Gli 11 migliori Amarone della Valpolicella scelti dal Gambero Rosso

4 Gen 2025, 09:03 | a cura di
L'Amarone della Valpolicella fa anche quest'anno la parte del leone per numero di vini premiati in Veneto. Durante le nostre degustazioni troviamo versioni sempre più raffinate e asciutte. Ecco le etichette da non perdere.

L’Amarone deve cambiare pelle, è stato il monito lanciato da Andrea Lonardi, Master of Wine, in occasione di Amarone Opera Prima del febbraio scorso e ne siamo convinti pure noi. Ritorno alla pergola, affinamenti meno lunghi, differenziare le aree di produzione, rendendole esclusive per la produzione di solo Valpolicella e Amarone, non potrà che giovare alle prestazioni del passito secco più prestigioso d'Italia (insieme allo Sforzato (Sfursàt) della Valtellina) prodotto nel veronese.

Ed è ancora una volta proprio l'Amarone della Valpolicella a far la parte del leone per numero di vini premiati in Veneto quest'anno (ben 11) , che abbiamo trovato ancora più raffinati e asciutti durante le degustazioni per la guida Vini d'Italia del Gambero Rosso 2025. Sono prodotti da aziende che hanno saputo nel corso dei decenni dare una nuova identità allo storico rosso veronese, ricercando finezza aromatica e tensione gustativa in un vino che spesso supera i 16° alcolici.

Amarone della Valpolicella. Zona di produzione e tipologie

DOCG dal 2010, l'Amarone della Valpolicella prevede le tipologie annata, classico (che comprende i Comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant'Ambrogio e San Pietro in Cariano), riserva (con estratto secco minimo del 32,00% e almeno quattro anni di invecchiamento) e Valpantena.

Si ottiene principalmente dai vitigni autoctoni corvina (dal 45% al 95%), che può essere sostituito del corvinone (max 50%) e rondinella (dal 5% al 30%. Sono ammessi anche vitigni a bacca rossa non aromatici (max 15%).

I migliori Amarone della Valpolicella Tre Bicchieri 2025

Gli Amarone della Valpolicella che hanno ottenuto i Tre Bicchieri, il massimo riconoscimento della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso 2025, sono prodotti da cantine storiche del Veneto, come Bertani, protagonista di una grande degustazione in 13 annate del suo Amarone Cl e Camerani Corte Sant'Alda, di Marinella Camerani, premiata come Vignaiola dell'Anno lo scorso anno,

L'Amarone '20 di Monte Zovo Famiglia Cottini proviene dalla tenuta di Tregnago, un'ampia proprietà che dai 300 metri di altitudine risale fino a lambire i 600, permettendo alle uve di maturare mantenendo profumi freschi e un buon corredo acido. Al naso la ciliegia matura interseca le note balsamiche e di pepe che ritroviamo anche al palato, dove il vino mette in luce un profilo ricco, armonioso e dalla beva slanciata.

Diego Cottini
ha avuto la forza di trasformare profondamente la piccola azienda di famiglia, dando vita a una realtà che oggi si estende su un vigneto molto ampio e che esplora le zone del Bardolino, del Lugana e naturalmente della Valpolicella. Accanto a Diego operano la moglie Annalberta e i figli Michele, impegnato nella gestione tecnica della cantina, e Mattia, che invece si occupa di accoglienza e comunicazione.

L'Amarone Campo dei Gigli '19 al naso è un'esplosione fruttata, con le note di frutto selvatico che si intrecciano con le sfumature officinali e di pepe, mentre al palato ciò che colpisce è la compattezza del palato, pieno, compatto e grintoso, con la parte alcolica che non manca di farsi valere.

Fin dagli esordi con Tenuta Sant'Antonio, avvenuti alla fine del secolo scorso, i fratelli Castagnedi hanno posto grande attenzione alla base viticola dell'azienda, implementando costantemente il parco viticolo, esplorando le zone della Valpolicella Orientale e del Soave. Le basi operative sono due, a San Briccio e a Colognola ai Colli, mentre le vigne più vocate si adagiano sul suolo calcareo e candido che circonda la cantina di via Monti Garbi.

Sugli scudi l'Amarone Case Vecie '18, un calice che a profumi maturi e complessi, dove il frutto si accompagna alle note di sottobosco e foglie macerate, fa seguire un sorso di grande vitalità, con la potenza e l'alcolicità tipiche dell'Amarone gestite alla perfezione dalla spinta acida. Poche aziende in Valpolicella possono contare su una superficie vitata che esplora tanto la zona Classica quanto quella orientale, valorizzando i differenti territori con una produzione strettamente legata ai vini della tradizione. Brigaldara a San Floriano, Case Vecie immerso nei boschi fra Grezzana e Negrar e infine Cavolo nella zona più mite di Grezzana costituiscono la piattaforma viticola per la produzione di tutti i vini della Valpolicella, mentre per i bianchi bisogna giungere a Marcellise.  Batteria impeccabile quella presentata quest'anno, con molti vini che si sono posizionati fra i più apprezzati nelle rispettive tipologie.

L'Amarone di Allegrini con la vendemmia '20 scopre note più speziate e fresche rispetto al passato, lasciando il frutto protagonista ma impreziosito da inserzioni officinali che donano leggerezza e dinamismo. In bocca la pienezza non manca e il vino non si presenta statico, quanto invece agile, nervoso e perfettamente accompagnato dalla consueta sapidità, vero leitmotiv dei vini di casa Allegrini.

