Vendite off trade e on trade in calo a volume per il vino italiano negli Stati Uniti tra 2024 e 2023. L’Osservatorio dell’Unione italiana vini ha elaborato i dati Sipsource su base annua, relativi ai canali al dettaglio e horeca. La diminuzione è del 4,4 per cento, rispetto all’andamento generale di tutto il mercato, che è ancora peggiore, con un -7,2 per cento. Bianchi e rossi segnano entrambi -6,4% con gli spumanti made in Italy in controtendenza, e in terreno positivo, con una crescita dell’1,5%, capaci di guadagnare sui competitor. Sul trend pesano ulteriormente i dazi annunciati dall’amministrazione Trump. Le principali denominazioni sono «in difficoltà» ma alcune riescono a evitare i segni meno. Si tratta di Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo.
Il trend generale negativo, come fa sapere l’Osservatorio Uiv in base ai dati Nielsen, è confermato dai numeri della grande distribuzione e del commercio al dettaglio, con un 2024 negativo per il vino italiano. Il -4,2% a volume rispetto al 2023 è accompagnato da un -2,5% a valore (con giro d’affari a 2,6 miliardi di euro). Perdono quasi tutti i vini italiani. Nel dettaglio, il Pinot Grigio delle Venezie fa -7% e il Lambrusco scende del 6%. Al contrario, salgono i soli bianchi siciliani (+5%), il Brunello di Montalcino (+3%) e il Prosecco (+1%), che però nell’ultimo trimestre 2024 lascia sul terreno il 4 per cento. Analizzando il solo periodo ottobre-dicembre, che include negli Stati Uniti le festività del giorno del ringraziamento (Thanksgiving) e il Natale, si tratta di uno tra i peggiori: -7% a volume e -6% a valore.
I dati Sipsource e Nielsen, secondo l’Uiv, dicono il contrario di quanto emerge dalle rilevazioni sull’export di vino italiano negli undici mesi del 2024, secondo cui la crescita è del 7%: «Solo in parte è condizionata dall’exploit, imposto dai dazi, del mese di novembre», fa notare l’Osservatorio, sottolineando che si tratta di un mese in cui la domanda di spumanti è lievitata del 41% rispetto a un anno prima. Dicembre, inoltre, farà segnare un ulteriore record con una chiusura d’anno a 1,9 miliardi di euro, ma come ribadisce Uiv, non ci sarà alcun motivo per alzare i calici e brindare.
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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