"Grandi Langhe diventa più inclusivo: spazio a tutti i vini piemontesi". Sergio Germano racconta le novità

11 Dic 2024, 16:35 | a cura di
Il nuovo format punta al gioco di squadra, aprendo a più cantine, consorzi e giornalisti. Ma il presidente del Consorzio del Barolo puntualizza che l'obiettivo non è fare concorrenza alle altre manifestazioni regionali

Novità importanti per Grandi Langhe 2025, la prima edizione firmata dal neo presidente del consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani Sergio Germano. In primis, ci sarà un allargamento alle altre denominazioni del Piemonte (grazie alla collaborazione con Piemonte Land of wine) con la presenza di più cantine rispetto al passato  - 490 in totale - e, di conseguenza un incremento della superficie a disposizione. Ma non finisce qua. Per la prima volta, è prevista una sala per i giornalisti per assaggiare i campioni delle ultime annate in tranquillità (un po' come avviene nelle anteprime delle altre regioni). In attesa di testare il nuovo format nell'evento del 27 e 28 gennaio alle Officine Grandi riparazioni di Torino, abbiamo parlato del futuro e dei nuovi obiettivi della manifestazione con lo stesso Germano. 

Prima novità: aumenta la partecipazione delle aziende.

Le aziende iscritte sono 490. Ne abbiamo fatta di strada da quando, undici anni fa, abbiamo immaginato Grandi Langhe. Quasi la totalità delle nostre cantine associate partecipa e questo per noi è il primo e fondamentale successo. Significa che la manifestazione è vista come una reale opportunità promozionale e commerciale. L’anno scorso diverse aziende non hanno potuto partecipare per mancanza di spazi. Per questo abbiamo previsto spazi più ampi. Siamo orgogliosi di avere una ampia rappresentatività del Piemonte: il 20 per cento delle aziende presenti partecipa grazie alla collaborazione con Piemonte Land Wine. L’edizione 2025 allarga la manifestazione - che storicamente coinvolge la quasi  totalità delle aziende associate al consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e al consorzio di tutela Roero – ai diversi territori vitivinicoli piemontesi e alle principali cantine associate e produttrici delle molteplici denominazioni tutelate dagli altri 12 consorzi di tutela piemontesi.

Che cosa significa questa nuova collaborazione?

Sono un cultore del gioco di squadra. Certo, nel Piemonte ci accomuna il nebbiolo ed è ovvio che le Langhe hanno un certo peso, ma può esserci più appeal presentandoci insieme. Credo che questo allargamento possa dare più attrattiva alla manifestazione. Ovviamente resta Grandi Langhe, ma più aperta: così i visitatori potranno avere una panoramica più ampia del Piemonte vitivinicolo.

C’è un’altra grande novità che riguarda i giornalisti…

Sì, per la prima volta dedicheremo una sala alla stampa. Non è soltanto una sala stampa dove isolarsi per scrivere, ma uno spazio riservato dove i giornalisti potranno degustare ben 980 campioni proposti dalle singole aziende, serviti da una squadra di sommelier dell’Ais Piemonte. I giornalisti potranno così assaggiare in condizioni più confortevoli oltre che visitare le cantine ai banchi dedicati. 

Come saranno selezionati i mille campioni in degustazione?

I vini sono scelti dalle aziende nell’ambito delle doc e docg piemontesi. Ciascuna azienda potrà proporne due: potranno essere presenti al banco o comunque saranno quelli che l’azienda riterrà rappresentativi. In linea di massima, abbiamo chiesto di selezionare l’annata che andrà in commercio nel 2025: potranno essere, per esempio, il Barolo 2021 o la Riserva 2019. L’importante è che sia l’ultimo prodotto pronto per il mercato.

Nei giorni precedenti a Grandi Langhe si svolge Nebbiolo Prima: non c’è il rischio di una sovrapposizione tra i due eventi?

No, è una opportunità che diamo in più ai 200 scrittori del vino che partecipano a Grandi Langhe. A Nebbiolo Prima, organizzato dal Consorzio Albeisa, i numeri sono comunque inferiori: c’è una maggiore selezione, la manifestazione è più circoscritta. Ma ci tengo a precisare che non c’è nessuna concorrenza: è solo un’opportunità in più. Peraltro, a Grandi Langhe i giornalisti potranno assaggiare anche dei Gavi o degli Alta Langa: c’è pertanto una forbice di assaggi più ampia che non si esaurisce nel perimetro del nebbiolo.

È la premessa per la realizzazione di una iniziativa congiunta?

Non abbiamo preclusioni nella direzione di ottimizzare le energie e di allargare la partecipazione, ma tutto deve partire dal dialogo e dalla collaborazione, nel rispetto del consorzio Albeisa. Grandi Langhe nasce da un sogno - ispirato a Les Grands Jours de Bourgogne, il grande evento annuale di promozione della Borgogna - che abbiamo avuto con Pietro Ratti, già presidente del consorzio. Per questo vogliamo offrire ai giornalisti uno spazio di raccoglimento e di degustazione per rendere il nostro evento più incisivo. Poi vedremo come evolve.

Alle Ogr arriveranno più di 200 buyer selezionati da oltre 30 Paesi tra cui Usa, Canada, Australia, Brasile, Giappone, India. Ma nelle ultime edizioni Grandi Langhe sembrava puntasse a diventare un competitor di Vinitaly con l’idea di raccogliere i produttori langhetti per incontrare i buyer direttamente a Torino senza bisogno di andare a Verona…

Non vedo e non voglio vedere nessuna competizione con Vinitaly, una manifestazione storica che ha dato tanto al mondo del vino italiano e che vanta anche una dimensione internazionale. La nostra è soltanto una manifestazione collaterale: non vogliamo sostituirci. Gli operatori del settore verranno in Piemonte e avranno un’opportunità in più per conoscerci. Ma Vinitaly svolge il suo ruolo sul piano nazionale e internazionale. Ognuno fa la sua parte per la promozione del vino italiano: non c’è nessun antagonismo.

Negli anni scorsi l’evento alle Ogr è stato inaugurato da un convegno  - nel 2024 sugli investitori stranieri in Langa e nel 2023 sulla gestione della manodopera in vigna - che ha creato un certo dibattito. Quest’anno non ci sarà. Come mai?

Il convegno va fatto se hai qualcosa di particolare da dire. Se domani ci saranno dei motivi per riproporlo si potrà fare: per adesso no. Abbiamo preferito dedicare spazi per accogliere più aziende e per dare alla stampa l’opportunità di degustare. Per noi è una bella evoluzione con una bella fetta di Piemonte che si affianca a Langhe e Roero.

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