Come Davide e Golia. Il confronto-scontro tra i viticoltori del Carso e la grande Doc Prosecco sul futuro del Prosekar richiama il duello biblico. Da un lato, la difesa dell'identitร e l'orgoglio dei carsolini, dall'altro un Consorzio che non puรฒ necessariamente tollerare sul mercato la presenza di un prodotto chiamato ยซProsekarยป, fuori dal perimetro della Ig europea. La parola ricorso legale non รจ ancora una delle prime pronunciate dai produttori dell'altopiano triestino, culla di quello spumante che da anni fa discutere imprese, istituzioni, enti di tutela e affascina gli appassionati. La lunga e tormentata partita sembra in fase di chiusura, ma รจ probabile che si vada ai supplementari. Il nuovo disciplinare della Doc Prosecco, che inserisce il Prosekar come tipologia (assieme a Prosecco, spumante, spumante rosรฉ e frizzante), รจ stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto a fine maggio scorso. A distanza di poco piรน di un mese, i produttori locali hanno presentato separatamente le osservazioni tecniche alla Regione, che sarร da ora l'arbitro della sfida. In campo, ci sono l'Associazione dei viticoltori del Carso e l'Associazione Prosekar; dall'altra, c'รจ il Consorzio di tutela Doc Prosecco. Finora, il termine che si sente pronunciare piรน spesso, a sentire i diretti interessati, รจ dialogo ma sotto la cenere di un confronto apparentemente pacifico cova la tentazione dei carsolini di ricorrere alla giustizia amministrativa se non si troverร un compromesso accettato da tutti.
La questione dell'autonomia
Il nodo piรน importante รจ l'esigenza di autonomia dei produttori del Carso, che preferirebbero vedere il Prosekar come sottozona della Doc Prosecco piuttosto che come tipologia, come invece il Consorzio ha scritto, nero su bianco, nelle carte del disciplinare presentato in Regione. Evidentemente, gli interlocutori si guardano ancora in cagnesco, dopo anni di confronto-scontro e nonostante le recenti aperture dell'ente di tutela trevigiano. I carsolini propendono per uno status autonomo: la sottozona garantirebbe un maggiore controllo dei parametri del vino Prosekar, anche per quanto riguarda la libertร di interpretazione del blend. Il disciplinare pubblicato a maggio sul Bur della Regione Veneto recita che il Prosecco spumante Prosekar รจ ottenuto dal vitigno glera per almeno il 50% con possibilitร di inserire (da soli o congiuntamente) altri vitigni a bacca bianca non aromatici, idonei alla coltivazione nella provincia di Trieste, fino al massimo del 50%, e il vitigno malvasia fino al massimo del 15 per cento. Codificare la ricetta del Prosekar รจ affare complicato. Il blend non trova consenso unanime nemmeno tra i produttori locali. E non tutti i viticoltori lo producono. L'espressione ยซaltri vitigni a bacca biancaยป nel disciplinare รจ un tacito riferimento all'uva vitovska, vitigno storico del Carso triestino. Ma se per l'Associazione viticoltori del Carso se ne puรฒ fare a meno, per l'Associazione Prosekar รจ un ingrediente fondamentale.
Vitovska e la perdita dell'esclusiva per la Doc Carso
E qui si inserisce un'altra questione, legata all'uva vitovska, elemento inscindibile dalla Doc Carso (se ne รจ parlato a Duino il 28 e 29 giugno scorsi, durante l'evento Mare e Vitovska). Per Matej Skerlj, presidente dell'Associazione viticoltori del Carso, il vitigno dovrebbe rimanere esclusivoย della Doc Carso e non comparire anche nella Doc Prosecco ยซper non sminuireยป l'identitร territoriale e culturale. ยซRischiamo - afferma il presidente di Druลกtvo Vinogradnikov Krasa, nome sloveno dell'associazione - di perdere la vitovska come nostra prerogativa. Entrerebbe nella Doc Prosecco secondo lo schema per cui il pesce grande mangia il pesce piccoloยป. Skerlj ribadisce, quindi, la contrarietร dei viticoltori all'ingresso della vitovska nella grande Doc interregionale: ยซIl Prosekar si puรฒ fare anche solo con malvasia e glera, storicamente i due uvaggi piรน citati - sottolinea - e senza inserire nel disciplinare le uve a bacca bianca della provincia di Trieste. Non ci sembra opportuno che delle Doc si scambino i vitigniยป. Eppure il testo presentato dal Consorzio in Regione Veneto non prevede l'indicazione della vitovska in etichetta, cosรฌ come anche per gli altri due vitigni (glera e malvasia). Nonostante ciรฒ, l'Associazione viticoltori del Carso ha chiesto di tenere separati i campi. Anche perchรฉ, in una vicenda che si tracina da anni, il presidente Skerlj - che si dice ยซdeluso dall'atteggiamento del Consorzio - ha una convinzione di fondo: ยซL'affare lo farebbe il Consorzio di tutela della Doc Prosecco che, in una zona non sua metterebbe le mani su un vitigno storico, prerogativa del Carso, vantandosi poi di avere una nicchia come il Prosekar all'interno della Doc. Abbiamo fatto osservazioni costruttive, anche se vorremmo che il disciplinare venga riscritto. Siamo d'accordo sulla sottozona coi colleghi dell'Associazione Prosekar. Ora, speriamo che la Regione ascolti le nostre esigenze, perchรฉ diversamente andremo avantiยป, conclude riferendosi all'ipotesi di un ricorso legale.
