del territorio ma anche delle difficoltà che avrebbe incontrato. Ora la sua è un'azienda fiorente che ha avuto una svolta in positivo con l'ingresso in cantina del figlio Gabriele.

La Malvasia '23 di Dario Coos si è rivelata tra le migliori della sua categoria ed è approdata alle degustazioni finali. Emana gradevoli profumi di frutta a pasta bianca matura, tarassaco ed erbe officinali e l'assaggio è soddisfacente,

L'azienda fondata nel 1986 da Dario Coos si è resa famosa per la produzione del Picolit e del Ramandolo, il dolce vino prodotto con il verduzzo giallo, una varietà che produce grappoli piccoli con la buccia spessa e resistente. Ora l'azienda, che ancora porta il suo nome, è gestita da un piccolo nucleo di appassionati soci che hanno diversificato ed incrementato l'offerta affiancando ai vini dolci una bella serie di prodotti, in prevalenza da uve autoctone, che garantiscono maggiore visibilità sui mercati.

Ottima la Malvasia '23 di Ermacora, che profuma di erbe officinali essiccate, fiori e frutta fragrante. Gli Ermacora, nei primi anni del secolo scorso, con indiscussa lungimiranza, scelsero le colline di Ipplis per piantare le loro vigne, consci che il sottosuolo, costituito da argille calcaree di origine eocenica poco fertili ma ricche di sali minerali, era particolarmente vocato per la produzione di vini di gran pregio e dettero vita ad una conduzione familiare che si è tramandata nel tempo. Ormai da molti anni l'azienda è capitanata da Dario e Luciano, ma la nuova generazione è pronta a ricevere il testimone,

La Malvasia Fiore '22 di Paolo Rodaro si conferma tra le etichette di maggior prestigio, sfoggiando un ricco ventaglio aromatico dove spiccano macedonia di frutta, scorza di limone e mandorla seguite da salvia, timo, delicate spezie e salsedine. In bocca è setoso, con slanci sapidi che rendono coinvolgente la beva.

Paolo Rodaro, intraprendente e dinamico artigiano del vino, pur avendo già raggiunto traguardi importanti, è alla continua ricerca di nuovi stimoli arricchendo la già corposa e variegata offerta aziendale con nuove proposte. Ormai da tempo sfoggia la prestigiosa linea denominata Romain, che comprende vini rossi di grande spessore ed ora, assieme alla moglie Lara, si è concentrato sulla produzione di spumanti Metodo Classico Pas Dosé, nuovo fiore all'occhiello aziendale.

https://www.facebook.com/vinivisintini/

La Malvasia '23 di Andrea Visintini è molto varietale con variegati sentori di erbe officinali, marmellata di arancia bionda, fiori gialli, propoli e nocciole tostate. Il sorso è equilibrato, con spiccata sapidità e ricordi balsamici.

Sulle colline di Corno di Rosazzo svetta una splendida torre di avvistamento circolare, perfettamente conservata, risalente al 1560. Faceva parte dell'antico Castello feudale di Gramogliano, sulle cui rovine oggi sorge l'azienda che nel 1884 fu acquisita dalla famiglia Visintini. Per successione generazionale nel 1973 la conduzione fu affidata ad Andrea, ed ora i figli Oliviero e le gemelle Cinzia e Palmira proseguono con rinnovato entusiasmo nella gestione dell'azienda certificata biologica.

Ottima la Malvasia Harmo '22, equilibrata e armonica. Questa apprezzata realtà del mondo vitivinicolo regionale è nata da una bella storia di convivenza e collaborazione che ebbe inizio negli anni Sessanta del secolo scorso quando un gruppo di viticoltori cormonesi, impossibilitati a vinificare singolarmente, decisero di unire le proprie forze. Qualche anno fa, l'inserimento in azienda di Alessandro dal Zovo nel ruolo di direttore generale, supportato dalla presidenza di Filippo Bregant, è coinciso con un significativo impulso verso la produzione di qualità.

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