Per noi la Romagna è la regione vitivinicola rivelazione dell’anno: il lavoro sulle 16 sottozone del Romagna Sangiovese sta dando i suoi frutti, come dimostrano anche i Tre Bicchieri 2024 i vini sono sempre più centrati in seno a finezza ed eleganza e il territorio sta venendo fuori nel migliore modo possibile. Il Trebbiano è il vitigno più coltivato in assoluto e siamo convinti possa essere una varietà su cui puntare, non solo per i vini più semplici o come base spumante, ma anche per delle belle selezioni di vigna. Tra le province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna viene prodotto un altro vino bianco che sta dando ottimi risultati: parliamo dell’Albana, frutto del vitigno omonimo, che si presta a diverse e affascinanti vinificazioni. L'uva albana era conosciuta già al tempo dei Romani, ne parlano Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, Catone e Varrone. Ed è proprio sulle migliori espressioni di Albana, secco e passito, che ci concentriamo qui.
L'Albana di Romagna è stata la prima DOCG, nel 1987, dedicata a un vino bianco. Oggi il disciplinare di produzione prevede che il vitigno debba essere presente per almeno il 95% nei vini prodotti nelle quattro tipologie: secco, amabile, dolce e passito. Quest'ultima era quella più prestigiosa, fino a quando alcuni produttori hanno deciso di iniziare a puntare soprattutto sulla tipologia secca (abbandonando quasi del tutto le altre due versioni, dolce e amabile).
Probabilmente anche il nome ha orgine latina: più che riferirsi ai Colli Albani, che alcuni ritengono la culla dell'uva poi trasportata dai Romani in Romagna, sembra più facile farlo risalire ad "albus", bianco, aggettivo che ne delinea il colore. La prima descrizione ufficiale di un vitigno chiamato Albana è del '300, nel Trattato di Agricoltura di Pier de' Crescenzi che ne delimita la zona di produzione a "Forlì e in tutta la Romagna".
L'ultimo decennio ha fatto segnare una vera e propria rivoluzione: i numeri sono ancora piccoli ma i produttori vedono nel vitigno una varietà plastica in grado di essere plasmata secondo le esigenze stilistiche di ognuno. Alcuni infatti prediligono puntare sulla macerazione, altri credono sia meglio una vinificazione più classica, altri ancora ritengono che le caratteristiche dell'uva la rendano perfetta anche per la produzione di spumanti Metodo Classico.
I migliori Albana di Romagna premiati con Tre Bicchieri e Due Bicchieri Rossi
Ecco le migliori Albana di Romagna che hanno ottenuto i Tre Bicchieri e i Due Bicchieri Rossi sulla Guida Vini d'Italia 2024 di Gambero Rosso.
Centra ancora una volta il successo l'Albana Codronchio di Fattoria Monticino Rosso che nella versione '21 si presenta con profumi salmastri e iodati, note di ribes bianco e cenni agrumati di limone verde. Al gusto si mostra polposo, con bella spina dorsale acida, salino, con finale prolungato e appagante. Ai vertici anche l'Albana Passito (una delle migliori assaggiate)
L'azienda nasce nel 1965 da Antonio Zeoli che acquista il podere Olmo. Negli anni successivi viene affiancato dai figli Luciano e Gianni, oggi alla guida dell'azienda, e vent'anni dopo acquisisce il podere Monticino Rosso che darà poi il nome alla tenuta. La fattoria sorge sulle colline di Imola, i vigneti ospitano vitigni autoctoni quali l'albana, il pignoletto e il sangiovese. Poco più di vent'anni fa è sorta la nuova cantina con moderni impianti enologici che domina la vallata dalla cima della collina, con i vigneti intorno che si inerpicano sui pendii circostanti. Sulla struttura è stato realizzato un tetto giardino con lo scopo di preservare il paesaggio esterno e di creare un microclima ideale all'interno.
