I dazi dell'Ue sul whiskey americano, che tanto ha fatto infuriare il presidente Donald Trump, al punto da minacciare dazi al 200% su Champagne e vini europei, entreranno in vigore in Europa a partire solo da metà aprile e non dal 31 marzo. La decisione di spostare in avanti un pacchetto di dazi contro gli Stati Uniti è stata annunciata da un portavoce della Commissione Ue presieduta da Ursula von der Leyen. L'obiettivo dell'esecutivo di Bruxelles non è tanto ridurre l'impatto delle tariffe doganali contro gli americani, nell'ambito della guerra commerciale su acciaio e alluminio, che resterà di circa 26 miliardi di euro per compensare l'aumento al 25% dei dazi sui beni europei nel mercato Usa (previsti dal 2 aprile prossimo, compreso l'agroalimentare), quanto per «dare più tempo alle fasi di negoziato» con la Casa Bianca.

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Più spazio d'azione per il vitivinicolo
La scelta di spostare in avanti l'applicazione delle contromisure commerciali annunciate il 12 marzo scorso dall'Ue può rappresentare un vantaggio, soprattutto per il settore vitivinicolo che potrebbe evitare il rischio di vedere applicata la supertariffa del 200% che, secondo le associazioni di categoria, potrebbe mettere fuori mercato il vino europeo sulla piazza statunitense, primo mercato mondiale e primo anche per l'Italia, con quasi 2 miliardi di euro.
I sindacati dell'industria del vino made in Italy avevano già avvertito della necessità di bloccare i dazi sul whiskey americano (con la Federvini) e avevano chiesto al ministro degli Esteri, Antonio Tajani (mercoledì 19 marzo tramite Unione italiana vini), di fare esplicita richiesta a Bruxelles per stralciare vini e alcolici dalla guerra commerciale, con cui il vino non ha niente a che vedere. Intanto, oltre oceano, importatori e distributori riuniti nella Wine trade alliance suggeriscono di fermare tutti gli acquisti e spedizioni di vini e alcolici dall'Europa, per evitare qualsiasi rischio dazio, anche sulle merci già partite.