“Le politiche vitivinicole europee non raggiungono gli obiettivi ambientali”. Sul settore arriva la tirata d’orecchie della Corte dei Conti europea nel rapporto appena pubblicato dal titolo molto eloquente: “Ristrutturazione e impianto di vigneti nell’Ue. Impatto poco chiaro sulla competitività e ambizione ambientale limitata”.
Che cosa dice il rapporto della Corte dei Conti
Secondo i contabili lussemburghesi, i viticoltori ricevono dall'Ue circa 500 milioni di euro all'anno per ristrutturare i vigneti e diventare più competitivi. Inoltre, dal 2016 possono anche richiedere l'autorizzazione a piantare ulteriori viti, per consentire una crescita controllata della produzione potenziale, con un aumento annuo massimo dell'1%. Tutto ciò, però, non basta a portare la viticoltura sui binari della sostenibilità ambientale. "Sviluppare la competitività del settore vitivinicolo è essenziale e particolarmente pertinente ai fini dell'Ue, ma dovrebbe andare di pari passo con una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale'', è la dichiarazione di Joëlle Elvinger, membro della Corte dei Conti europea responsabile dell'audit.
''Per quanto riguarda entrambi gli obiettivi, possiamo quanto meno affermare che l'azione dell'Ue non abbia ancora prodotto i risultati sperati". Insomma, nonostante i finanziamenti la politica vitivinicola Ue non ha fatto molto per l’ambiente. In particolare, si legge nel documento, la misura che offre la possibilità di ristrutturare i vigneti dimostra scarsa attenzione per gli obiettivi di natura ambientale. Anzi, la misura potrebbe aver sortito l'effetto opposto, come il passaggio a varietà di viti che necessitano più acqua.
La replica della Commissione Ue
Non si è fatta attende la replica della Commissione Ue: “Le lacune individuate dagli auditor riguardano l'attuazione nazionale nel periodo 2014-2022” spiega un portavoce dell'esecutivo Ue all’Ansa “Il nuovo quadro giuridico della Pac è molto diverso in termini di obiettivi perseguiti, principalmente ambientali, e modalità di attuazione. Dal 2023 in poi, gli Stati membri devono garantire che almeno il 5% delle spese assegnate al settore del vino venga utilizzato per interventi relativi alla protezione ambientale”.
Occhi puntati, quindi, sui risultati della nuova Pac per far ricredere la Corte dei Conti.