I prezzi dei vini sul mercato statunitense rischiano di raggiungere livelli troppo alti per i consumatori in caso eventuale rincaro fino al 200% dei dazi all'import sui beni europei. La ritorsione annunciata dal presidente americano Donald Trump, contro la decisione di Bruxelles di imporre un dazio del 50% sul whisky made in Usa, a sua volta in risposta a quelli (del 25%) che la Casa Bianca vorrebbe applicare dal primo aprile, rappresenta un tassello di un pericoloso gioco al rialzo, in cui vini stanno rischiando di finire nel tritacarne. A giudicare dalle tariffe sbandierate da Trump, nel primo mercato mondiale per il vino (che nel 2024 ha toccato 1,9 miliardi di euro) a rischiare sono numerose produzioni dell'agrifood, e della Dop economy, e diverse importanti denominazioni del made in Italy, il cui prezzo potrebbe addirittura triplicare in breve tempo, se la filiera non riuscirà ad assorbire e distribuire al suo interno una parte degli aumenti. Un esempio su tutti? Il Prosecco.

Prosecco a 4o euro e Pinot grigio a 30 euro
Dal Veneto, prima regione esportatrice nel 2024 con quasi 3 miliardi di euro di valore, arrivano alcuni dei pezzi più vulnerabili, dal momento che per Prosecco Dop e Pinot grigio Dop gli Stati Uniti sono un cliente affezionato e redditizio. Partendo dalle bollicine, le spedizioni di Prosecco Dop nel 2024 verso gli Usa hanno superato il tetto dei cento milioni di litri (106 contro i quasi 90 milioni del 2023, secondo i dati Istat), con una crescita del 18%, per un giro d'affari di oltre 490 milioni di euro. Cifra importante, che ha subito un effetto scorte da parte dei distributori degli Stati Uniti, come rilevato anche dall'Ismea. Un mercato che, ovviamente, l'applicazione dei super-dazi farebbe deflagrare. Simulando l'acquisto, se ad esempio si prova a comprare oggi un Prosecco Doc sul portale di Walmart, il maggiore player della grande distribuzione americana, si nota che l'attuale prezzo oscilla tra 11 e 16 dollari. In caso di dazi, il costo sarebbe destinato a superare i 40 dollari, per bottiglia da 0,75 litri (36 euro circa). Una sorte analoga toccherebbe al Pinot grigio (che trova una delle massime espressioni nella Doc Delle Venezie), che sulla piazza Usa è venduto tra 10 e 20 dollari a bottiglia, a seconda del brand di produzione. Un prezzo al dettaglio superiore ai 30 euro farebbe uscire questo vino dalla fascia abituale di riferimento, posizionandolo fuori mercato.

Brunello e Chianti Classico
La Toscana è una delle regioni più vulnerabili in caso di aumento dei dazi americani sui prodotti agroalimentari. In particolare, spostandoci sui grandi vini rossi provenienti da quest'area, le diverse espressioni del Sangiovese, ad esempio, come le Dop Chianti Classico e Brunello di Montalcino, sono tra quelle particolarmente esposte a rincari del 200 per cento, annunciati dal presidente Trump nei giorni scorsi. Nel primo caso, i prezzi del Chianti Classico attualmente oscillano, a seconda della cantina, dai 22 ai 60 dollari delle versioni riserva oppure gran selezione. Nel caso del Brunello, per il quale gli Usa rappresentano circa un terzo di tutto l'export, i prezzi si collocano in una forbice ampia, che va dai 50 ai 100 euro (e oltre, nel caso dei brand più blasonati). Ebbene, triplicare, o semplicemente raddoppiare, i prezzi di queste bottiglie di vino al consumo renderebbe ogni acquisto quasi un gesto da collezionisti: fino 180 euro per il Chianti Classico e fino a 300 euro per un Brunello.