"Nuovo codice della strada? Un'opportunità per i vini a bassa gradazione alcolica". Il parere di Stefano Ricagno

3 Gen 2025, 13:55 | a cura di
Il presidente del Consorzio dell'Asti Docg non boccia in toto le nuove regole stradali di Salvini, ma lancia un appello: "Bisogna ampliare la rete di taxi e servizi pubblici"

Se i ristoratori appaiono molto preoccupati per il calo dei consumi di alcol, in seguito all’entrata in vigore del nuovo codice della strada, c’è chi ne intravede anche dei vantaggi.  Le nuove sanzioni di Salvini potrebbero, ad esempio, aiutare quelle denominazioni che hanno da sempre puntato sulla bassa gradazione alcolica. È questa la scommessa del presidente dell’Asti Docg Stefano Ricagno che prova a guardare la questione da un’altra prospettiva.

drink and drive concept - sad drunk man sitting in the car after police alcohol test with alcometer

È il momento dei vini a bassa gradazione

«Personalmente – dice Ricagno al Gambero Rosso – non vedo solo gli aspetti negativi, se serve a far bere con maggior consapevolezza e a far diminuire gli incidenti stradali, purché non si demonizzi il vino. Siamo già nell’epoca del bere poco e non saranno solo le nuove sanzioni – per quanto drastiche – a far crollare i consumi. Magari potrebbe essere l’occasione per riscoprire i vini a bassa gradazione alcolica».
Nello specifico potrebbe essere una nuova opportunità proprio per le due denominazioni rappresentate dal Consorzio:  l’Asti Spumante Docg, la cui gradazione alcolica va dai 6 ai 12 gradi e il Moscato d’Asti Docg che si posiziona in media sui 5,5 gradi, in quanto considerato vino speciale, insieme al Brachetto d’Acqui. Un vantaggio non da poco in tempi difficili per l’alta gradazione alcolica (si pensi che anche il Prosecco ha annunciato il via libera ad una versione light). «Ma per assicurarsi una maggiore fetta di mercato – continua Ricagno – bisognerebbe puntare su una promozione che, anche al ristorante, sdogani l’abbinamento delle due Docg astigiane solo con il dolce, aprendo al consumo a tutto pasto».

Ampliare la rete dei trasporti pubblici e privati

Ricagno, poi, lancia un appello: «Il nuovo codice della strada ci porta a trovare nuove soluzioni a vecchi problemi. Se in città, la rete di autobus e taxi, permette di avere delle alternative all’auto privata, anche nei piccoli centri è arrivato il momento di incrementare i servizi pubblici e privati. Penso, ad esempio, alla nostra zona: 50 km tra Langhe Monferrato e Roero, dove al momento essere automuniti è l’unica soluzione. Migliorare i servizi sarebbe anche un modo per incentivare e creare nuovi posti di lavoro».

Dealcolati anche per Igt e Doc?

C’è, poi, l’avanzata dei vini no alcol, appena approvati anche in Italia dal decreto Lollobrigida. Se fino ad ora si era pensato alla tipologia dealcolati solo in termini di salute o religione, adesso la platea di fruitori appare destinata ad allargarsi anche ai patentati preoccupati dai nuovi controlli: «Al momento il decreto riguarda solo i vini generici – sottolinea Ricagno – ma non è detto che a poco a poco non si apra anche a Igt e Doc. In Piemonte, dove abbiamo solo Denominazioni di origine è un tema su cui ci stiamo confrontando con le associazioni di categoria. Per l’Asti sarebbe ancora prematuro e non è, al momento, tra i progetti in cantiere, ma personalmente non avrei nulla in contrario ad avere una Doc piemontese no o low alcol. Credo che non bisognerebbe chiudere a priori alla possibilità, soprattutto in questo momento in cui i numeri ci mostrano una strada percorribile». Una strada, aggiungiamo noi, al riparo da alcol test e sanzioni. Chissà se l'intento di Salvini era proprio quello di dare una spinta decisiva alla nuova categoria di vini...

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