Voci insistenti sulla vendita di Guinness. Ma Diageo per ora smentisce: "Nessuna intenzione di cedere il marchio"

27 Gen 2025, 11:51 | a cura di
Il colosso delle bevande chiude la porta alla vendita del suo marchio più celebre e alla cessione delle azioni in Moët Hennessy. Ma le voci avevano già infiammato il mercato

Guinness non si tocca. Diageo, il gigante delle bevande britannico, ha messo un punto fermo sulle recenti voci di mercato. Dopo giorni di ipotesi su una possibile vendita o spin-off della stout irlandese più famosa al mondo, spinta da un successo sempre crescente tra i giovani, la multinazionale ha negato categoricamente ogni ipotesi.

Le ipotesi sulla vendita di Guinness

Nei giorni scorsi, il quotidiano britannico The Guardian e altri media finanziari avevano rilanciato una notizia che aveva agitato i mercati. A dare per primo la notizia è stato Bloomberg, notiziario finanziario statunitense, il quale affermava che Diageo stava valutando una serie di opzioni per incassare l’impennata della domanda di Guinness, compresa la vendita o una quotazione in borsa del marchio. Con una valutazione stimata di oltre 8 miliardi di sterline (circa 10 miliardi di euro), la stout irlandese sembrava pronta a rappresentare il nuovo fiore all’occhiello di una strategia di rilancio per un gruppo in difficoltà. Il boom di Guinness, alimentato da campagne mirate sui social media e dall’interesse della Gen Z, aveva portato a carenze di prodotto durante il Natale e a spedizioni straordinarie dall’Irlanda al Regno Unito. Le voci di una possibile vendita hanno fatto volare le azioni di Diageo di oltre il 4 per cento venerdì 24 gennaio, riportandole ai livelli precrisi dopo il profit warning emesso da Debra Crew, amministratrice delegata del gruppo, pochi mesi dopo il suo insediamento nell’estate 2023.

La risposta ufficiale di Diageo

Questa domenica 26 gennaio, però, Diageo ha rotto il silenzio. «Prendiamo atto delle recenti ipotesi dei media sul marchio Guinness e sulla nostra partecipazione in Moët Hennessy e possiamo confermare che non abbiamo intenzione di vendere», si legge in una nota ufficiale dell’azienda. Oltre a chiudere la porta a qualsiasi ipotesi di vendita di Guinness, Diageo ha smentito anche l’intenzione di cedere la sua partecipazione del 34 per cento in Moët Hennessy, l’iconico marchio di champagne e cognac. Un colpo di scena che raffredda le attese degli investitori, ma che rafforza l’impegno del gruppo sui suoi asset più importanti.

Stabilimento Guinness Dublino

Un momento difficile per il colosso delle bevande

La notizia arriva in un momento complesso per Diageo. Mentre Guinness continua a registrare una crescita a due cifre dal 2021, anche grazie alla versione analcolica sempre più popolare, le vendite complessive del gruppo hanno subito una battuta d’arresto. Il boom della domanda di liquori premium, innescato dalla pandemia, si è ridimensionato, mettendo sotto pressione marchi come Johnnie Walker e Smirnoff. La nuova Ceo Debra Crew si trova di fronte a sfide significative: il prezzo delle azioni di Diageo ha toccato il livello più basso dal 2017 e il profit warning dello scorso novembre ha messo in discussione gli obiettivi di crescita del gruppo.

Il 4 febbraio, Diageo pubblicherà i risultati semestrali. Gli analisti attendono risposte su come l’azienda intenda bilanciare il successo di Guinness con la necessità di rilanciare il resto del portafoglio, che conta oltre 200 marchi. A maggio, inoltre, è prevista una giornata dedicata agli investitori e agli analisti del marchio Guinness, segno che Diageo punta ancora forte sulla sua stout irlandese. La dichiarazione di ieri, che esclude categoricamente la vendita di Guinness, sembra confermare questa direzione, ma resta da vedere se basterà a rassicurare un mercato sempre più esigente. Per il momento, sembra che la Guinness resti saldamente nelle mani di Diageo.

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram