La prima e buona notizia è che a Palazzo Giustiniani di Roma c’erano (quasi) tutti. Alla presentazione del libro Viaggio nell’Italia del vino del senatore Dario Stefàno e della produttrice Donatella Cinelli Colombini c’erano tutte le associazioni che in questi anni hanno raccontato e monitorato – ognuno con i propri mezzi e i propri strumenti - l’enoturismo: Città del vino, Donne del Vino ed Enit, insieme alla parte politica, rappresentata dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, e i ministri Elena Bonetti (Pari Opportunità) e Massimo Garavaglia (Turismo). Assente “giustificato” Stefano Patuanelli (Politiche Agricole), impegnato con la crisi politica dei 5Stelle da cui dipenderà il futuro del Governo italiano. Ma questa è un’altra storia.
Serve Osservatorio e Piano di Comunicazione nazionale
C’erano tutti, dicevamo, con dati alla mano e una voce unica - prima nel corso dell’evento, poi con lo stesso comunicato stampa divulgato da tutte le sigle - per chiedere al Governo l’istituzione di un osservatorio permanente sull’enoturismo. E se è vero che l’unione fa la forza, probabilmente questa potrebbe essere la volta buona.
Intanto, di sicuro c’è che quella presentata è la prima indagine su un numero rilevante di attori dell’offerta enoturistica, da cui sono emerse le parole chiave per il futuro del comparto: promozione, comunicazione, formazione, digitalizzazione e monitoraggio, appunto. “Il monitoraggio si dovrebbe concretizzare in una cabina di regia con un Osservatorio nazionale” ha puntualizzato Denis Pantini di Wine Monitor Nomisma, nel presentare lo studio “Servirebbe a dare consigli e suggestioni, per migliorare il proprio posizionamento competitivo”.
“Questo appuntamento vuole rappresentare una nuova tappa, dopo quella che ha visto l’introduzione della legge sull’enoturismo” ha spiegato il senatore Dario Stèfano “Allora, arrivare al ddl è stato complicato perché non esistevano dati nazionali. Oggi, quindi, tutti assieme consegniamo questi dati alle Istituzioni, con tutti gli spunti che ne emergono. Siamo agli inizi di un percorso di sviluppo, ma non dobbiamo sciupare altro tempo: è un treno che va preso subito e con criterio”.
Accanto alla richiesta di un Osservatorio nazionale, anche quella di un piano di promozione e comunicazione nazionale sull’enoturismo, che preveda corsi di formazione degli addetti (richiesto dal 67% delle cantine intervistate) e digitalizzazione delle aree rurali (58%).
“Ai ministri voglio ricordare tre temi da affrontare immediatamente” ha detto il presidente delle Città del Vino Angelo Radica “l’accessibilità materiale, che spero trovi nuovo slancio con i fondi del Pnrr, quella immateriale che riguarda il digitale e, infine, la formazione. per mettere tutte le cantine nella condizione di fare accoglienza”.
Il turismo vale il 7% del fatturato aziendale
La seconda notizia è che l’attività enoturistica pesa per il 7% del fatturato aziendale. Come ha illustrato Pantini “si tratta di una percentuale che diventa il doppio per le aziende più piccole con un fatturato minore di 2milioni di euro, a dimostrazione di come le attività turistiche siano fondamentali soprattutto per le pmi”. L’analisi mostra, poi, come più di 9 cantine su 10 (92%) ormai offrano anche accoglienza enoturistica. E di queste il 74% lo fa durante tutto l’anno, mentre il 18% predilige alcuni periodi, in particolare estate (92%), primavera (73%) e autunno (54%). L’8% che non propone attività enoturistiche adduce come prima motivazione la mancanza di possibilità in struttura (58%) e, come seconda, la mancanza di personale qualificato (17%). Una problematica, quest’ultima, rilevata anche da chi fa incoming, e che riguarda, in particolare, le imprese medio grandi. La mancanza principale riguarda personale che sappia parlare le lingue straniere (33%), personale disponibile a lavorare nel week-end (27%) e con competenze tecniche sul vino (24%).
A occuparsi di enoturismo sono soprattutto le donne
L’altra notizia è che l’enoturismo è donna. “Gli uomini producono e le donne trasformano il vino italiano in euro” ha osservato il responsabile dell’Osservatorio, supportato dai risultati della survey. Se, infatti, la produzione resta per l’86% appannaggio degli uomini, tutte le altre attività sono legate al genere femminile: le donne rappresentano la maggioranza degli addetti e dei manager nel marketing e comunicazione (80%) del commerciale (51%) e del turismo (76%).
“A questo si aggiunga che le donne rappresentano la quota principale di consumatori - 55% - e che sono coloro che prenotano maggiormente le visite in cantina” aggiunge la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini “Dare loro valore è, quindi, fare un piacere a tutto il sistema vino e all’economia italiana. Se, infatti, i turisti sono attratti verso l’Italia dall’enogastronomia, sono le donne a mettere loro davanti l’amo di cui hanno bisogno per arrivare fin qua”.
A tal proposito è intervenuta anche la ministra per le pari Opportunità Elena Bonetti: “Si è creata un’alleanza strategica tra il mondo delle istituzioni e il mondo della produzione, e in particolare quella capacità di promozione culturale e fattiva di un nuovo ruolo che le donne possono e debbono interpretare nel nostro Paese. Un tipo di progettualità in linea anche con la prima strategia nazionale per la Parità di Genere che riconosce nell’ambito agricolo femminile uno degli assi d’investimento come quelli previsti nel Pnrr”.
a cura di Loredana Sottile
La versione completa di questo articolo è stata pubblicata sul Settimanale Tre Bicchieri del 14 luglio 2022
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