- Romagna Albana Secco Codronchio 2021 - Fattoria Monticino Rosso
- Romagna Albana Passito 2019 - Fattoria Monticino Rosso
Ancora una volta meravigliosa l'Albana Vitalba '22 di Tre Monti che debutta al naso con un bagaglio aromatico variegato con cenni floreali di ginestra e camomilla, quindi fruttato di agrumi come cedro e, ancora, mela cotogna. All'esame gustativo si mostra di bella pienezza, con dinamismo eccellente e finale pulito e persistente. L'azienda con trenta ettari coltivati a seminativo, alberi da frutto e vigneto, viene acquistata negli anni '60 da Enrico Scheda. Una ventina di anni dopo il vigneto viene rinnovato con nuovi impianti di albana, trebbiano e sangiovese dai quali si ottengono vini venduti solo in damigiane che dal 1998 in poi, con l'arrivo in azienda del nipote Marco Scheda, si decide di imbottigliare. Oggi nei tre poderi confinanti che costituiscono la proprietà, oltre ai vigneti ci sono alberi da frutto. Negli ultimi anni sono stati introdotti anche altri vitigni: chardonnay, cabernet, sauvignon, merlot, pignoletto e barbera.
Il Passito '15 di Podere La Berta ha un bel colore dorato, per poi sorprendere al naso per la ricchezza di aromi che spaziano dalla susina gialla all'albicocca, ingentiliti da note di miele, resina e mandorla. Vellutato l'ingresso in bocca, cremoso, per un finale che lo trova ancora vivo e peristente. Una realtà agrituristica situata nei pressi di Brisighella, dove il vino risulta il prodotto più importante, oggi accompagnato dalla birra quale prodotto di eccellenza, oltre ad olio e grappa. Il legame con la tradizione è intuibile anche dalle etichette, che riportano una serie di piante da frutto una volta presenti nel territorio, a testimoniare una incredibile biodiversità. Le varietà coltivate sono quelle tipiche quindi albana, trebbiano e pagadebit per i bianchi, sangiovese per i rossi.
Sesta generazione di viticoltori per la famiglia Zavalloni che opera in provincia di Cesena. Amedeo è un'Albana Secco frutto di una vecchia vigna, piantata nel 1969 dal nonno degli attuali titolari chiamato appunto Amedeo. Incredibili i profumi di ginestra, scorza di limone candito ed erbe aromatiche che anticipano un palato secco, ma dolce di frutto, che avvolge la bocca, la coccola ed è rinfrescato da bella acidità. Il sapore finale completa il sorso.
Bianco di Ceparano '22 di Fattoria Zerbina regala all'olfatto note floreali, poi agrumate, cenni di ginger; il corpo è dinamico, fresco, dalla vena acida coerente e finale intenso. Nel 1966 Vincenzo Geminiani, subito dopo l'acquisto del podere, sulle colline che collegano Faenza alla Toscana, decise di piantare i primi vigneti. Vent'anni dopo la nipote Cristina Geminiani assunse in prima persona la responsabilità della conduzione aziendale con l'obiettivo della valorizzazione del sangiovese e dell'albana. Parallelamente si è sviluppato il progetto di un assemblaggio sangiovese/cabernet sauvignon che in tempi più recenti ha visto l'introduzione di percentuali variabili di anno in anno di merlot e di syrah.
ll G.G.G. di Giovannini è un Albana Secco che esce dopo due anni dalla vendemmia. Profuma di elicriso e albicocca, il palato è fresco e delineato da un pizzico d sapidità e tannicità che ne ravvivano la beva. Essendo stata fondata alla metà degli anni '60 del secolo scorso, la famiglia Giovannini produce vino da tre generazioni. I vitigni sono quelli classici del territorio con ben tre espressioni interessanti e differenti dell'Albana. Quindici ettari di vigna e una produzione che si attesta sulle 15mila bottiglie sono i numeri della cantina.
Bella realtà artigiana che ci presenta ogni anno vini autentici che riescono a metter ben in evidenza le caratteristiche del vitigno. Ne è un bell'esempio il Querciola, un Romagna Albana di grande carattere: i profumi ricordano i fiori d'arancio, l'albicocca disidratata e la scorza di limone candito, la bocca ha corpo e struttura, si avverte una delicata percezione tannica e il finale è saporito e lungo.