Baglio di Pianetto accelera il suo percorso di rinnovamento. L'ultimo passo in ordine temporale è l'acquisizione delle quote di maggioranza dell'azienda vitivinicola siciliana da parte di Grégoire Desforges, terza generazione della famiglia Marzotto, nipote del fondatore Paolo Marzotto, che assume la carica di presidente dopo aver ricoperto per il 2024 quella di portavoce. Al suo fianco, nel ruolo di vice, ci sarà sua madre Dominique Marzotto (che finora aveva ricoperto la carica di presidente). Si inaugura così un diverso assetto ai vertici per dare slancio al progetto sui vini d'altura di Baglio di Pianetto, che a marzo dello scorso anno aveva già rafforzato il team enologico, con l'arrivo di Graziana Grassini come consulente enologa.
L'acquisizione delle quote di maggioranza è una scelta che rientra nel piano di rilancio che, come ha spiegato la stessa Dominique Marzotto, non prevede tagli di personale ma la «valorizzazione delle risorse, umane e ambientali».
Il progetto sui vigneti d'altura
Il giovane presidente Desforges, classe 1989, è nato a Parigi, ama definirsi un cittadino del mondo e ha scelto di trasferirsi stabilmente a Santa Cristina Gela. Porterà avanti il lavoro avviato nel 1997 da suo nonno Paolo. «La viticultura di Baglio di Pianetto è biologica certificata dal 2011 e la cantina è a sviluppo verticale dalla sua creazione, mentre nel 2023 è stata redatta la prima certificazione Esg. L’impegno per un minore impatto - spiega lo stesso Desforges - arriva oggi con la scelta strategica (e identitaria) di concentrarsi su vigneti in altura, fino a 900 metri sul livello del mare. L’altitudine ci consente di produrre vini dall’inaspettata eleganza, freschi e capaci di soddisfare un consumatore che si va via via sempre più consapevole». Il nuovo corso ha portato nel 2024 a rinunciare ai vigneti di Noto e Pachino (la Tenuta Baroni, con circa 70 ettari acquisiti nel 1998 dal conte Paolo, in procinto di essere ceduti), con cui l'azienda ha prodotto vini in prevalenza a base nero d'Avola, frappato e moscato.
Il nuovo piano industriale
Baglio di Pianetto, che oggi conta 106 ettari vitati, e che nel 2024 ha prodotto 650mila bottiglie, punta a dare concretezza al nuovo piano industriale, a cui ha lavorato lo stesso amministratore delegato Dante Bonacina, in carica dalla primavera 2023, dopo una lunga esperienza in Ca' del Bosco: «Abbiamo deciso di concentrare l’area di coltivazione di tutte le nostre vigne esclusivamente nel comprensorio di Santa Cristina Gela e Piana degli Albanesi e stiamo rimodulando il portfolio prodotti e il packaging, affinché ogni vino possa comunicare la distintività della nostra nuova identità di marca».
La sfida del valore e dell'export
L'azienda siciliana ha di fronte la sfida del valore: il miglioramento della marginalità, infatti, passa per l'ottimizzazione di risorse e costi produttivi, per un assortimento di vini che si annuncia più ristretto, dal momento che, come si è detto, è in atto una ristrutturazione del patrimonio viticolo e delle aree aziendali, ma passa anche per la riduzione dell'impatto ambientale in ogni operazione in vigna e cantina, per una revisione dei posizionamenti e della distribuzione nazionale ed estera. A tal proposito, il piano ha un orizzonte temporale ampio e prevede, al suo interno, il potenziamento delle esportazioni (oggi al 18% dei volumi totali prodotti, con Germania, Usa e Svizzera principali acquirenti) sia progetti nel settore ospitalità. I vertici societari attendono un «sensibile miglioramento delle performance e un concreto rilancio e risanamento».
Potatura dei rami infruttiferi
L'amministratore delegato Bonacina lo spiega a Tre Bicchieri: «Nel biennio 2023/2024, abbiamo avuto il coraggio di affrontare un totale riassetto aziendale, una vera e propria "potatura" dei rami infruttiferi che generavano perdite e diseconomie. Il provvisorio ridimensionamento del giro d’affari 2023/24 (4,5 milioni di euro nel solo 2023; ndr) è da leggersi come inevitabile implicazione della riqualificazione e del riassestamento strategico delle risorse, oltre che come un segnale chiaro delle scelte che stiamo attuando: valore verso volumi, minori perdite e graduale ritorno alla redditività».