Il vetro costa caro, e qualcosa non va secondo l'Antitrust. Avviata indagine su nove imprese

13 Nov 2023, 12:45 | a cura di
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha agito dopo alcune segnalazioni di cantine e associazioni di categoria. Si ipotizza un accordo per incrementare i listini delle bottiglie di vino da inizio 2022, anche se i contratti di fornitura e i prezzi erano già stati fissati nel 2021

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha avviato un'indagine istruttoria su un presunto cartello di imprese che si sarebbe accordato, da inizio 2022, per aumentare il prezzo delle forniture di bottiglie di vetro cavo alle imprese. Il tema dell'incremento dei costi di produzione nel settore vino italiano aveva tenuto banco per tutto lo scorso anno, a seguito della crisi dei prezzi dell'energia e delle materie prime. Anche il vetro usato per il confezionamento dei vini (bottiglie, fiaschi e damigiane) era stato coinvolto in questa spirale di aumenti e, di conseguenza, aveva contribuito ad alimentare le proteste dei sindacati di categoria e delle cantine.

Ipotesi cartello

L’Antitrust ha agito a seguito di alcune segnalazioni (inviate da Fondazione Filiera Italia e da Bottega spa), a cui se ne è aggiunta una anonima inviata tramite la piattaforma Agcm di whistleblowing. Sotto la lente sono finite 9 società (Berlin Packaging Italy, Bormioli Luigi, O-I Italy, Verallia Italia, Vetreria Cooperativa Piegarese, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack Italia e Zignago Vetro) in merito a una “presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vetro”. L'ipotesi al vaglio dell'Agcm, come si può leggere nei documenti diffusi dall'Autorità, è che le società si sarebbero coordinate, almeno da inizio 2022, nel chiedere ai propri clienti analoghi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro nello stesso arco temporale, a fronte di contratti di fornitura firmati nel 2021 e validi per l'anno successivo. Una circostanza che potrebbe essere, secondo Agcm, il risultato di un accordo o di una pratica concordata per evitare il confronto concorrenziale tra i principali operatori del settore.

Aumenti "ingiustificati" anche nel 2023

Come si legge nell'istruttoria, alcune delle comunicazioni inviate via mail dalle 9 società alle imprese che hanno denunciato l'anomalia, presentano una formulazione “del tutto simile e contengono variazioni analoghe dei prezzi di listino, apparentemente non giustificate dall’aumento dei costi delle materie prime”. Gli incrementi dei prezzi, presentati come temporanei, a causa tra le altre cose della guerra in Ucraina, sarebbero poi proseguiti anche nel 2023 nonostante la diminuzione dei costi a cui sarebbero stati legati.

In campo la Guardia di Finanza

I funzionari Agcm hanno agito assieme al Nucleo speciale antitrust della Guardia di finanza, svolgendo ispezioni nelle principali sedi delle società e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria, tra cui Assovetro, l’Associazione nazionali degli industriali del vetro. A giugno 2023, in un'intervista al settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso, l'Assovetro spiegava i motivi dei rincari dei listini delle bottiglie di vino con un incremento dei costi generali subito anche dall'industria del vetro, lasciando tuttavia aperta la strada a un possibile successivo calo dei prezzi applicati alle imprese.

I tempi dell'indagine

L'istruttoria deliberata da Agcm, dopo la riunione del 31 ottobre 2023, dovrà concludersi entro dicembre 2024. Nel frattempo, le società interessate potranno essere sentite dall'Antitrust. Secondo le nuove linee guida sanzionatorie, per i cartelli di fissazione dei prezzi, di ripartizione dei mercati e di limitazione della produzione, che costituiscono le infrazioni più gravi alle regole di concorrenza, si rischia una sanzione minima del 15% sul valore delle vendite, salvo possibili riduzioni.

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