La cantina di Del Posto a New York
Come molti altri ristoranti di New York, il celebre Del Posto soffre ancora gli effetti dell’emergenza sanitaria, che ha messo in ginocchio l’industria della ristorazione in città (e in buona parte del mondo). Pesa sul bilancio dell’attività il lungo periodo di lockdown, che ancora limita l’operatività di bar e ristoranti al solo utilizzo degli spazi outdoor. Ma le difficoltà che ora accomunano l’intero settore si innestano, nel caso della storica insegna di Chelsea (fondata nel 2005), su un periodo turbolento chiuso nel 2019 con il divorzio tra Joe Bastianich e Mario Batali (quest’ultimo al centro di uno scandalo più che acclarato per molestie sessuali), che insieme gestivano la punta di diamante di un gruppo di ristorazione decisamente potente a New York. Bastianich, del resto, è imprenditore capace: all’attivo, negli Stati Uniti, vanta 25 ristoranti, e nel corso del 2020 il gruppo avrebbe dovuto ampliarsi con l’apertura di nuove attività. Ma tutto è bloccato, in attesa di tempi migliori. E probabilmente anche per superare il momento - “con un misto di tristezza e orgoglio”, precisa lo stesso Bastianich – Del Posto mette all’asta parte della sua rinomata cantina, che vanta una tra le più complete collezioni di vini italiani al mondo, contando più di 30mila bottiglie in rappresentanza di tutte le regioni vitivinicole della Penisola.
I vini di Joe Bastianich all’asta
L’asta dei vini, battuta da Hart Davis Hart Wine Co, raccoglierà le offerte il 24 e 25 luglio prossimi, presso la celebre casa d’asta specializzata in vini di fama internazionale. Le offerte potranno essere presentate live o a distanza, tramite supporto di un’app o mediante la piattaforma online di Hart Davis Hart. E per gli enoappassionati che possono permettersi di investire si prospettano molte opportunità di aggiudicarsi rarità e bottiglie pregiate che raccontano la storia dell’enologia italiana e non solo, parte di una delle collezioni di vino più importanti mai battute all’asta. Articolata in 3423 lotti, l’asta proporrà selezioni di Barolo e Barbaresco di Bruno Giacosa, Angelo Gaja, Bartolo Mascarello, Giacomo Conterno (con una verticale di Monfortino Riserva dal 1941 al 2013, anche attraverso alcuni grandi formati) e Giuseppe Rinaldi (tra cui il Barolo Giuseppe Rinaldi 1964, stimato in valore tra i 12mila e i 18mila dollari); Super Tuscans della Tenuta dell’Ornellaia (tra cui il Masseto 2005 Magnum), Sassicaia (Tenuta San Guido 1985) e Tignanello, ma anche il Marsala Riserva Superiore di Marco de Bartoli del 1860, e una rarissima selezione di Borgogna con Domaine de la Romanée-Conti. Tra il lotti, anche bottiglie mai commercializzate e imbottigliate per il ristorante, come il Recioto della Valpolicella Classico Gran Riserva di Giuseppe Quintarelli 1983.
Il valore di un’asta che racconta la storia del vino italiano
La casa d’asta stima il ricavato complessivo tra i 3 e i 4,5 milioni di dollari, in parte destinati a sostenere cause di beneficenza, per progetti destinati ai bambini. L’operazione, però, è mirata principalmente a garantire respiro all’attività, e non nasconde un certo rammarico Joe Bastianich, comunque orgoglioso di poter presentare ai collezionisti di tutto il mondo (molti hanno già dichiarato il proprio interesse) la cantina raccolta con passione negli anni: “Bottiglie che parlano di me, della mia storia, della mia anima dedicata al vino. Il momento è arrivato, sono felice di poter condividere con il mondo questi vini, e soprattutto queste annate. Spero troveranno palati interessati che sappiano goderne appieno”. Gli fa eco Antonio Galloni, Ceo di Vinous, nell’introdurre il catalogo d’asta: “Questa vendita rappresenta la fine di un’era, e sono sicuro che queste bottiglie faranno felici i fortunati che riusciranno ad aggiudicarsele”. Il catalogo completo della vendita è già consultabile online, sul sito di Hart Davis Hart.