I dazi di Trump? Per il vino italiano perdite fino a 330 milioni di euro l'anno

5 Feb 2025, 12:33 | a cura di
L'analisi di Unione italiana vini evidenzia un calo dal 13% al 17% sul valore delle esportazioni vitivinicole. Frescobaldi: "L'inflazione penalizzerà anche i consumatori"

Dazi sì, dazi no, dazi nì. Tra annunci, via libera e indietro tutta (vedi caso Messico e Canada), quella di Trump sembra ormai una guerra basata sul principio strategico (?) del ndo’ cojo cojo. L’Europa, con i suoi prodotti agroalimentari, è ancora tra gli obiettivi sensibili, ma c’è chi è pronto a giurare che non sia da escludere un trattamento diverso nei confronti dell’Italia meloniana. Ad ogni modo, meglio tenersi pronti. Ecco perché l’Osservatorio Uiv ha provato a capire quanto perderebbe il Belpaese in caso di dazi sul vino.

 

Perdite vino per circa 300 milioni di euro

La simulazione Uiv prende in considerazione dazi al 20% per tutti i vini fermi e al 10% per gli spumanti: una tariffa inferiore per questi ultimi determinata dalle pressioni dell’industria Usa, più restia a sopportare limitazioni commerciali sulla tipologia di punta. Considerato che il 2024 si chiuderà con un valore delle spedizioni italiane in Usa a oltre 1,9 miliardi di euro, la perdita si collocherà tra il 13 e il 17%, portando in un solo anno il valore del vino italiano sotto sotto 1,7 miliardi di euro, ovvero sotto ai livelli del 2021. L'ammanco arriverebbe fino a 330 milioni di euro. Dato che scenderebbe a 250 milioni qualora il dollaro dovesse mantenere gli attuali livelli di forza.

Rischio inflazione

«Il vino – è il commento del presidente Uiv Lamberto Frescobaldi – è uno dei settori del made in Italy maggiormente esposti in caso di dazi nel primo mercato al mondo. Il danno sulle imprese sarà inevitabile, perché se vorranno rimanere competitive dovranno assumersi gran parte dell’extra-onere richiesto, visto che il mercato non è in grado di sostenerlo. Ma il danno sarà doppio, perché lo subiranno inevitabilmente anche i consumatori finali a causa di un’inflazione che tornerà a bussare con insistenza».

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