«Faremo produrre i dealcolati in Italia perché il mondo del vino li vuole ed è d’accordo, quindi noi ci allineiamo, ma fino all’ultimo proverò a convincere tutti che questi prodotti non si possono chiamare vino». A parlare è il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in occasione dei festeggiamenti, a Roma, per i 20 anni dell’istituto Grandi Marchi. Per Lollobrigida quello dei dealcolati resta un tema spinoso, una decisione sofferta: «Lo dice anche l’Oiv – ha ribadito – il vino è un prodotto che contiene alcol. Abbiamo tante parole, perché vogliamo chiamare vino una prodotto senza alcol e bistecca un prodotto fatto con i ceci?»
Il giallo della bozza di decreto sui dealcolati del Mef
Più volte, in passato, il ministro si è espresso contro i vini senza alcol, salvo poi fare delle aperture importanti davanti alle associazioni di categoria, fino agli ultimi tavoli di confronto che facevano pensare ad una possibile risoluzione in tempi brevi. Ma la questione rimane più aperta che mai. Come se non bastasse, nell’iter verso l’approvazione si è messo di mezzo un nuovo ostacolo che, nelle scorse settimane, ha fatto infuriare le associazioni di categoria, che hanno parlato di un «fulmine a ciel sereno» (come già raccontato dal Gambero Rosso): la bozza di decreto arrivata a sorpresa dal ministero dell’Economia che, di fatto, escludere il Masaf dalle competenze sui dealcolati, impone un’accisa sull’alcol ottenuto nel processo di dealcolizzazione, coinvolgendo l’Agenzia delle Dogane e limita la produzione a 500 ettolitri di vino.
Resta il nodo delle accise
«Non c’è nessuno giallo», dice Lollobrigida, incalzato dal Gambero Rosso e negando la mancanza di dialogo tra i due ministeri. Oltretutto, mentre ne parla, al suo fianco, c’è proprio il vice dell’Economia, Maurizio Leo (un segnale?), anche lui presente all'evento capitolino dei Grandi Marchi: «Il decreto è pronto e lo farò io», dice senza mezzi termini il Ministro per poi tornare sul tema delle eventuali accise: «C’è una questione sulla fiscalità su sui stiamo ragionando». Leo (anche lui Fratelli d’Italia) conferma: «Se separi le due componenti – alcol e vino – si separano anche dal punto di vista fiscale. L’uno è sottoposto ad accisa, l’altro no. E noi è il vino che vogliamo tutelare. Ma il mio è solo un discorso fiscale. Solo fiscale - sottolinea - Sul decreto vedremo». Poi, la stoccata finale di Lollobrigida: «Su una cosa siamo entrambi d’accordo - chiosa - i vini dealcolati, chiunque li faccia, difficilmente saranno dei buoni prodotti».