Lo scorso inverno si è consumata la separazione fra i due rami della famiglia Allegrini e i fratelli Francesco, Giovanni e Matteo assieme alla cugina Silvia oggi conducono con piglio fermo la storica azienda di Fumane. La piattaforma viticola non ha subito ridimensionamenti e i vigneti più vocati sono rimasti a disposizione, per una produzione che nel solco dello stile impostato da Franco sta lentamente scoprendo sfaccettature più sottili e raffinate.

L'Amarone '15 di Bertani si presenta con un quadro aromatico complesso, dove il frutto surmaturo cerca slancio sulle note officinali e di spezie, concedendosi con calma e sempre più articolato mano a mano che l'ossigeno ne risveglia le più fini espressioni. Il palato è ricco e ben sostenuto da tannini fitti e grintosi. L'azienda di Grezzana è un caposaldo dell'Amarone, l'unica azienda del territorio che può offrire una vera e propria libreria di vecchie annate che, con numeri importanti a disposizione, può risalire fino al secondo dopoguerra, momento in cui nasce ufficialmente il grande rosso veronese. La piattaforma viticola esplora sia la zona classica della Valpolicella che la vicina Valpantena e fornisce le uve per una produzione con un grande legame con la storia ma anche con una lucida visione del futuro.

Quintessenza di questa tradizione è l'Amarone '17 Giuseppe Quintarelli, un vino che concede i suoi aromi poco per volta, iniziando con una ciliegia dolce e matura che lascia spazio alle note di terra umida e sottobosco, con una sottile vena speziata che spinge dal fondo. Il sorso è pieno e possente e trova armonia e leggerezza appoggiandosi alla sapidità e alla spinta acida.

Chi si interrogava sullo sviluppo dell'azienda di Negrar dopo la scomparsa di Giuseppe Quintarelli oggi dorme sonni tranquilli. A distanza di qualche anno Fiorenza e i figli Francesco e Lorenzo hanno saputo proseguire nel solco della tradizione, interpretando le annate e i vini come si è sempre fatto al numero 1 di via Cerè, sfruttando la nuova affascinante cantina per permettere ai vini di maturare con la giusta lentezza.

Debutto con il botto per il nuovo Amarone Cima Caponiera '17 di Ca' Rugate, una Riserva proveniente da un piccolo appezzamento adagiato all'estremità occidentale della zona classica che esprime un raffinato corredo aromatico, dove frutto, fiori e spezie si fondono in una nota di freschezza che ritroviamo in un sorso asciutto, slanciato e dinamico.

L'azienda guidata da Michele Tessari sembra vivere di sfide. Non passa vendemmia senza che non ci sia un nuovo progetto, che spesso costituisce il punto di partenza per miglioramenti viticoli o di cantina, ma che molte altre volte sfocia nella nascita di una nuova etichetta. Corte Durlo, Amedeo, Studio di Studio sono state tutte esperienze di conoscenza delle tradizioni, dei luoghi e delle uve, per una produzione che non conosce debolezze.

L'Amarone Sant'Urbano anche quest'anno si conferma come uno dei più interessanti della denominazione, una perfetta sintesi tra immediatezza e maturità al naso, con la ciliegia dolce attraversata da tenui suggestioni officinali che ritroviamo ancora più nitide al palato, dove il vino rivela pienezza, succo e tensione. Si prosegue nel solco della tradizione in casa Speri: solo vitigni locali e forma di allevamento a pergoletta, mentre in cantina solo vini a denominazione, con una produzione che si fa apprezzare per la continuità stilistica e la riconoscibilità delle tipologie.

L'Amarone Riserva di Zenato dedicato al fondatore si concede poco per volta, esplorando l'animo più profondo della denominazione, donando un palato di grande consistenza ma gestito con leggerezza e tensione. La storica azienda di peschiera del Garda si muove da sempre su due binari distinti che esplorano le più importanti denominazioni veronesi, Valpolicella e Lugana. Due le tenute: Costalunga per le uve rosse destinate ai vini della Valpolicella e Santa Cristina dove regna incontrastata la turbiana. Nella moderna e perfettamente attrezzata cantina di via San Benedetto vede la luce una produzione di alto profilo qualitativo.

L'Amarone Mai Dire Mai '16 ha trovato giovamento nell'ulteriore anno trascorso in cantina e oggi si pone come una delle più interessanti interpretazione della tipologia. Ai profumi intensi di frutto scuro dolce e maturo fa seguire le note officinali e di pepe che riconosciamo anche al palato, dove mette in luce compattezza e tensione.

Pasqua nel mondo del vino veronese è sempre più un'azienda leader, una realtà che ha saputo cogliere le sfide e trasformarle in trampolino di lancio per la sua attività. Gran parte del merito va sicuramente attribuito a Riccardo Pasqua, che ha saputo circondarsi di collaboratori competenti e appassionati che hanno contribuito in maniera determinante alla trasformazione. Massima attenzione per i classici della Valpolicella ma non mancano interpretazioni più originali.

L'Amarone Val**zzane '17 presenta una veste rubino luminosa e intensa, che anticipa profumi che si concedono poco per volta: prima il frutto dolce, poi le note di sottobosco e infine la tipica nota pepata che riconduce alle uve della tradizione. Il palato non ricerca concentrazione e potenza quanto armonia e tensione, risultando lungo e succoso.

Marinella Camerani ha dato vita alla sua azienda alla metà degli anni '80 e oggi guida una delle aziende più interessanti del comprensorio veronese. Ai vigneti attorno all'abitazione e cantina si sono gradualmente aggiunti i 5 ettari della tenuta Adalia in località Molinetto e infine quelli del podere Castagnè, sull'altro lato della vallata. Conduzione biodinamica di tutta l'azienda e vini che sanno raccontare i luoghi, le tradizioni e i sogni.

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