Il compromesso necessario per non rinunciare al Prosekar
Al di lร del nodo vitovska, resta aperta la piรน ampia questione della sopravvivenza del Prosekar come vino. In questo senso, il compromesso appare necessario. L'Associazione Prosekar presieduta da Andrej Bole appare piรน conciliante e si basa sulla cruda realtร . La recente entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo sulle Indicazioni geografiche non consente l'esistenza di un Prosekar al di fuori della Doc Prosecco. Il Consorzio interverrebbe legalmente a protezione della Ig Prosecco. La questione Prosek croato ha fatto scuola e il diritto relativo alla protezione dei marchi Ig consentirebbe di stoppare sul nascere ogni tentativo di smarcamento dei viticoltori del Carso verso una denominazione a sรฉ col nome Prosekar. ร questo uno dei principali timori del Consorzio: la creazione di una Doc separata da una precedente sottozona, come avvenuto in passato in altre parti d'Italia, ad esempio, col Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo Docg (che tra l'altro, a ottobre 2023, ha scelto di rientrare nella tutela del Consorzio vini d'Abruzzo), oppure col Nizza Docg, fino al 2014 sottozona del Barbera d'Asti Docg. ยซInizialmente - afferma il presidente Bole - avremmo preferito una unitร geografica aggiuntiva ma non รจ stato possibile. La sottozona รจ il nostro sogno. E consideriamo un passo avanti il fatto che il disciplinare preveda la menzione Trieste per il Prosekar che, a nostro parere, deve includere la vitovska. Per il resto, sappiamo che tra le nostre esigenze e quelle del Consorzio ci sono ancora differenze. Stiamo lavorando per limarle il piรน possibile e andare avanti assiemeยป. Quanto alla possibilitร di ricorrere alla giustizia amministrativa: ยซNon escludiamo niente - conclude Bole - e dobbiamo vedere fino a che punto arriviamo nel dialogo col Consorzio del Proseccoยป.
I vantaggi per il Consorzio della Doc
Un compromesso poterebbe indubbi vantaggi per l'ente di Piazza Filodrammatici a Treviso. Si chiuderebbe, innanzitutto, una querelle piรน che decennale (passata anche per i ricorsi al Tar, poi ritirati dai carsolini, contro il disciplinare della versione rosรฉ, nel luglio 2020); la Doc incrementerebbe la gamma e si arricchirebbe della nuova tipologia Prosekar (inclusa la versione riserva); il Consorzio potrebbe vantare al suo interno un prodotto di fascia premium (la forbice di prezzo รจ di 18-20 euro a bottiglia) da promuovere a livello internazionale e da raccontare alla stampa di settore e al canale horeca. Inoltre, si garantirebbe una pace territoriale nel senso che non ci sarebbero piรน aree che lamentano di essere state escluse o depredate dei propri vitigni nell'ambito della grande Doc veneto-friulana. Ma rispetto alle richieste delle aziende locali, anche l'ente presieduto da Giancarlo Guidolin dovrร concedere qualcosa se vuole chiudere la questione. Per i produttori del Carso, in quella che dal Consorzio del Prosecco Doc considerano una operazione ยซwin-winยป, ci sarebbe l'opportunitร di vedere tutelato il nome Prosekar e, quindi, di navigare tranquilli sul mercato, sfruttando la forza promozionale della prima di Doc italiana, che attualmente esporta ben l'80% della produzione. Probabilmente, il peso specifico all'interno dell'ente sarebbe molto basso ma l'esistenza del Prosekar non sembra poter prescindere da un ingresso nella Doc Prosecco.
Quando il Prosecco si "impossessรฒ" del paese omonimo
Il vino Prosekar, che in lingua slovena significa ยซvino di Proseccoยป, in riferimento alla frazione omonima, di fatto conferisce tramite l'aggancio alla toponomastica il nome all'intera Doc Prosecco, secondo quanto chiedono leggi e regolamenti dell'Unione europea sulla protezione delle Ig. Nel 2009, il collegamento con questo piccolissimo centro sull'altopiano del Carso consentรฌ la nascita della Doc, col contestuale cambio del nome del vitigno base da prosecco a glera. Ma giร dall'esordio della denominazione, come รจ noto, erano sorti i primi problemi di coesistenza sul mercato di Prosecco (oltre 600 milioni di bottiglie) e Prosekar (qualche decina di migliaia di bottiglie). I viticoltori triestini erano (e sono ancora) intenzionati a difendere le proprie tradizioni da quella che definivano, e ancora in parte considerano, una grande operazione commerciale da parte dei veneti. Vini, tuttavia, molto diversi, vinificati il primo con metodo charmat (in autoclave) e il secondo con rifermentazione in bottiglia (in etichetta รจ consentita la dicitura ยซmetodo tradizionaleยป o ยซmetodo classicoยป). Le leggi europee sulla tutela dei vini a Dop avevano causato molti grattacapi a livello tecnico-gestionale, e politico-culturale, al Consorzio della Doc Prosecco, impegnato da subito a gestire una difficile coesistenza. Ma l'ente trevigiano non ha mai nascosto la volontร di una piena valorizzazione di questa nicchia, come ha ribadito anche recentemente al Gambero Rosso il neo presidente Guidolin In questo senso, il compromesso sarebbe un passaggio storico. sapendo bene che nessuno dei contendenti, in fondo, potrร dire di avere vinto la partita.